Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista ad Alberto Viotto
Luglio 2009
Alberto Viotto, laureato in Scienze Fisiche, consulente informatico.
Ha lavorato per le principali aziende del settore, NCR, Olivetti, Digital, Compaq, Hewlett-Packard come progettista ed architetto di sistemi.
Dal 2002 collabora con il supplemento scientifico de “La Stampa” di Torino, “Tuttoscienze”.
Dal febbraio 2008 collabora con Riflessioni.it come autore della rubrica "Riflessioni sulle Scienze" e "Il libro dei Proverbi Falsi".
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per te la felicità?
Il concetto di felicità, secondo me, è spesso eccessivamente enfatizzato. La “felicità” non è altro che uno stato di benessere generale. Dall’osservazione del mondo capiamo che esso non è fatto per darci la felicità, ma che talvolta possiamo ottenerla. Osservo infine che il livello di benessere possibile nel mondo attuale è decisamente più alto di quanto sia mai stato nel passato.
2) Cos’è per te l’amore?
L’amore è un sentimento che tende alla reciprocità e all’unione. La possibilità di amare e di essere amati è uno degli aspetti più belli della vita.
3) Come spieghi l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
Può sembrare una posizione cinica, ma il dolore è necessario per lo sviluppo della nostra vita. Chi non sente dolore quando tocca una fiamma rischia di ustionarsi gravemente. Possiamo cercare di ridurre al minimo la sofferenza nella nostra vita ma, come già detto, il mondo non è fatto per darci la felicità.
4) Cos’è per te la morte?
Dopo la citazione di Wittgenstein nella presentazione della rubrica (“Se una domanda può porsi, può pure avere risposta”, Tractatus, 6.5), rispondo con un’altra citazione dello stesso autore: “La morte non è un evento della vita. La morte non si vive” (Tractatus, 6.4311). La morte è una discontinuità nel flusso della nostra esistenza, e sappiamo bene di non essere eterni. Ma, quando ci siamo noi, la morte non c’è. (Epicuro, lettera a Meneceo)
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i tuoi obiettivi nella vita e cosa fai per concretizzarli?
L’obbiettivo della vita di ognuno è di raggiungere un certo grado di felicità, sviluppando le proprie potenzialità e realizzando le proprie aspettative. Che cosa faccio per concretizzarle? Sarebbe troppo lungo da raccontare ...
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Non saprei. Vedi anche la risposta precedente.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensi?
Si dice spesso che l’attuale epoca è caratterizzata da un individualismo sfrenato, ma non sono completamente d’accordo. Le nuove tecnologie possono portare all’isolamento, ma anche a nuovi tipi di relazione con gli altri.
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Secondo me non ha senso definire un “bene” ed un “male” assoluti, metafisici. Semplicemente, comportarsi “bene” equivale a non danneggiare gli altri.
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato te?
Personalmente non ho mai avuto paura dell’ignoto, se non quando ero molto piccolo. La filosofia è una disciplina affascinante, ma non la ritengo un “antidoto” a questo genere di paure.
10) Qual è per te il senso della vita?
Non credo si possa definire un “senso della vita” univoco. Come detto prima, l’obbiettivo della vita di ognuno è di raggiungere un certo grado di felicità, in base alle proprie potenzialità e aspettative. Secondo me non c’è altro, ma è già tantissimo così.
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