Riflessioni sul Sufismo
di Aldo Strisciullo indice articoli
Il numero: simbolo e sostanza
Gennaio 2010
L’Islam non riconosce un valore assoluto alla ragione umana, facoltà che rende l’uomo atto a conoscere. Tuttavia essa resta limitata e subordinata alla logica e ai suoi aspetti deduttivi e induttivi o analogici, tipici dell’espressione umana. La ragione è un grande strumento per la conoscenza positiva della natura (physis) ma è inadatta alla conoscenza di ciò che è di là di questa natura (meta-fisica). L’Islam riconosce all’uomo altre facoltà, altre vie per raggiungere dimensioni diverse della realtà, in particolare l’intuizione. L’intuizione è necessaria per comprendere gli aspetti della realtà sensibili ed essenziali (Si Hamza Boubakeur).
L’uomo, osservando questo universo, meditando sulla sua natura e sulla sua complessità, percepisce, con la sua intelligenza, che non si tratta di un accidente, né di un ammasso confuso e disordinato in un vuoto infinito, ma di un insieme multiforme, sottomesso a leggi rigorose e immutabili, dove nulla è lasciato al caso. Il numero non è un concetto meramente astratto, ma possiede una sua realtà, ed è un aspetto della manifestazione sensibile e astratta (o essenziale).
L’uomo, come scrisse, Plotino, deve innanzitutto distinguere e mettere ordine alle sue percezioni, onde trovare il proprio coordinamento interiore. Egli scrive, nel capitolo Sui numeri (Enneadi 6,1-18): «Solo il numero è quantità, le grandezze lo sono in secondo luogo. Non dunque un unico genere in senso rigoroso, ma un’unica categoria che contiene anche ciò che è vicino alla quantità in senso originario e in senso derivato. Noi, però, dobbiamo vedere in che senso i numeri in sé siano essenza o quantità anch’essi; ma comunque vengano considerati, i numeri superiori non hanno nulla in comune con quelli di quaggiù, se non il nome [...]. Dopo L’intelligenza viene l’Essere, e, in esso, il numero; per suo mezzo l’Essere genera gli esseri agendo secondo il numero, e fa precedere i numeri alla loro esistenza e, allo stesso modo, congiunge con la sua unità L’Essere stesso col Primo [...]. Dunque il numero, il numero primo e vero, è principio e fonte di esistenza per gli esseri. Perciò, anche quaggiù, la nascita di ogni cosa si accompagna ai numeri; sicché se il generante accoglie un numero diverso, o genera una cosa diversa o si annulla».
In “Scienza e civiltà dell’Islam”, Sayyed Hossein Nasr scrive: «sappi che lo scopo della Scienza degli Antichi è ciò da cui ogni cosa procede: il Dio invisibile e immoto (lo zero), la cui Volontà (l’uno) fa nascere l’Intelligenza (il due). A partire dalla Volontà e dall’Intelligenza si manifesta l’Anima (il tre) nella sua unità; dall’Anima nascono le varie nature, che a loro volta generano corpi composti. Si capisce così che una cosa non può essere conosciuta, se non si sa che cosa viene prima di essa. L’Anima vien prima della natura, e grazie ad essa la Natura può venir conosciuta. L’Intelligenza vien prima dell’Anima, ed è grazie ad essa che vien conosciuta. Infine l’Intelligenza non può far altro che condurre a ciò che le è superiore, cioè a Dio, che l’avvolge e la cui Essenza non è percettibile».
Guardando “dentro” le cose, grazie all’intuizione, il numero è sia simbolo, ma anche e soprattutto essenza o realtà dell’essenza. Quando si osserva il mondo “dal di fuori”, le leggi e i numeri paiono moltiplicarsi e disperdersi e, poiché i nostri sensi sono limitati, fanno sembrare paradossalmente la realtà fisica finita e permanente. Col numero comincia la creazione. Il numero è una proprietà. Si può conoscere, secondo Nasr, solo ciò che vien dopo e non prima in ordine di qualità numerica (e di realtà).
Secondo Plotino, esiste una differenza tra numeri “superiori” e numeri “di quaggiù”, così esiste una differenza tra gli aspetti del mondo e i loro processi. Le apparenze del mondo fisico sono specchio e forma derivata delle realtà spirituali. Tuttavia è l’Essere primo o l’Uno, realtà prima di ogni cosa, a determinare tutta la realtà, secondo il numero. La realtà è molteplice, tuttavia è l’Uno, pietra angolare e principio, che conferma e organizza la realtà. Tutti gli aspetti non sono che porzioni del tutto, ma è il tutto che completa ogni cosa.
Aldo Strisciullo
- Articolo apparso sulla rivista Sufismo, n°1/2010
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