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Riflessioni in forma di conversazioni

Riflessioni in forma di conversazioni

di Doriano Fasoli

Interviste a personaggi della cultura italiana e straniera - Indice


Pensare, sentire, essere

Conversazione con Ignacio Matte Blanco
di Doriano Fasoli per Riflessioni.it

- ottobre 2005
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E come si pone quest’ultima sua opera rispetto al lavoro precedente?
Ne è la continuazione. Pensare, Sentire ed Essere è l’approdo di più di trent’anni di riflessioni. Con esso credo di fare un ulteriore passo in avanti perché propongo l’antinomia costitutiva e le strutture bi-logiche che non avevo proposto nel precedente libro, e lo vedo come il secondo d’una trilogia.

Al saggio successivo sta già lavorando?
Sì, ma non so se potrò realizzarlo completamente data la mia età. Si tratterebbe, comunque, di un libro di
epistemologia, puramente filosofico e metodologico.

Lei ha affermato, in diversi lavori, che le scoperte di Freud non sono state ancora utilizzate in tutte le loro potenzialità e forse la loro portata può essere riassunta nel titolo di un suo scritto: “Freud capostipite di una nuova epistemologia”. Anche le sue attuali considerazioni partono dalle scoperte freudiane?
Direi che è stato
Freud il primo, almeno che io sappia, ad aver parlato di atemporalità, nella storia della scienza (soprattutto nelle scienze della natura, includendo in esse le scienze umane, visto che l'uomo appartiene alla natura). Freud afferma che i processi del sistema inconscio sono atemporali, la qual cosa è un'apparente contraddizione. Perché un processo, per definizione, è qualcosa che si svolge nel tempo. Pertanto, dire che i processi inconsci sono atemporali è una contraddizione, è un'antinomia; ebbene, negli esseri umani e anche nel mondo esiste questa antinomia. Per questa ragione, quando Freud asserisce l'atemporalità dell'inconscio dice il vero. Mi spiego meglio: nell'inconscio, in un certo senso, si conosce il tempo. Infatti l’inconscio può conoscere ciò che viene prima e ciò che viene dopo. Ma in alcuni aspetti tratta tutto come se non esistesse il tempo e quindi è antinomico, perché mentre ci sono momenti in cui l'inconscio rispetta le leggi della logica classica o cosiddetta aristotelica, in altri ne fa piazza pulita. Questa fondamentale scoperta freudiana non solo è abbastanza sconosciuta a chi è estraneo all'esercizio della psicoanalisi, ma oserei dire che nemmeno gli psicoanalisti che conoscono molto bene la sua esistenza, sono arrivati a sfruttarla in tutte le sue potenzialità. La ragione è che adoperare e sfruttare un'antinomia è cosa molto difficile.

Dunque affermare che nell’inconscio esiste il tempo e contemporaneamente non esiste equivarrebbe ad affermare un'antinomia...
È così. Perché l'antinomia si definisce come la coesistenza di due conclusioni ugualmente legittime, alle quali si è arrivati tramite i nostri metodi di ricerca, cioè per vie legittime percorse correttamente: e le due conclusioni di cui abbiamo parlato sono incompatibili tra loro. L’inconscio freudiano, accanto ai paradossi di
Zenone e al concetto matematico di infinito rappresentano lo scandalo più forte all’interno della nostra epistemologia attuale, che si basa sul principio di non contraddizione.

Freud scrive: “Nel sistema inconscio non esiste la negazione, non esiste il dubbio, non esistono i gradi di certezza ". Se non esiste la negazione non può esistere il principio di non contraddizione…
E lei vede come ciò che Freud trova - e dappertutto lo si osserva nei suoi studi - propone un problema logico epistemologico fenomenale. Ma è passato del tutto inosservato. È una rivoluzione logica ed epistemologica e dorme lì da tutti questi anni, quasi un secolo. Nei miei studi degli ultimi trent'anni io mi baso su queste scoperte freudiane.

Ha avuto molta importanza nella sua vita la letteratura?
Sì, certamente. Attualmente non le dedico molto spazio, perché sono troppo preso da altro. Ma per quanto riguarda l'ambito letterario, il posto più importante, nella mia vita, l’ha avuto la poesia.

Mi parli di qualche nome a lei caro...
Il più importante per me è Amado Nervo, un poeta messicano dell'inizio di questo secolo. È grandissimo sia come filosofo che come poeta. So a memoria tanti suoi versi. Purtroppo, per quel che ne so, niente di lui è stato mai tradotto in italiano, ma mi piacerebbe che lo fosse. Non si parla più molto di lui, ma tutti coloro che conoscono la storia della poesia spagnola sanno chi è Amado Nervo. Anche
Paul Valéry ha avuto molta importanza per me: non lo conosco a fondo, ma ciò che ho letto mi ha profondamente coinvolto. Quanto a Pablo Neruda, mio compatriota, lo apprezzo molto nelle sue opere più riuscite come, per esempio, Machu Pichu (che trovo davvero una meraviglia); ma nelle sue composizioni di tipo politico il suo estro poetico decade molto.


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