Testi per Riflettere
Messaggio per un'aquila che si crede un pollo
Di Anthony De Mello
Da Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, PIEMME Editore
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Cambia la qualità della vita, e dunque le persone non devono più credermi sulla parola. Lo vedono; sono diverse, reagiscono in modo diverso. Anzi, reagiscono meno e agiscono di più. Capiscono cose che non hanno mai capito prima.
Si ha più energia, si è più vivaci. La gente pensa che, senza desideri, si sia come dei pezzi di legno senza vita. In realtà, si perde solo la tensione. Liberatevi della paura di fallire, della preoccupazione di riuscire, e sarete voi stessi. Rilassatevi. Non guidereste come state facendo ora, con il piede sul freno. Ecco cosa accadrebbe.
C’è un bellissimo detto di Tranxu, grande saggio cinese, che mi sono preso la briga di imparare a memoria. Dice: “Quando l’arciere tira senza ambire a un premio particolare, ha tutte le sue capacità; quando tira per vincere una fibbia d’ottone, è già nervoso; quando tira per un trofeo dorato, diventa cieco, vede due bersagli, e perde la testa. Le sue capacità non sono andate perdute, ma il premio lo turba. Per lui è importante! Pensa più a vincere che a tirare, e il bisogno di vincere gli toglie la sua abilità”. Non vi sembra l’immagine della maggior parte delle persone? Quando non si vive in funzione di qualcosa, si conserva tutta la propria capacità, la propria energia, e si è rilassati, perché non importa che si vinca o si perda.
Ma un’esistenza umana, per voi è possibile. La vita è tutta qui. Non può che derivare dalla consapevolezza. E nella consapevolezza capirete che l’onore non significa nulla. E’ una convenzione sociale, ecco tutto. Ecco perché i mistici e i profeti non se ne curavano neanche un po’. L’onore e a disgrazia per loro non significavano nulla. Vivevano in un altro mondo, il mondo delle persone destate. Il successo e il fallimento non significavano nulla per loro. Il loro punto di vista era: “io sono un asino, tu sei un asino, e dunque qual è il problema?”.
Qualcuno ha detto una volta: ”Le tre cose più difficili per un essere umano non sono attributi fisici o capacità intellettuali. Sono queste: primo, restituire amore in cambio d’odio; secondo, coinvolgere gli esclusi; terzo, ammettere di avere torto”.
Ma queste sono le cose più facili del mondo se non ci si è identificati con il “me”. Si possono dire cose come: “Ho torto! Se mi conosceste meglio, vi accorgereste di quanto spesso io sbagli. Cosa vi aspettate da un asino?”. Ma se io non mi sono identificato con questi aspetti del “me”, non potete farmi del male. All’inizio, entrerà in gioco l’antico condizionamento, e sarete depressi e ansiosi. Sarete addolorati, piangerete, e così via [...] Pensavate che la felicità fosse emozione, che fosse elettrizzante? E’ proprio questo a causare la depressione. Non ve l’ha mai etto nessuno? Va bene, siete elettrizzati, ma state soltanto preparando la strada alla prossima depressione. Siete elettrizzati ma individuate l’ansia dietro l’emozione: come posso farla durare? Quella non è felicità è assuefazione [...] Non guardate dall’alto in basso alle persone assuefatte all’alcool o alla droga: forse siete assuefatti anche voi quanto loro. La prima volta che ho potuto scorgere uno sprazzo di questo nuovo mondo, è stato terrificante. Ho capito cosa significava essere soli, senza un posto dove appoggiare la testa, lasciando liberi tutti ed essendo liberi noi stessi, senza essere speciale per nessuno e amando tutti – perché l’amore è questo. L’amore splende sul bene come sul male, fa cedere la pioggia sui santi come sui peccatori.
E’ possibile che la rosa dica: “Concederò la mia fragranza ai buoni che mi annuseranno, ma la tratterrò se ad annusarmi saranno dei malvagi”? O è possibile che la lampada dica: “ Darò la mia luce ai buoni che si trovano in questa stanza, ma la sottrarrò ai malvagi”? O è possibile che un albero dica: “Farò ombra ai buoni che sosteranno sotto di me, ma la toglierò ai malvagi”? Queste sono immagini di cosa sia realmente l’amore.
L’amore è sempre stato lì, e ci guardava in faccia dalle Scritture, ma noi non ci siamo mai presi la briga di vederlo perché eravamo troppo preoccupati di quello che la nostra cultura chiama amore, con le sue canzoni e i suoi poemi - ma quello non è affatto amore, è il suo opposto. Quello è desiderio, controllo, possessività. E’ manipolazione, paura, ansia – non è amore.
[...]
C’è un’unica ragione per cui non provate quella che in India chiamiamo anand – beatitudine. C’è un’unica ragione per cui non state provando la beatitudine in questo preciso istante, ed è il fatto che pensate o vi fissate soltanto su ciò che non avete. Se così non fosse, provereste la beatitudine. Vi fissate su quel che non avete. Eppure, in questo preciso istante, avete tutto quel che vi serve per provare la beatitudine
Quattro passi verso la saggezza: La prima cosa da fare è entrare in contatto con i sentimenti negativi di cui non si è consci. Un sacco di gente ha dei sentimenti negativi senza rendersi conto di averli. Un sacco di gente è depressa senza rendersi conto di esserlo. E’ solo entrando in contatto con la gioia che si rende conto di quanto sia depressa. Non si può affrontare un cancro che non si è individuato. Non ci si può liberare degli insetti nocivi che infestano la propria azienda agricola, se non ci si è resi conto della loro presenza.
La prima cosa da raggiungere è la consapevolezza dei propri sentimenti negativi. Quali sentimenti negativi? La malinconia, per esempio. Ci si sente malinconici e di cattivo umore. Si prova odio nei confronti di se stessi, o dei sensi di colpa. La vita sembra non avere scopo, né senso. Ci si sente feriti, nervosi e tesi. Prima di tutto, entrate in contatto con questi sentimenti.
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