Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Isabella di Soragna
Dicembre 2009
Isabella di Soragna nasce in Italia durante l’ultima guerra mondiale. La sua vita è stata solo un unico richiamo verso il centro di se stessa. Dopo aver lungamente viaggiato negli anni ’80 dal Bhutan e Sikkim, all’India, dalla Cina alla Patagonia, in cerca di chi potesse chiarirle dal punto di vista, religioso, scientifico, artistico, il senso della vita, di ritorno in Europa dopo un sogno rivelatore, si è fermata ed ha cominciato a domandarsi “Chi, che cosa sono io veramente?” “Che cos’è questo ‘Io’, di che cosa è fatto”? In seguito ha cercato le similitudini tra le varie scienze moderne, dalla fisica quantica, alle neuro-scienze, dall’astrologia transpersonale, che ha praticato per decenni, alle mistiche di oriente ed occidente, dallo sciamanesimo di varie culture, alla medicina cinese, sempre per trovare il nucleo che immancabilmente le riuniva tutte, in un unico centro.
Ha scritto racconti, poesie, articoli, saggi in francese ed in italiano, ha tradotto alcuni libri, tutti orientati verso questo comune traguardo che è solo l’origine.
Sito personale: www.isabelladisoragna.com
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
La felicità è senza di “me”. La vera felicità è “nonostante” le avversità della vita: San Francesco lo esprimeva bene. Il senso di benessere ed euforia dovuti a fattori esterni e transitori non è felicità.
2) Cos’è per lei l’amore?
Amore è Essere, tutto è Amore-Essere, che uno ne sia cosciente o no.
3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
La sofferenza è solo dovuta alla mente che interpreta e vuole questo e non quello. Se accetti quello che ti succede come espressione di una tua percezione non consapevole, non c’è sofferenza, perché non c’è più divisione, solo pienezza.
4) Cos’è per lei la morte?
Un concetto come la nascita. Assistiamo ad un parto e diciamo “nato’’, lo scenario è gioioso, vediamo un cadavere e diciamo “morto”, lo scenario immaginato è orrendo. Solo nomi, pensieri, chimere. Dimentichiamo la vera sorgente, inconcepibile, a-temporale che siamo, che i concetti di nascita e di morte ricoprono per un po’ di tempo. I fisici moderni, come i mistici considerano lo spazio-tempo un’apparenza.
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
Quello di lasciar vivere a questo apparato psicosomatico il suo programma: il contrario produce dolore. Se appare sofferenza la accolgo visceralmente e poi scompare. L’accoglierla annulla i contrari.
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Certamente, è nel DNA, l’ologramma che tutto contiene.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
Gli altri sono solo lo specchio delle “nostre” percezioni. Vivendo solo per il nostro limitato corpo-mente a cui ci identifichiamo, ci allontaniamo dalla Realtà che tutto abbraccia, che ne siamo consapevoli o meno. Questo genera conflitti, guerre, come sempre. Non è possibile amare il prossimo se non si scopre che è solo il tuo specchio più o meno deformato. È possibile una trasformazione, ma solo un vero capovolgimento della coscienza, può cancellare il miraggio in cui siamo avvolti.
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Il bene ed il male sono solo nostre interpretazioni. La dualità è creata dalla mente che divide e proietta un mondo là fuori. Gli scienziati lo confermano.
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?
È proprio l’ignoto, il silenzio vero che mi ha attirato da sempre. Le religioni e le filosofie le ho studiate per riconoscer poi che erano sotterfugi concettuali per non vivere l’Ignoto che siamo. Da ragazzina mi dicevo: ”Non posso credere che Dio abbia creato tante complicazioni, tutto è Dio!” Poi scopri di “essere l’Ignoto o l’Inconcepibile (prima di qualunque concetto)” e allora non puoi avere paura: sei sempre a casa, qualunque cosa succeda.
10) Qual è per lei il senso della vita?
Il vero senso della vita è che non esiste senso della vita. C’è… la Vita. Dato che lo spazio ed il tempo sono apparenti, non ci può essere un vero senso, che implica evoluzione, scopo. Tutto è come si presenta ora. Il miraggio dell’acqua nel deserto.
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