Sul Sentiero I
Dalla “divina inquietudine” alla Gioia
di Bianca Varelli
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La Meta futura
Meta futura dell’uomo sarà quella di strutturare volontariamente l’energia attraverso l’uso dell’Amore-Intelligente, al fine di raggiungere il più alto Proposito di Amore e Integrazione che la nostra mente sarà in grado di raffigurarsi.
Uno degli scopi successivi all’attuale stato evolutivo è quello di saper agire continuativamente e coscientemente sia sul piano fisico che su quello emotivo e mentale. Oggi l’attuale umanità è attiva per lo più sul piano fisico e, in misura minore, sul piano emotivo; pochi possono funzionare vigilmente in modo stabile sul piano mentale.
Superata la fase atomico-individualistica, lo spirito cerca infatti situazioni in cui esprimere l’amore per un gruppo sempre più vasto; a questo stadio ritroviamo i grandi filantropi e idealisti dell’umanità, che evidenziano nelle loro vite la qualità della Volontà rivolta ad un servizio amorevole e intelligente.
L’uomo diventerà quindi sempre più saggio e irradiante, pensando sempre più in termini di unità; anche le grandi religioni convergeranno in una universale re-ligio (riunione, riunificazione), superando i separativismi dottrinari e teologici in vista dell’unico glorioso Fine che attende il genere umano affratellato.
Con il tempo si svilupperà la capacità dell’Intuizione, che permetterà un collegamento più diretto con il mondo spirituale; le energie fisiche, emotive e mentali dell’uomo saranno allineate all’anima che governerà il cervello fisico, così che esso, diretto dalla sua più alta ispirazione, potrà agire con sicurezza nella realtà:
La verità è in noi stessi. Quando potremo venire in contatto con il nostro dio interiore, tutta la verità ci sarà rivelata. Saremo allora dei conoscitori. Questa è però una qualità positiva, non negativa, e significa mettersi in allineamento diretto e cosciente col proprio Ego o Sé superiore, senza lasciare aperta la propria personalità a qualsiasi entità o fantasma di passaggio.
(Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
L’umanità tutta percorrerà l’unico stretto “Sentiero” di cui parlano tutte le religioni:
Cosa accadrà nel momento in cui la coscienza di gruppo diventerà, su larga scala, l’obiettivo cosciente dell’uomo? Avverrà allora che l’uomo porrà piede sul “Sentiero”. L’uomo sarà definitivamente padrone di sé stesso e si sforzerà di vivere la vita dello spirito, rifiutandosi ormai di vivere una vita atomica, egocentrica. Cercherà il suo posto entro la più grande unità, trovandolo per mezzo di sforzi definiti ed autoiniziati e unificandosi con quel gruppo. Questo è il vero significato dell’insegnamento sul “sentiero” dato dalla chiesa protestante, cattolica e buddista. Tutte insegnano a percorrere questo sentiero, definendolo in vari modi, come la Via, il nobile Sentiero ottuplice, il Sentiero dell’Illuminazione, il Sentiero della Santità. Ma il Sentiero è uno solo, quello che risplenderà sempre di più e condurrà al giorno perfetto.
(Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
Lo sviluppo evolutivo porterà ai poteri dell’anima, che permetteranno il contatto con il gruppo, così come il dominio del corpo fisico rende possibili i contatti con gli altri uomini. Ciascuno avrà il controllo cosciente dei tre piani, non sarà più dominato dai propri desideri e dai propri pensieri ma governerà la natura inferiore, rendendosi così idoneo a collaborare alla più grande Vita cui apparteniamo:
Ben raramente noi veniamo in contatto con il nostro Sé Superiore, e solo nei momenti di maggiore sforzo, o nelle grandi crisi della nostra vita, solo come risultato di lunga disciplina, di strenua meditazione, ciò può verificarsi. Verrà un giorno in cui domineremo interamente la nostra vita, non dal punto personale egoistico, ma dal punto di vista del Dio in noi dimorante, che è la diretta rivelazione dello Spirito sui più alti piani.
(Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
H. P. Blavatsky conferma la nostra appartenenza ad un “unico corpo”:
Noi tutti siamo come membra di un unico corpo e perciò quando qualcuno cerca di danneggiare o distruggere gli altri, è come se la mano destra cercasse di tagliare quella sinistra per gelosia.
Chi uccide il prossimo suo, uccide se stesso, chi deruba, froda se stesso; chi ferisce il prossimo, mutila se stesso, perché gli altri esistono in noi, come noi esistiamo negli altri.
Pochi uomini vivono in questo stadio, ma quando le moltitudini l’avranno raggiunto, l’umanità entrerà in una dimensione di cui l’iniziato Paolo parla in questi termini:
Non vi saranno più divisioni nelle membra di un medesimo corpo, ma ogni membro avrà per altri membri la medesima sollecitudine che ha per se stesso. Se un membro soffre, tutti i membri soffrono con lui; se un membro è onorato, tutti ne gioiscono…poiché è lo stesso Dio che opera in tutti.
(Paolo, Lettera ai Corinzi, I, 12)
Bianca Varelli
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