Riflessioni in forma di conversazioni
di Doriano Fasoli
Interviste a personaggi della cultura italiana e straniera - Indice
Elémire Zolla, pensatore mistico e maestro di spiritualità
Conversazione con Grazia Marchianò Zolla
di Doriano Fasoli per Riflessioni.it
- giugno 2005
Perché si è deciso di ristampare, a distanza di cinquant’anni, presso l’editore Aragno, “Minuetto all’inferno”, opera prima di Zolla? Ha avuto una buona accoglienza?
Assai più di Cecilia o la disattenzione (Garzanti 1961), il secondo e ultimo romanzo di ambientazione romana, Minuetto all'inferno (Einaudi 1956) è un formidabile inventario di tutto ciò che Zolla aborrì del Regime fascista e dei suoi lugubri scenari a Torino, dove nacque e visse fino ai trent'anni. Se da qualche parte si deve pur partire per un esame circostanziato dell'opera di un autore non solo di trattati e saggi eruditi, la storia solforosa di Lotario Copardo e Giulia Utasso, co-protagonisti del primo romanzo, offre squarci di enorme interesse su certi aspetti della stessa personalità del giovane Zolla al tempo in cui lo assalì la tisi. Nella Introduzione al testo ristampato con autentico entusiasmo dall'editore Aragno nel 2004, dedico una parte abbondante al resoconto di ciò che avvenne negli uffici Einaudi in via Biancamano, tra i lettori eccellenti che si palleggiarono il giudizio sull'opera, primo tra loro Elio Vittorini, direttore della collana "I gettoni" dove infine il libro uscì nel 1956, conquistando a sorpresa quell'anno il premio Strega per l'opera prima.
La ristampa di questo primo romanzo, cui seguirà l'edizione di uno o due volumi di racconti, praticamente disseppelliti dopo mezzo secolo, è stata bene accolta anche se alla maniera prevedibile: con una spiccata insistenza sulla vicenda dietro le quinte di via Biancamano o sul côté cultural-mondano dello Strega rispetto all'esame di aspetti più ripidi e riposti del romanzo strutturalmente situato… tra cielo e terra, proprio così - in termini che si può immaginare quanto riuscissero nauseanti a Elio Vittorini!
Perché Zolla decise a un certo punto di abbandonare la narrativa?
Questa domanda offre il destro di mostrare quale fu il rapporto di Zolla con i generi letterari che praticò, la narrativa essendo stato uno dei primi messo poi da parte.
Per penetrare nei labirinti dell'anima umana non c'è niente di meglio che dar vita a personaggi, sbozzarne i caratteri, inscenare peripezie che li riguardano, affittare per loro passioni e idee (nel caso migliore), aiutandoli a nascere, consistere, muoversi e dissolversi tal quali maschere sullo sfondo di una vicenda ipotetica, illusoria non più della vita stessa.
Ma che la narrativa fosse un esercizio letterario perpetuo, Zolla lo escluse abbastanza presto. Scrivere storie fu lo stratagemma adottato lì per lì per penetrare in certi interstizi mentali che nemmeno gli studi di psichiatria che fece al tempo in cui frequentò legge all'Università di Torino potevano mettergli a nudo con altrettanto gusto e senso della scoperta da parte sua.
So che è allo studio la ristampa integrale, curata da lei, della rivista “Conoscenza religiosa”. Vuole parlarmene?
Nei suoi 68 fascicoli ordinari e 15 monografici speciali "Conoscenza religiosa", il trimestrale che sotto la direzione di Zolla fu pubblicato dalle edizioni La Nuova Italia tra il 1969 e il 1983, ricapitola l'idea di conoscenza completa, oggi diremmo olistica e trans-storica, che ispirò l'opera di Zolla umanista, pensatore sincretista e scrittore all'incrocio di più mondi e culture. In uno dei periodi più tormentati del secondo Novecento, "Conoscenza religiosa" fu il magnete che attrasse gli ingegni intellettuali più fertili e indipendenti rispetto ai diktat della cultura dominante: simbologi, etnomusicologi, orientalisti, esperti di linguistica, alchimia e archeologia, scrittori e poeti ripristinarono assieme a Zolla in una sola voce i lembi di una sapienza inabissata e in gran parte negata ai moderni, una sapienza in cui l'umano e il divino, il pensiero mitico e il pensiero dialettico, l'Oriente e l'Occidente, l'essoterico e l'esoterico s'incontrassero senza confliggere. Feci parte io stessa del gruppo dal 1975, e assistetti al prodigio di veder materializzare sulla carta di fascicolo in fascicolo, il vasto piano culturale, ardito e trasgressivo in quegli anni, che Zolla enunciava in modo nitido nell'editoriale del n. 1, 1969.
Con Federico Codignola, figlio del senatore Tristano proprietario all'epoca della Nuova Italia, e suo figlio Tommaso, titolari assieme a Ludovico Steidl, delle Edizioni di Storia e Letteratura a Roma, si è pensato di offrire a una nuova generazione di lettori, l'occasione di attingere allo straordinario capitale intellettuale rappresentato dalla rivista, ripubblicando anzitutto i testi firmati e siglati da Zolla attraverso i quattordici anni di vita della rivista, testi che introdurrò e commenterò in un primo volume di circa seicento pagine, con apparati bibliografici a cura di Matteo Canale. Quest'opera il cui titolo provvisorio è La luce della conoscenza, sarà pubblicata nel corso del 2006, l'anno nel quale ricorre l'ottantesimo dalla nascita dello scrittore.
Sono particolarmente grata all'amico Federico per la sintonia di intenti nella quale questo importante recupero dell'opera seminale di Zolla riprende forma nel prestigioso Catalogo delle Edizioni di Storia e Letteratura.
Doriano Fasoli
- Testo presente sul sito:
"Un destino itinerante. Conversazioni tra Occidente e Oriente"
di Elémire Zolla e Doriano Fasoli.
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