Testi per Riflettere
Non ci può essere ri-nascita
da "Nessuno nasce, nessuno muore"
Insegnamenti di Nisargadatta Maharaj a cura di Ramesh Balsekar
Edizioni IL PUNTO D'INCONTRO
L'insegnamento basilare di Maharaj riguarda l'uomo e il mondo in genere, la vera natura di ciò che l'individuo considera come "se stesso" e la natura del mondo fenomenico. I discorsi sono sempre diretti, da uomo a uomo, e nessun riferimento viene generalmente fatto, sia da Maharaj che dai visitatori, a qualcosa affermato dalle Scritture, per quanto tradizionalmente rispettabili esse possano essere. In effetti, è questo approccio pragmatico di Maharaj che il vero cercatore, non necessariamente uno studente di filosofia, scopre onesto in maniera trasparente. In altre parole, ciò che stato detto da qualcun'altro (quello a cui Maharaj si riferisce come "sentito dire" o "credo generale") non è accettato come verità divina anche se appare nei testi più sacri.
Oltre ad altri vantaggi, un tale approccio previene la possibilità di domande che richiedono altre domande, come nel caso di un credente che mentre cerca di convertire un amico gli racconta di un particolare "uomo di Dio" capace di conversare con gli angeli e, quando interrogato sulla veridicità di tale affermazione, esclama: Un uomo che è in grado di parlare con gli angeli, secondo te mentirebbe?
Coloro che visitano regolarmente Maharaj sono consapevoli del fatto che egli scarta totalmente il concetto di rinascita come semplice assurdità.
Ma ogni qual volta un riferimento a questo argomento evoca da parte sua una risposta, un nuovo visitatore viene scosso al di là di ogni misura, particolarmente se appartiene alla religione Indù. In una di queste occasioni, un giovane visitatore vestito con la tradizionale veste ocra che indicava la sua appartenenza ad una certa setta Indù, con il fuoco del fanatismo che bruciava nei suoi occhi, espresse il suo scosso stupore per il fatto che Maharaj non accettava la teoria della rinascita, la base stessa della filosofia Indù. Si guardò attorno a cercare sostegno morale, ma deve essere rimasto deluso dagli indulgenti sorrisi di comprensione (ma non acquiescenza!) degli altri.
Maharaj guardò il giovane Sannyasi con ma certa simpatia, presumibilmente per il suo zelo mal diretto e gli disse in una maniera insolitamente gentile: Questa mia affermazione sull'assurdità della rinascita non è nulla. Sarai ancora più scosso se continuerai a venire qui. Non insegno alcuna filosofia, alcuna religione e non sono interessato ad alcun testo tradizionale come base dei miei discorsi. Parlo soltanto per diretta esperienza, poiché il mio Guru mi ha aperto gli occhi, i miei occhi spirituali. Non è mia intenzione ferire i sentimenti di nessuno. Perciò, ricordo costantemente alle persone che sono libere di andarsene se non apprezzano ciò che odono.
Ciò che ascoltano da me è la diretta verità, così come l'ho sperimentata, non come le persone vorrebbero ascoltarla. Temo di non fornire nutrimento ai concetti delle persone.
Un tale approccio scosse completamente il giovane ma anche lo affascinò e così, umilmente, espresse il suo desiderio di continuare ad ascoltare Maharaj.
Maharaj allora disse: Hai mai realmente pensato alla essenziale natura dell'uomo? Dimentica ciò che hai letto, ciò che ti è stato detto. Hai mai pensato in maniera indipendente a questa questione? Ripeto "indipendente", quieto e profondo pensiero, come se tu fossi il solo essere senziente sulla terra e non ci fosse nessuno a guidarti? 0, a fuorviarti? Quali sono gli elementi essenziali di quello che consideri "te"? Ovviamente il corpo. Ma questo corpo che ora è giovane, in salute e forte, una volta era soltanto una piccola goccia di materia chimica, quando è avvenuto il concepimento nel grembo di tua madre.
Pensaci. Hai fatto qualcosa per essere così concepito? Hai voluto essere concepito? Fosti consultato? Inoltre, e questo è importante, cos'è che era "latente" in quella minuscola goccia di materia che l'ha fatta crescere in un bambino pienamente sviluppato, con sangue, carne, midollo, ossa, innanzitutto nel grembo di tua madre e poi in questo mondo sino a che ora è seduta di fronte a me discutendo di filosofia?
Il corpo, durante la sua crescita, ha assunto varie immagini che tu hai considerato "te", in tempi diversi, ma nessuna singola immagine è rimasta con te costantemente; tuttavia c'è qualcosa che e rimasto senza alcun cambiamento. Non forse il tuo senso di essere vivo e presente, la coscienza che dà capacità senziente ed energia all'apparato psicosomatico conosciuto come il "corpo"? A questa coscienza vengono dati vari nomi: Esistenza, io sono, Sé, Atma, eccetera, ed anche altri come Maya, Dio, Amore, eccetera. Il mondo per te esiste soltanto se c'è questa coscienza. Se non sei conscio, come nel sonno profondo, può il mondo esistere per te?
Ora hai qualche idea di ciò che li fa istintivamente pensato a te stesso come a "te"; questo composto del corpo fisico, della forza vitale (Prana) che è il principio attivo e la coscienza che mette in grado i sensi fisici di percepite le cose. Ciò che tu sembri essere è il corpo esteriore, ciò che tu sei è coscienza.
Ritorniamo al tuo problema della rinascita. Ciò che è "nato", il corpo oggettivo, nel dovuto corso "morirà"; poi sarà dissolto cioè irrevocabilmente distrutto, la forza vitale lascerà il corpo e si mischierà con l'aria esterna. La parte oggettiva di ciò che una volta era un essere senziente sarà distrutta, per non rinascere mai più come lo stesso corpo. E la coscienza non è un oggetto, non è affatto una "cosa"; perciò, la coscienza in quanto non oggettiva, non può "nascere", non può "morire" e certamente non può "rinascere".
Questi sono fatti indisputabili, fatti concernenti l'essere senziente, manifesto fenomenicamente. Come processo del funzionamento del noumeno, avviene la manifestazione del fenomeno in cui le forme vengono create e distrutte. Chi è nato? E chi muore? E chi deve rinascere?
Se è così, puoi chiederti come sono sorti i concetti di Karma, causalità e rinascita. La risposta è che invece di avere accettato un fenomeno come manifestazione dell'immanifesto, è avvenuta una erronea identificazione con una pseudo-entità ed stato creato un fantasma con una presunta esistenza autonoma. Si suppone che questo fantasma abbia scelta di decidere ed agire. E' questo fantasma che si suppone sia nato, viva, soffra e muoia. Ed in questo processo è questo fantasma che diventa soggetto al processo della causalità conosciuto come Karma, accetta la presunta "schiavitù" e "rinascita" e cerca una immaginaria "liberazione".
In altri termini, concluse Maharaj, sul naturale processo della manifestazione dei fenomeni viene sovrimposto un sé-fantasma, con una presunta esistenza autonoma indipendente e su questo sé-fantasma viene caricato il concetto degli effetti che risultano dalle immaginarie azioni volitive, cioè il Karma, la schiavitù e la rinascita! Comprendi ora perché, riporto alle dovute proporzioni la teoria della rinascita?
testo inviato da Claudio
Libro consigliato di Maharaj Nisargadatta: Io sono quello
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