Riflessioni in forma di conversazioni
di Doriano Fasoli
Interviste a personaggi della cultura italiana e straniera - Indice
Elémire Zolla, pensatore mistico e maestro di spiritualità
Conversazione con Grazia Marchianò Zolla
di Doriano Fasoli per Riflessioni.it
- giugno 2005
Occorre convogliare e amplificare fasci di attenzione critica in direzioni che il lettore ignaro dei meccanismi dell'industria culturale non sa quanto dipendano a volte dal mero capriccio mondano e da un gioco di probabilità del tutto indipendenti dallo spessore o, al contrario, dall'inconsistenza dell'opera dell'autore di cui si tratta. Mi auguro che i libri che usciranno a mia cura nel 2006 daranno la stura a correnti di perspicace, rinnovata attenzione critica sul 'caso' Zolla, dopo il falò di reazioni immediatamente successive alla morte. Certi vecchi, perduranti, clichés appiccicati al suo nome da osservatori un po' pigri per documentarsi ex-novo sui suoi libri vecchi e più recenti, sarebbe un sollievo vederli svanire a vantaggio di una comprensione non amputata né preconcetta dell'opera di Zolla. Lettori che attingono ai suoi libri e alle loro ristampe con una costanza e un affetto che mi ricordano in India la devozione autentica per un maestro, ce n'è qualche migliaio. Un centinaio di essi mi è noto personalmente, e il loro sostegno conforta il mio cammino.
Che cosa si sta ristampando, in questo periodo, dello studioso?
Tra i principali editori di Zolla negli ultimi vent'anni, da Adelphi a Mondadori a Aragno a Tallone, la Casa Marsilio di Venezia grazie al personale, convinto impegno di Susanna Biadene, è oggi in prima linea nella ripubblicazione sistematica dell'opera zolliana. Tra il 2002 e il 2005, a parte Un destino itinerante, il fortunato dialogo a due voci Zolla-Fasoli che uscì inizialmente nel 2002, si sono ristampati con mie Note ai testi i seguenti volumi : Aure, L'amante invisibile, Verità segrete esposte in evidenza, Archetipi, e un'edizione interamente riveduta anche negli apparati iconografici di Meraviglie della natura. Introduzione all'alchimia (Bompiani 1975), un'opera chiave di Zolla nel passaggio dalla stagione degli scritti polemici del primo periodo romano a quella degli scritti filosofici anche in inglese come fu il caso di Archetipi, pubblicato a Londra e a New York nel 1981.
Sarà perciò Marsilio a ripubblicare con una mia ampia Introduzione storico-critica uno dei pochissimi libri mai ristampati di Zolla, Le potenze dell'anima (Bompiani 1968), un testo fondamentale.
Sono peraltro convinta che un'opera sfaccettata come quella zolliana, dove confluiscono temi sociologici, letterari, mistico-religiosi, di anglistica e americanistica, antropologia e sciamanesimo, orientalistica, esoterismo e molto altro costituisca un patrimonio intellettuale di tale rilievo che un piano organico di salvaguardia e diffusione dell'Opera omnia di Zolla non possa dipendere da iniziative benché lodevoli e benemerite di singoli editori. Occorre piuttosto ipotizzare l'istituzione di un centro permanente di Studi Zolliani che, assieme a me e dopo di me, si faccia carico del suo lascito intellettuale, parte intrinseca del quale sono l'archivio e la biblioteca dello scrittore, e la dimora in cui visse gli ultimi undici anni della sua vita a Montepulciano (Un libro di immagini è in preparazione a cura di G. Foschi e A. Vicario).
Varie ipotesi di un progetto internazionale intitolato ai "Zolla Studies" si stanno vagliando.
Quali aspetti del suo pensiero, secondo lei, sono stati ancora poco indagati?
Come sottolineo nella Introduzione all'opera in stampa da Rizzoli, Zolla rappresenta un caso, non poi così raro, di 'disattenta' attenzione - in parte deliberata, in parte involontaria - nei confronti di un autore paradossalmente meno incompreso o frainteso dal lettore comune, dal cosiddetto grande pubblico che dal critico militante e dallo specialista, radicati, se non ossificati nelle proprie convinzioni, e poco disposti a riconsiderarle alla luce delle tesi di Zolla che certo pallide o equivoche non furono mai, su questioni brucianti nel dibattito culturale del secondo Novecento.
Un altro fattore che non ha giocato a favore di una retta, limpida comprensione del pensiero di Zolla nell'insieme, è stato a mio avviso una tartassante presenza, almeno in certi periodi, della sua firma su testate inadatte ad accogliere e diffondere idee che avrebbero tratto vantaggio dall'essere canalizzate in circuiti più filtrati - che le esponessero a una ricezione meno impetuosa e distorta com'è invece, a volte, avvenuto.
Personalmente ritengo che la statura di Zolla pensatore mistico e maestro di spiritualità al di sopra di steccati e barriere convenzionali tra culture, popoli e religioni sia l'aspetto indagato in modo per ora insufficiente nel contesto della ricezione italiana recente. (In passato l'attenzione critica verso questo aspetto decisamente primario ha dato frutti più consistenti).
I giacimenti di conoscenza non-duale disseminati nei suoi scritti, richiedono per essere portati alla luce menti disciplinate da uno studio indefesso oltre che fervide e appassionate, e un'opera di scavo che non s'improvvisa. Avere fretta che ciò avvenga nel giro di pochi anni è ozioso e futile.
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