Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Swami Kriyananda
Dicembre 2010
Swami Kriyananda, fondatore e guida spirituale di Ananda, è uno dei pochi discepoli diretti ancora viventi di Yogananda. Swami Kriyananda risiede attualmente in India e sta dedicando questa fase della sua vita a diffondere nuovamente in quel paese i principi della realizzazione del Sé e di una vita equilibrata, sviluppando Comunità Ananda di fratellanza mondiale, centri di ritiro spirituale e scuole per “Educare alla vita”.
[NdA] Swami Kriyananda è scomparso ad Assisi il 21 aprile 2013.
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
Per me la felicità non è qualcosa da trovare: è qualcosa da divenire. La nostra vera natura è Beatitudine. Tutti gli uomini seguono le motivazioni della loro stessa natura, perché quella natura è intrinsecamente divina, cercare di realizzare le stesse mete: evitare il dolore e la sofferenza da una parte, e raggiungere qualsiasi cosa intendano per beatitudine, dall'altra.
2) Cos’è per lei l’amore?
Non c'è amore se non quello di Dio.
3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
La sofferenza nasce quando andiamo contro la nostra stessa natura beata. La sofferenza è relativa, non assoluta. Quanto più andiamo contro la nostra stessa natura, tanto più profonda sarà la nostra sofferenza.
4) Cos’è per lei la morte?
La morte non esiste. È solo la transizione da una forma all'altra.
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
Il mio obiettivo personale è stato sempre di trovare maggiore ispirazione interiore, e di aiutare anche gli altri a farlo.
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Non comprendo questa domanda. Il nostro compito è personale, ma è lo stesso per tutti: riscoprire la nostra natura di beatitudine.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
Penso che le soluzioni debbano essere cercate sempre prima dall'individuo, nel suo sé interiore.
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Dall'effetto che hanno su di noi. Ciò che è buono porta all'appagamento e al completamento dell'anima. Ciò che è cattivo è quel che ci deruba tale completamento. Non c'è nulla di oggettivamente buono o cattivo. Non compie un male la tigre che uccide. È la sua natura.
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?
La ragione fu, in realtà, ciò che mi condusse a Dio. L'amore disinteressato, tuttavia, mi ha risparmiato tante sofferenze. Non mi sono mai sentito angosciato da ciò che è sconosciuto. L'ho visto come una sfida!
10) Qual è per lei il senso della vita?
Secondo me il senso della vita è ciò che mi da quel che voglio dalla vita: beatitudine.
- Ringraziamo la signora Valeria Nandini (www.ananda.it) per aver reso possibile l’intervista a Swami Kriyananda. L'intervista è stata tradotta dall'inglese dal gentilissimo Jayan Walter - www.jayanwalter.com
Intervista originale: Interview with Swami Kriyananda
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