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Testi per riflettere

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Nicla Vassallo

- CONVERSAZIONI

Intervista di Anna Longo - Gennaio 2013

Brani tratti da: Nicla Vassallo - CONVERSAZIONI Intervista di Anna Longo, illustrazioni di Francesca Biasetton – MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) 2012.

 

 

Anna Longo: Nicla Vassallo è una studiosa che prende posizione. Prende posizione nel suo lavoro, nei suoi libri, nei suoi interventi. Lo farà anche qui. A cominciare dal suo intendere la filosofia.

 

Nicla Vassallo - CONVERSAZIONINicla Vassallo: Credo in un tipo di filosofia. Comunque, in un modo comune di fare filosofia, il modo argomentato e dialogato, in cui ci sono premesse, argomentazioni e conclusioni. Come funziona? In poche parole, se le conclusioni cui si giunge non soddisfano, dobbiamo controllare l’argomentazione, per verificare la correttezza o la scorrettezza del ragionamento, oppure contestare le premesse.

Ovvio che nel caso in cui non riusciamo a rivolgere obiezioni né contro l’una né contro le altre, non possiamo – per onestà intellettuale – che accettare le conclusioni. Questo è il modo di filosofare che prediligo, un modo nato con Socrate: una filosofia per obiezioni e risposte, una filosofia in cui si dialoga, una filosofia democratica.

Si cresce dialogando con qualcun altro, così invio sempre a più di un collega la prima stesura di un mio articolo scientifico o di un mio volume, affinché sollevi ogni obiezione possibile, a cui tento poi di rispondere nella seconda stesura. […]

 

Anna Longo: Cosa pensi dell’uso del termine stesso “filosofia” nel linguaggio comune? Faccio qualche esempio: “prenderla con filosofia”, “filosofia di vita”. Con una valenza piuttosto negativa si trova poi “filosofeggiare” che nel Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli viene spiegato anche come “disquisire su un problema irrilevante con la pretesa di fare filosofia”, ma che vedrei piuttosto come il tentativo di sfuggire a un problema, rifugiandosi nell’evanescenza retorica. Si tratta di approssimazioni accettabili o no?

 

Nicla Vassallo: Non sussiste compatibilità tra approssimazione e filosofia, pertanto all’interno del discorso filosofico non possiamo accettare espressioni più o meno generiche. Altra cosa è quando il termine “filosofia” viene impiegato nella vita di tutti i giorni con significati diversi da quello originale, che ricordiamolo è “amore per la sapienza”. […]

 

Anna Longo: Si sceglie la teoria che fa più comodo. Un/a timoroso/a opterà per una teoria in cui la prudenza viene esaltata quale massima virtù degli umani, giustificando così a se stesso/a quelle esagerazioni di circospezione di cui è vittima. Chi invece conduce una “vita spericolata” (come nella famosa e discutibile canzone) – tipico esempio: chi beve e si impasticca e corre troppo in macchina – si sentirà orgoglioso di far sua una teoria in cui l’eccesso viene considerato la massima virtù. In entrambi i casi, si finisce con l’evitare di porsi domande sulla propria condotta.

 

Nicla Vassallo: Alcuni evitano per una sorta di prudenza (tecnicamente, viene chiamata “giustificazione prudenziale”), che in realtà è convenienza, di chiedersi se le aragoste gettate vive nell’acqua bollente soffrano o meno. Così si cibano di aragoste senza sentirsi in colpa. È una prudenza che non mi aggrada. Preferisco pensare, interrogarmi sulla sofferenza delle aragoste, e decidere di comportarmi di conseguenza, con coerenza. Si tratta di una questione di responsabilità. Già, non solo parecchi adulti si pongono poche domande, ma si assumono di rado responsabilità. In proposito, occorre differenziare le etiche delle convenienze dalle etiche delle convinzioni, benché, in effetti, a mio avviso, le prime non rientrino nelle etiche vere e proprie. A ogni buon conto, adottando un’etica delle convenienze, ci si dice: mi conviene pensarla e comportami così, in modo da vivere senza troppi reali problemi. Un vivere superficiale, che può fare soffrire, oltre le aragoste, gli esseri umani.

 

Anna Longo: Pensare è scomodo.

 

Nicla Vassallo: L’etica della convinzione è scomoda. Rimane l’unica etica. Quando si è convinti, si dispone di buone ragioni a favore di una certa credenza, e da queste buone ragioni seguono le nostre azioni. Se credo, per esempio, che l’amicizia preveda rispetto, e sostengo questa mia credenza con buone ragioni, non posso agire, caeteris paribus, senza rispetto nei confronti di un amico/a. Oltre a compiere una cattiva azione, sarei incoerente, ed appellarmi a questioni di convenienza non farebbe che peggiorare la mia posizione. […]

 

Anna Longo: Ci sono professori di filosofia che si definiscono filosofi, anche tu del resto. Perché alcuni sono filosofi e altri no?

 

Nicla Vassallo: Chi insegna filosofia può limitarsi a ripetere le teorie di altri. Quando invece si fa filosofia, si cercano e coniano nuove teorie, non ci si assesta sulla tradizione: piuttosto, ci si confronta con le menti migliori, mirando a perfezionamenti, sviluppi, trasformazioni, evoluzioni, innovazioni, rivoluzioni. […]

 

Anna Longo: Dall’estero abbiamo importato la cosiddetta “Pop Philosophy”, che ora riscuote successi da noi. In più di un’occasione, hai espresso perplessità su di essa.

 

Nicla Vassallo: I sostenitori italiani (non tutti filosofi di professione, benché si spaccino per tali) della “Pop Philosophy” ritengono che la loro “filosofia” si occupi di tutto, a differenza della filosofia accademica che invece si occupa di poco. Non condivido. La filosofia accademica (se buona filosofia) mira da sempre a riflettere su molto, conferendo a questo molto parecchie specificità. Ho l’impressione che il pop si radichi su confusioni e facilonerie, cose estranee alla bella filosofia, a quella filosofia dove a contare permangono metodo rigoroso e contenuti definiti esplicitamente. Chi mi accusa di rigidezza rispetto a quanto considero pop–populismo mostra estraneità rispetto al buon filosofare in cui prevale la consapevolezza della complessità dei problemi, complessità che s’interseca ineluttabilmente con la nostra esistenza quotidiana. Un aneddoto: quando uscì Matrix, sono intervenuti, prima su internet e poi in un ottimo libro, grandi filosofi professionisti, che disquisivano di grandi temi, in cui a brillare era il problema della conoscenza, affrontato da un punto di vista scettico: possiamo conoscere?; in quale realtà stiamo vivendo?; stiamo sognando? Diversi libri assai pop su Matrix, e non solo, per lo più scopiazzati, hanno invece ammaliato, infarciti di semplicismi e retoriche da quattro soldi, il cosiddetto grande pubblico. Un reale peccato, perché questa non è filosofia divulgativa, bensì cattiva filosofia. Dovremmo opporci con costanza a ogni pop–populismo, che si spacci per filosofia, teologia, scienza o altro. Nel periodo di matrice berlusconiana, il pop–populismo si è affermato come vincente in parecchi campi, giornalismo incluso: dove ci ha condotto?

Illusorio ritenere che quanto diviene popolare veicoli valori positivi.

Veicola spesso incompetenza e supponenza. […]

 

Anna Longo: Una citazione: «Quindi, Malunkyaputta, tieni presente quello che ho spiegato perché l’ho spiegato e quello che non ho spiegato perché non l’ho spiegato. Quali sono le cose che non ho spiegato? Se l’universo è eterno o no; se l’universo è finito o no; se l’anima è la stessa cosa del corpo o no; se il Tathagata esiste dopo la morte o no, o se allo stesso tempo esiste e non esiste, o se allo stesso tempo non esiste né non esiste». La citazione appartiene alla “Parabola della freccia”: il discepolo Malunkyaputta pretende che il Buddha risponda a domande sulla natura del cosmo, sulla creazione, sulla vita dopo la morte. Allora l’Illuminato racconta di un uomo che, colpito da una freccia avvelenata, rifiuta di farsela togliere finché non sappia chi l’abbia tirata, da dove venga, di che legno sia, e via dicendo, rischiando la morte. La parabola mostra che le domande di Malunkyaputta non sono giudicate rilevanti alfine dell’evoluzione spirituale del praticante. Ora, per alcuni il Buddismo rappresenta una filosofia, non una religione, e il Buddha può essere definito “agnostico”. Dunque, in quel caso, Nicla Vassallo condivide una posizione teorica con il Buddha… Restando nell’ambito della filosofia buddhista, un concetto vi riveste un’importanza decisiva: la consapevolezza, che poi in fondo equivale all’agire con attenzione e responsabilità. Nel contesto occidentale, il punto di partenza di questa consapevolezza potrebbe individuarsi nel socratico “conosci te stesso”.

 

Nicla Vassallo: Il “conosci te stesso”, impresso sul tempio dell’Oracolo di Delfi, rimane un imperativo che ognuno dovrebbe recepire, al di là della teoria filosofica occidentale che lo sottende.

Dovremmo, altresì, comprendere se ci è concesso conoscere noi stessi senza conoscere gli altri. Giungo a conoscermi nel più totale isolamento? Sì, in qualche senso minimale, altrimenti dovrei negare conoscenza a una me stessa abbandonata sola in qualche steppa.

In un senso massimale, invece, approfondisco la conoscenza di me grazie agli altri – plausibilmente, in virtù della teoria secondo cui l’identità personale coincide, in gran parte, con un’identità relazionale.

Nella “buona” sorte altri che scelgo, nella “cattiva” sorte altri in cui incappo, quest’identità si plasma e costruisce man mano, grazie alle relazioni che intrattengo. La conoscenza di me stessa viene sì dall’“esplorarmi” con costanza, ma si lega al rapporto, al dialogo psico–fisico che intrattengo con altri. A seconda di coloro in cui ci si imbatte, o si desidera imbattersi, si cresce oppure si “decresce”.

Preferibile il crescere assieme, in quanto comporta un rafforzamento della conoscenza di se stessi e degli altri. Un crescere e una conoscenza che riserbano meraviglie, senza termine.

 

Anna Longo: “Senza termine”?

 

Nicla Vassallo: Prendi la conoscenza di un oggetto, il mio notebook.

È statico, è sostituibile, e nello stesso tempo facile da usare; mi dà la possibilità di gestirlo con minimo sforzo e poca soddisfazione, con minimo tormento e poca felicità. Contrariamente, la conoscenzadell’altro–da–me non presuppone alcunché di sostituibile, in virtù della peculiare personalità dell’individuo in questione. Sciocco, per esempio, ritenere che un individuo amato, nel senso serio e proprio del termine, lo si riesca a rimpiazzare. Ci si relaziona con se stessi e con altri, in un costante mutamento, crescita, di sé, degli altri, sempre che si aspiri a conoscere; con ciò non intendo sostenere che non occorra tenere presenti, magari temere, nonché evitare gli individui “statici”, più simili a oggetti, difficili da classificare (oggetti o individui?). Da filosofo, continuo a interrogarmi su coloro che non avvertono l’esigenza d’approfondire la conoscenza di sé e degli altri, chiedendomi se nutrano una forma di rispetto e responsabilità. Dove si situa l’umanità in chi non desidera conoscere, insomma? Aristotele apre il “Primo libro” della Metafisica sostenendo qualcosa come: gli esseri umani per natura, per essenza, aspirano, devono aspirare, al sapere, altrimenti non sono esseri umani. Occorre ribadire sempre il punto. Con Dante: fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza. Virtù e conoscenza non piacciono nondimeno ad alcuni, a troppi, nel nostro passato, nel nostro presente. […]

 

Anna Longo: […] Con “cultura” intendo un insieme di conoscenze, un sistema di coordinate, che contraddistinguano un individuo, una comunità, una nazione, un intero continente. Intendo quel bagaglio di informazioni e competenze che ci fanno capire chi siamo e dove viviamo, e ci aiutano a crescere. Come vedi la situazione italiana da questo punto di vista? Da parte mia, sono preoccupata, e mi riconosco un po’ “dinosauro” alla maniera di Piero Dorfles, penso cioè che ci si debba ribellare a quel conformismo che ci ha portato a rinnegare il valore della cultura.

 

Nicla Vassallo: Stiamo pagando lo scotto di un lungo periodo in cui cultura e conoscenza sono state deprezzate, in ogni senso, non solo con un progressivo e incisivo taglio dei finanziamenti destinati alla scuola e all’università pubbliche. Abbiamo visto non la competenza, bensì l’incompetenza al potere. Furbacchioni, marpioni, capaci di ingannarci, di testimoniare sfacciatamente il falso. Nicla Vassallo - CONVERSAZIONIChe abbiamo votato, e li abbiamo votati in quanto parecchi di noi non presentano più conoscenze e capacità di votare, di scegliere il candidato che sa governare e garantire il bene comune. Del resto, come si riesce a disporre di queste conoscenze e capacità, quando esse ci vengono negate, quando l’informazione subisce costanti manipolazioni, o addirittura censure? Con notevole amarezza, devo nondimeno ammettere che una qualche “conoscenza” ha avuto la meglio: conosco Tizio e Caio, li avvicino e li frequento per interesse, per trarne vantaggi materiali. Si tratta di una conoscenza basata sul calcolo, impregnata di corruzioni, che non contiene nulla di onesto, integro, virtuoso. Che anzi azzera il merito, azzera le reali conoscenze e competenze.

 

Anna Longo: Davvero triste che questo secondo significato di “conoscenza” riscuota più fortuna del suo significato proprio. Dunque, che cosa comporta una progressiva diminuzione del nostro bagaglio di autentica conoscenza?

 

Nicla Vassallo: L’inciviltà, l’iniquità, l’insulto, la maleducazione, l’oltraggio, la sopraffazione, la violazione, la volgarità. Una progressiva perdita conoscitiva conduce a una altrettanto progressiva perdita di noi stessi, della nostra umanità. […]

 

Anna Longo: La filosofia quale aiuto ci garantisce?

 

Nicla Vassallo: Ci raccomanda, per esempio, di sospendere il giudizio rispetto a certe tradizioni trasmesse, a certe convinzioni, a certe testimonianze. Ci fornisce diversi criteri per considerare attendibile o inattendibile una testimonianza. Palese che una testimonianza infarcita di pregiudizi non sia attendibile, e, di conseguenza, vada rifiutata. […]

 

Brani tratti da:
Nicla Vassallo CONVERSAZIONI

Intervista di Anna Longo, illustrazioni di Francesca Biasetton
© 2012 – MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine)

 

 

Nicla Vassallo - CONVERSAZIONIQuesto è un libro di conversazioni, un percorso di senso attraverso i temi specifici del pensiero di Nicla Vassallo, i cui contenuti sono esposti con rigore ma senza la severità del linguaggio accademico: una buona divulgazione, necessaria da parte dell’intellettuale, per comunicare con chiarezza temi complessi. La dialettica costruttiva, metodo stesso del far filosofia, si coniuga qui con riferimenti a fatti di cronaca e con qualche divagazione inattesa e spiazzante. Il libro parla del ruolo e dei doveri della filosofia, di cosa significa conoscere, della verità e della menzogna, dell’attendibilità o inattendibilità dei media, di politica, di scuola, di pregiudizi, di certi equivoci di alcune teorie e movimenti, del confronto con le altre culture e con la spiritualità orientale, di preferenze sessuali, d’amore, del conformismo ipocrita che ci impedisce di voler costruire nuovi scenari privati e pubblici ispirati alla consapevolezza e all’onestà intellettuale. Non filosofia della vita quotidiana, ma filosofia per la vita quotidiana, benché non solo. Non chiacchiere, ma conversazioni.

 

INDICE
COSA FARE di Anna Longo p. 9
PRIMA CONVERSAZIONE: FILOSOFARE p. 11
SECONDA CONVERSAZIONE: CONOSCERE p. 25
TERZA CONVERSAZIONE: TESTIMONIARE p. 37
QUARTA CONVERSAZIONE: DONNE, UOMINI, STEREOTIPI p. 51
QUINTA CONVERSAZIONE: SESSUALITÀ p. 71
ARRIVEDERCI p. 87
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI p. 93
PROFILI p. 95
BIBLIOGRAFIA p. 99

 

Nicla Vassallo - CONVERSAZIONINicla Vassallo, specializzatasi al King's College London, Professore Ordinario di Filosofia Teoretica presso l'Università di Genova, è filosofa di fama. I suoi contributi innovativi si danno in filoni di studio e ricerca analitica che riguardano, fra l'altro, l'epistemologia, la filosofia della conoscenza, la metafisica, i gender studies. Fa parte di comitati scientifici di autorevoli associazioni, fondazioni, riviste specialistiche. Scrive regolarmente di cultura e filosofia su giornali e riviste. Il suo ultimo volume inglese è Reason and Rationality (Ontos Verlag 2012); da autrice, col suo recente volume in italiano, Per sentito dire. Conoscenza e testimonianza (Feltrinelli 2011), le è stato assegnato il Premio di filosofia Viaggio a Siracusa. Stando alla Treccani Enciclopedia, Nicla Vassallo è tra gli “esponenti principali della filosofia analitica italiana”, mentre il Fai la giudica la “filosofa italiana dalla brillante carriera internazionale”. www.niclavassallo.net

 

Su Riflessioni.it è presente con un'intervista sul senso della vita

 

Anna Longo, giornalista culturale, è laureata e specializzata in Studi Orientali all'Università Sapienza di Roma. Vicecaporedattore della Cultura del Giornale Radio, conduttrice di trasmissioni di Rai Radio1 (fra cui Il Baco del Millennio e Il Trucco e l'anima), cura l'appuntamento settimanale Luoghi tra incanto e Memoria. Si occupa di informazione culturale, intesa come osservazione e analisi critica delle politiche e dei fenomeni culturali in particolare nei settori della comunicazione, della formazione, della storia e della filosofia, della gestione dei beni culturali e del territorio. Ha insegnato alla Statale di Milano e alla Sapienza. Fa parte della Commissione Radiofonia dell'Usigrai. Per il suo impegno a sostegno della tutela del patrimonio culturale e ambientale ha conseguito il Premio di Italia Nostra Giorgio Bassani alla Carriera.

 

Francesca BiasettonFrancesca Biasetton, illustratrice, ha scritto i titoli di testa per La leggenda del pianista sull'oceano di Giuseppe Tornatore, lavorato con l'artista iraniana Golnaz Fathi e con Brody Neuenschwander per The Children of Uranium di Peter Greenaway. Con Abbecedario, ha vinto il Premio Andersen e il Premio Stregagatto. E' autrice dello slogan calligrafico dei XX Giochi Olimpici Invernali; viene selezionata per l'edizione 2006 del Premio Internazionale di Calligrafia di Westerlo; nel 2010 crea per Midali una serie limitata di abiti scritti a mano; nel 2012 è coprotagonista della video installazione Writing Stage Diving. Tra i suoi ultimi lavori: il lettering per allestimento Nespresso onlyU; il logo e la calligrafia della mostra GINOWA hiar 2492 del Festival della Scienza, la calligrafia per l’installazione nonché per il video 100 morte che non contano di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. Molteplici i suoi lavori di illustratrice e calligrafa per volumi pubblicati dai più importanti editori. Sue opere calligrafiche sono inserite nella collezione Berlin Sammlung Kalligraphie, mentre l’editore Gestalten dedica loro tre pagine nel prestigioso Hand to Type del 2012. E' Visiting Professor presso la Naba - Nuova Accademica di Belle Arti di Milano. Dal 2011 ricopre il ruolo di Presidente dell'Associazione Calligrafica Italiana. www.biasetton.com

 

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