Riflessioni sulla Simbologia
di Sebastiano B. Brocchi
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Il libro chiuso di Big Fish.
L’alchemico cantastorie
Gennaio 2009
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Il circo rappresenta qui, alchemicamente, l’inizio dei processi veri e propri. Laddove prima abbiamo parlato di “scoperta”, ora comincia l’azione. Laddove prima era “Visita Interiora Terrae”, ora comincia il “Rectificando”, l’iter di creazione interiore, che porterà alla scoperta dell’“Occultum Lapidem”. In ciò consiste infatti la Grande Opera, secondo il celebre acrostico: Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem (Visita le profondità della terra e, rettificando, troverai la Pietra Nascosta).
Al circo, Edward scorge la donna di cui si innamora perdutamente, ma che, disgraziatamente, scompare prima che lui riesca a parlarle o conoscerne il nome. Questo colpo di fulmine e la sua trasposizione scenica evoca palesemente l’amore per la Donna Angelo degli stilnovisti: l’episodio è privo di ogni connotazione fisica, passionale e sensuale. È una vera e propria folgorazione mistica, platonica, eterica. È chiaro che non si parla di una donna carnale, bensì della “Beatrice” di Edward. L’Alchimista scorge la Sophia e ne diviene l’amante. È la “Luna” o “Argento” dei Filosofi, è la Luce e la Gnosi anelata dai ricercatori.
Ma la visione, come dicevamo, scompare rapida come è venuta, lasciando Edward nella desolazione e l’improvvisa, invincibile, necessità di ritrovare quella ragazza che ha rapito il suo cuore con uno sguardo. Scoprendo che il proprietario del circo conosce la donna, decide di mettersi al suo servizio, pretendendo come unica remunerazione, che l’uomo gli riveli ogni mese un’informazione riguardante la sua amata. La metafora è chiara: l’Alchimista, dovrà conoscere poco a poco la Sophia di cui è cercatore, attraverso il paziente lavoro interiore e una progressiva serie di intuizioni rivelatrici.
Nei servizi che Edward presta al proprietario del circo, riconosciamo degli importanti simboli ermetici: domare il leone, ad esempio (cfr. articolo “Il Sacrificio del Leone”), o lavare un uomo grassissimo immerso in una vasca, chiaro simbolo del “lavacro” e della “sgrossatura” della Pietra.
Le informazioni ottenute durante la permanenza al circo sono importanti, ma l’ultima è quella imprescindibile: nome e cognome, che non saranno rivelati ad Edward se non dopo che egli avrà affrontato il nero Lupo saturnino, simbolo della conclusione della Nigredo (Edward scoprirà infatti che il proprietario del circo è un lupo mannaro). A Edward viene offerta una pistola per uccidere il lupo, ma questi rifiuta di sopprimere l’animale (il quale del resto custodisce ancora il nome segreto dell’amata), preferendo ammansirlo attraverso il gioco…
Il lupo torna uomo, e rivela ad Edward che la ragazza si chiama Sandra Templeton. “Sandra”, diminutivo di Alessandra, nome di origine greca, significa “Protettrice dell’Uomo”, “Custode dell’Uomo”, “Difesa dell’Uomo”. Mentre “Templeton” deriva dall’inglese antico, e significa “Insediamento del Tempio”, “Stabilimento del Tempio”.
Fra le altre informazioni, Edward aveva saputo che Sandra si trovava attualmente al college, ed è lì che la cerca, e la trova, dichiarandosi. Il fatto che la ragazza sia già promessa in sposa ad un altro uomo avrebbe scoraggiato chiunque (pensa fra sé il nostro protagonista), chiunque tranne un matto. Ma Edward si rende conto di essere proprio quel Matto (figura cara agli iniziati) che non desisterà dal proposito, e che infatti ben presto riuscirà a superare gli ostacoli che impedivano il matrimonio (cfr. anche “Le Nozze Chimiche di Renzo e Lucia”).
Tim Burton sembra non aver lasciato proprio nulla al caso nel realizzare la meravigliosa parabola alchemica che è “Big Fish”: lo vediamo nei personaggi, nei luoghi, nell’azione, nei dialoghi… e anche nei dettagli. L’esempio forse più significativo, riguarda l’iscrizione posta sull’ala dell’internato femminile del college: “”. Un’iscrizione che probabilmente passerebbe inosservata, ma che cela un importante segreto. “Sigma Omega Delta”, ricorda molto da vicino il nome di una importante soriority universitaria dell’Oregon, “Sigma Delta Omega”. Tuttavia, come vediamo, la Omega e la Delta, in “Big Fish”, appaiono invertite, a formare il nome di una soriority in realtà inesistente. Ebbene, la parola inglese “sod”, (oltre ad avere dei significati scurrili), significa guardacaso “zolla di terra”. Il fatto che questa parola sia incisa sulla dimora di Sandra, lascia intendere che Edward abbia trovato la propria Sophia all’interno di una “zolla di terra”, e questo è notoriamente uno dei maggiori arcani riguardanti la ricerca e la scoperta dell’alchemica Materia Prima, rinvenuta in una simbolica “zolla”, “limo”, “fango”. Proprio in questa “Terra Nera” è celata la Luce dei Filosofi. Nel nostro caso, Sandra Templeton.
Dopo aver sposato colei che amava, dopo essersi congiunto alla sua Sophia, Edward riceve la chiamata alle armi e deve partire per la guerra, dove incontrerà delle gemelle siamesi, simbolo quanto mai palese dell’ottenimento del Rebis (letteralmente “La cosa doppia”, nome che gli Alchimisti davano all’Androgino, il loro Cinabro o Doppio Mercurio). Edward aiuterà le gemelle a lasciare quei luoghi devastati dalla guerra, scappando insieme a loro.
In altre parole, l’Iniziato che abbia ottenuto il Rebis ovvero la sintesi degli opposti (operando cioè la cosiddetta conjunctio oppositorum), potrà grazie ad esso evadere-elevarsi da ogni conflitto (guerra), poiché vi è conflitto laddove la coscienza non è in grado di comprendere la realtà in modo non-duale.
Ottenendo la percezione della realtà Una, l’Alchimista “muore” al Sé individuale, ricordando (dal latino “tornare al cuore”) di essere egli stesso l’Uno, il Tutto. Per questo, mentre Edward fugge insieme alle gemelle per tornare da Sandra, quest’ultima riceve dall’esercito una lettera in cui viene informata del decesso del marito.
Lascio a voi il piacere di scoprire ed interpretare il finale della storia. Tuttavia, prima di concludere l’articolo, vorrei soffermarmi sul motivo principale del film, che sembra percorre la trama in tutto il suo svolgimento, a partire dal titolo: Big Fish, il Grande Pesce. Così viene chiamato Edward Bloom, così si identifica lui stesso.
Certo, “big fish” in inglese significa anche “bugiardo”, “millantatore”, nel significato di “colui che racconta storie fantasiose”. È facile intuire l’origine di questo modo di dire: i racconti “esagerati” dei pescatori che descrivono le loro prede. Questo potrebbe spiegare il titolo del film dal punto di vista essoterico.
Ma occultamente, questo “Big Fish” potrebbe ben rappresentare l’Oannes mesopotamico, il Maestro Interiore che emerge (come un pesce) dagli abissi dell’inconscio, se risvegliato. Infatti, in uno dei racconti cruciali del film, Edward Bloom pesca (con le proprie mani, non con una canna da pesca) un immenso pescegatto, dalla cui bocca estrarrà un anello d’oro. Un episodio che molto richiama la storia biblica di Tobia, e quella di San Pietro e la moneta del tributo, e che indica all’Alchimista la necessità di trarre l’Oro filosofico di cui va in cerca, dalla bocca di questo misterioso abitante dei nostri abissi, il Pesce del “Mare Nostrum”.
Sebastiano B. Brocchi
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