Riflessioni in forma di conversazioni
di Doriano Fasoli
Interviste a personaggi della cultura italiana e straniera - Indice
Pensare, sentire, essere
Conversazione con Ignacio Matte Blanco
di Doriano Fasoli per Riflessioni.it
- ottobre 2005
Colui che incontrava Ignacio Matte Blanco non poteva non rimanerne affascinato. Per la sua vivida intelligenza innanzitutto, per la vigorìa e la serenità che la sua persona emanava, per l'agevole atmosfera che accoglieva ed avvolgeva chi con lui entrava in contatto, imprimendo al dialogo un carattere di assoluta spontaneità, e, ancora, per la sua simpatica pignolerìa che lo induceva più volte a rivedere i propri lavori fin quando non riusciva ad ottenere una certa trasparenza di pensiero che lo lasciava più o meno soddisfatto.
Come da altri maestri di psicoanalisi, verso i quali nutrivo dell'affetto (per conoscenza diretta o indiretta) - Emiliana Mazzonis, Alberto Traverso, Roberto Tagliacozzo, Francesco Corrao, scomparsi in questi ultimi anni e capaci come pochi altri di ascoltare, accogliere e riconoscere i moti dell’animo umano -, da Matte Blanco credo d'aver capito l'importanza nella vita del rigore, della passione e dell'autenticità.
Di formazione cattolica, lo psicoanalista Matte Blanco nacque nel 1908 a Santiago del Cile presso la cui Università statale si laureò, nel 1930, in medicina. Dopo essere stato titolare di Fisiologia dell'Università Cattolica del Cile, effettuò il training psicoanalitico presso l'Istituto di psicoanalisi di Londra, divenendo poi membro della Società Psicoanalitica Britannica. Nel 1941 si trasferì negli Stati Uniti dove, dopo aver lavorato al Johns Hopkins, fu lettore alla facoltà di Psichiatria dell'Università di Duke. Tornato in Cile due anni più tardi, fondò nel 1946 il Centro Studi Psicoanalitici, diventato, nel 1949, la Società Psicoanalitica Cilena, internazionalmente riconosciuta. Da trent'anni ormai risiedeva in Italia, dove si considerava "ben acclimatato". Nel suo Paese non andò mai più, e pur provandone la nostalgia non sentiva però la spinta a ritornarvi. L'idea di farlo, ammetteva, gli provocava molta emozione "e siccome già sono vecchio preferisco non espormi a queste cose...". D'altra parte è l'Europa ad aver sempre rappresentato, per Matte Blanco, il centro dei suoi interessi.
Egli visse in un periodo particolarmente fecondo della Società Psicoanalitica Britannica, incontrando e avendo diversi maestri (ritenuti figure centrali della storia della psicoanalisi): ebbe ad assistere ai seminari di Melanie Klein (dal cui genero, l’austriaco Walter Schmideberg, si sottopose ad analisi didattica); con Anna Freud fece supervisione del caso di un bambino; e, ancora, ecco Edward Glover, Ella Sharpe, Marjorie Brierley, John Riviere, John Rickman, James Strachey, Bion (che gli apparve “come un misto di immagine paterna e l’immagine di un fratello maggiore”) ...Winnicott, da lui conosciuto quando questi era un giovane analista.
In Italia, due libri editi dalla Teda – Il pensiero e l’infinito (a cura di Pietro Bria) e Inconscio e matematica (a cura di Marcello Turno) – offrono importanti contributi alla ricerca di Matte Blanco; e lo psicoanalista Eric Rayner, autore del volume Gli indipendenti nella psicoanalisi britannica (Cortina Editore), ha in tempi recenti dato alle stampe – nella collana The New Library of Psychoanalysis presso la casa editrice Routledge di Londra – uno studio sulla bi-logica di Matte Blanco con il titolo Unconscious Logic.
Questa intervista a Matte Blanco fu raccolta nel 1988 in occasione dell’uscita in Inghilterra del volume Thinking, Feeling, and Being. Il libro è stato poi tradotto in italiano da Pietro Bria – che ne ha fatto anche un’eccellente introduzione – per le edizioni Einaudi, con il titolo Pensare, sentire, essere. Ma il suo significato lo si capisce meglio dal sottotitolo, che dice Riflessioni cliniche sull’antinomia fondamentale dell’uomo e del mondo.
Infine: sono grato a Matte Blanco per un tesoretto di cui mi fece dono: un breve scritto - decidemmo insieme di titolarlo Quella geniale scoperta di Freud - destinato ad essere incluso in un mio volumetto che ebbe una circolazione piuttosto clandestina: A partire da Freud (Incontri con Paolo Perrotti, Ignacio Matte Blanco, Emiliana Mazzonis e Renata De Benedetti Gaddini) edito dalla Teda nel 1993.
Professor Matte Blanco, nel libro che le ha dato fama internazionale “L’inconscio come insiemi infiniti. Saggio sulla bi-logica” (apparso prima in Inghilterra nel 1975 e poi tradotto in italiano nel 1981 per Einaudi), lei propose una formulazione delle caratteristiche dell’inconscio in termini di logica simbolica. A tale proposito le faccio notare che la gente s’inibisce davanti al parlare di logica e di matematica, arrivando a lamentare il fatto, per esempio, che quel libro è pieno di formule...
Ma non è affatto vero, non esiste una sola formula né nell’Inconscio come insieme infiniti né nell’attuale.
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