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Testi per riflettere

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Ricordi Sogni Riflessioni

Di Carl Gustav Jung
Da Ricordi Sogni Riflessioni - Rizzoli
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Poiché secondo il dogma cristiano Dio è interamente presente in ognuna delle tre Persone della Trinità, Egli è interamente presente anche dovunque si sia diffuso lo Spirito Santo: così ogni uomo può essere partecipe dell'intero Dio, e perciò della filiatio. La complexio oppositorum dell'immagine divina entra così a far parte dell'uomo, e non come unità, ma come conflitto, e la metà oscura dell'immagine urta con l'opinione diffusa di un Dio che è «luce». Questo è il processo che ha luogo nel nostro tempo, senza però essere compreso dai maestri degli uomini, che avrebbero proprio il compito di capire tali cose. Vi è certamente il diffuso convincimento che siamo a una svolta significativa dei tempi, ma si crede che essa derivi dalla fissione e fusione nucleare e dai razzi spaziali. Come al solito si trascura ciò che contemporaneamente si sta verificando nell'anima umana.
In quanto l'immagine divina è, dal punto di vista psicologico, una rappresentazione del profondo dell'anima, e in quanto la frattura in quell'immagine comincia a divenire chiara all'umanità, nella forma di una profonda dicotomia, che si estende persino alla politica mondiale, ne è sorta una compensazione psichica, che ha assunto la forma di simboli circolari dell'unità, che rappresentano una sintesi degli opposti all'interno della psiche. Mi riferisco alle voci diffuse nel mondo di oggetti volanti non identificati (UFO) o dischi volanti, dei quali si cominciò a parlare già nel 1945. Queste voci si fondano o su visioni o su fenomeni reali. Ciò che abitualmente si dice degli UFO è che essi sono una sorta di macchine volanti che provengono da altri pianeti o addirittura dalla «quarta dimensione».
Più di venti anni prima (nel 1918) nel corso delle mie indagini sull'inconscio collettivo scoprii la presenza di un simbolo universale dello stesso genere: il mandala. Per essere sicuro del fatto mio spesi più di dieci anni a raccogliere dati suppletivi, prima di annunciare la mia scoperta per la prima volta. Il mandala è un'immagine archetipica la cui presenza è confermata attraverso i millenni. Esso indica la totalità del i «», ovvero rappresenta la compiutezza del fondamento psichico, per dirla in termini mitici, la divinità incarnata nell'uomo. In contrasto con il mandala di Boehme, quello moderno tende all'unità; rappresenta una compensazione della frattura psichica, o un'anticipazione del supermento della medesima. Poiché tale processo avviene nell'inconscio collettivo, si manifesta dovunque. Ne è una prova la diffusione dei racconti relativi agli UFO, sintomo di una disposizione psichica universale.
In quanto il trattamento analitico rende l'«ombra» cosciente, causa una frattura e una tensione degli opposti, che a loro volta richiedono una compensazione nell'unità. La mediazione si realizza per mezzo di simboli. Il conflitto tra gli opposti può tendere la nostra psiche fino al limite di rottura, se li prendiamo sul serio, o se ne siamo presi sul serio. Si verifica il tertium non datur della logica: non si vede alcuna soluzione. Se tutto va bene la soluzione viene spontanea dalla natura. Allora e allora soltanto è convincente, e viene avvertita come «Grazia». Poiché la soluzione procede dal confronto e dall'urto degli opposti, di solito è un inspiegabile miscuglio di fattori consci e inconsci, e pertanto un «simbolo» (una moneta spezzata, le cui due metà combaciano esattamente). Questo rappresenta il risultato degli sforzi congiunti della coscienza e dell'inconscio, e raggiunge l'analogia dell'immagine divina nella forma del mandala, che è probabilmente il modello più semplice del concetto della compiutezza, e che si offre spontaneamente all'immaginazione come una rappresentazione del conflitto e della conciliazione degli opposti. La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima. Perciò l'immagine di Dio è sempre una proiezione dell'esperienza inferiore di un poderoso opposto. Questo è simboleggiato da oggetti dai quali l'esperienza interiore ha preso le mosse, e che da allora in poi conservano un significato numinoso, o almeno caratterizzato dalla sua numinosità e dalla sua potenza soverchiante. In tal caso l'immaginazione si libera dalla mera rappresentazione concreta e tenta di tratteggiare l'immagine di un invisibile, che sta dietro il fenomeno. Penso in questo caso alla più semplice forma fondamentale del mandala, il cerchio, e alla più semplice divisione (mentale) del cerchio, il quadrante, ovvero la croce.
Esperienze di questo genere hanno sull'uomo un effetto benefico o distruttivo. Non le può afferrare, comprendere, dominare; ne può liberarsi da esse, o sfuggirle, e pertanto le avverte come soverchianti. Riconoscendo giustamente che esse non scaturiscono dalla sua personalità cosciente, le chiama «mana», «demone», «Dio». La scienza si serve del termine «l'inconscio», e con questo ammette di non saperne niente, poiché non può conoscere nulla della sostanza dell'
anima, in quanto l'anima è appunto il suo unico mezzo di conoscenza. Perciò la validità di questi termini, come mana, demone, Dio, non può essere ne convalidata ne confutata. Possiamo comunque stabilire che il senso di estraneità connesso con l'esperienza di qualcosa di oggettivo, è effettivamente autentico.

 

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