Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Vittorio Marchi
Luglio 2011
Vittorio Marchi, insegnante di Fisica e ricercatore. Negli anni della sua maturità, 1968, ha conosciuto l'ingegnere compagno di stanza e di studi di Enrico Fermi, alla Normale di Pisa. E' stata la svolta della sua vita, il cui "cursus honorum" ha preso una direzione extra-accademica. Egli è stato infatti spettatore di fenomeni, che lo hanno reso responsabile dello sviluppo, della diffusione e della comunicazione delle potenzialità della macchina umana; capacità che sono di gran lunga superiori a quelle delle macchine, pur fantastiche, dell'attuale tecnologia moderna. Da molti anni ha orientato i suoi studi e le sue indagini scientifiche verso il tema dello spirito, oggetto di discussione delle sue numerose pubblicazioni e dei suoi frequenti incontri con autorevoli personalità del mondo delle scienze e della cultura.
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
La felicità è desiderare quello che si ha.
2) Professore Marchi cos'è per lei l'amore?
L'amore è il tutto della vita perchè proviene dalla radice "a-mors", che significa "non-morte".
3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
Con il processo della evoluzione (in realtà "ovulazione") in cui il cosiddetto "male" della "sofferenza" è una forma di "pre-bene".
4) Cos’è per lei la morte?
La morte è un passaggio da un piano di manifestazione ad un altro.
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
L'obiettivo è di rispondere alla domanda "Chi sono Io". Per concretizzarlo mi esercito a vedere l'UNO in ogni cosa, nel continuum di ciò che "sembra" altro da me, ma non lo è.
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Si, capire per che cosa siamo nati, per che cosa siamo portati e di conseguenza qual è il ruolo e il compito che la vita ci ha assegnato.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
L'individualismo è figlio dell'egoismo e l'egoismo dall'"ego", il nostro bambino difficile, ma preposto paradossalmente alla sopravvivenza della vita.
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Dal fatto che il bene è l'altra metà del male. Dalla loro indissolubile complementarietà.
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?
L'indipendenza da ogni forma di credo ereditato dall' atavismo.
10) Qual è per lei il senso della vita?
Quello di ricreare costantemente in noi stessi la più grande versione della più grande visione che abbiamo mai avuto su chi siamo come esseri "divini" in una realtà universale.
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