Riflessioni sul Paganesimo
di Monica Casalini indice articoli
Lammas-Lughnasadh: Pane e Morte
Feste, tradizioni, leggende e rituali legati a Lughnasadh
Luglio 2012
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1° agosto: il giorno del pane
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Lughnasadh: rituali di vita e di morte
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La pratica del sacrificio di Lughnasadh
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La morte della Dea e il culto del ciclo vitale
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Leggende
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Una nota sul Papavero
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Curiosità
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Ricetta di Lughnasadh
1° agosto: il giorno del pane
Lughnasadh è anche chiamata "Lammas", nome gaelico che deriva da "loaf-mass" ovvero: "massa di pani". Lammas e Lughnasadh sono due celebrazioni diverse, che vengono da parti diverse del Nord Europa, ma sono estremamente simili per quanto riguarda la ritualizzazione del grano e del suo "Spirito".
In tutta Europa, e quindi anche in Italia, il primo agosto viene festeggiato come il "giorno del pane" e possiamo vedere molto degli antichi culti rurali nelle odierne sagre paesane.
Solo per citare qualche festa in Italia:
Sagra della spiga, Gangi (PA)
Sagra del pane, Ramacca (CT)
Sagra del pane condito, Aci Castello (CT)
Sagra del pane caldo, Olivieri (ME)
Sagra della pasta fresca, Venetico (ME)
Sagra del "pane cauru", Militello Rosmarino (ME)
Sagra "du pani cunzatu", Piraino (ME)
Sagra della pizza e della focaccia, Buscemi (SR)
Sagra del pane e dello sfincione, Ficarazzi (PA)
Sagra del grano duro, S. Caterina Villarmosa (CL)
Festa del pane, Corciano (PG)
E questa é soltanto una piccola parte. Nella maggior parte dei casi queste sagre si tengono nei primi due giorni di agosto, e le restanti si svolgono comunque entro i primi 15 giorni del mese.
Come pagani quali siamo, questi dati non ci sconvolgono più di tanto, ma è chiaro come il sole (è il caso di dirlo) che gli antichi Dei soggiornano bellamente tra noi nonostante i 2000 anni di religione cattolica.
A proposito di cattolici, per loro oggi è San Pietro, il giorno delle "Rogazioni", e nelle chiese viene distribuito il pane benedetto... (originali, eh?)
Lughnasadh: rituali di vita e di morte.
Questa festa è legata al tema di morte e rinascita. Ci ricorda che tutte le cose nascono e muoiono per poi rinascere. Oggi la ruota dell'anno è al culmine della fertilità, ma è anche il momento in cui comincia un processo di lento declino.
La Vita
Una delle tante tradizioni di Lughnasadh è il matrimonio. Infatti “Lughnasadh” significa letteralmente “le nozze di Lugh”. In Irlanda i matrimoni erano celebrati solo in questa data e si preparavano banchetti appositi a base di carni, frutta di stagione, mirtilli*, tanto pane, cipolle e soprattutto birra. Le decorazioni erano fatte con le spighe di orzo e grano, trecce di aglio e cipolle e c'erano pannocchie ovunque. Secondo alcune tradizioni il giorno prima di Lughnasadh si costruivano delle capanne ricoperte di fiori dove la coppia avrebbe dormito la notte prima di sposarsi.
Nel giorno del matrimonio gli sposi dovevano fare particolari danze rituali prima dell'Hand Fasting e subito dopo dovevano saltare un falò. (tradizione questa che diventò abbastanza nota dopo l'uscita del fim "Ballando a Lughnasa" in cui le coppie di innamorati si sposano saltando un fuoco).
*Nota: A Lughnasadh si praticava la raccolta dei mirtilli a scopo divinatorio: se i mirtilli erano abbondanti il raccolto sarebbe stato altrettanto generoso.)
La Morte
I riti di Lughnasadh sono volti ad assicurare raccolti abbondanti anche in autunno, così da stare tranquilli nei mesi invernali.
Una delle pratiche che da sempre mira a questo scopo è sicuramente il "sacrificio". Sin dall'antichità gli uomini hanno sacrificato e immolato agli Dei (e poi al Dio cristiano) ciò che avevano di più prezioso per ottenere in cambio favori, assicurarsi beni terreni o placare le ire di chi avevano offeso. Insomma una rinuncia necessaria per raggiungere un intento più importante.
E se ci pensiamo bene un tipo di sacrificio molto più leggero esiste ancora oggi come semplice fioretto: "per un mese non fumerò/mangerò cioccolata/farò sesso affinché mio zio si rimetta dalla malattia".
La pratica del sacrificio di Lughnasadh
In questo giorno il sacrificio non è visto come una morte, bensì come una rinascita: basti pensare al grano tagliato per fare il pane: lo scopo è nutrirci, non certo uccidere la pianta.
Il classico rito di Lughnasadh è un "Dio" fatto con le spighe dell'ultimo covone e poi dato alle fiamme. Il Dio viene sacrificato e dalla sua morte si auspica la sua nuova vita nell'anno successivo: ovvero altro grano.
Il concetto dello "Spirito del Grano" celebra infatti la morte e la rinascita dello stesso: la spiga muore sotto la falce e rinasce come pane e come semi per i raccolti successivi.
Altre pratiche legate al sacrificio vedevano lo Spirito del Grano incarnarsi in un animale (in genere una gallina, ma anche piccoli roditori), che solitamente si nascondeva fra i campi e che quindi alla fine della mietitura si trovava nell'ultimo covone. L'animale era catturato, ucciso e bruciato, e le sue ceneri venivano sparse per i campi per propiziarne la fertilità. In altre tradizioni è il sangue dello stesso ad essere sparso sui campi, o addirittura la pelle e le penne mescolate al grano dell'ultimo covone per poi essere sparse con la nuova semina.
In Italia, in particolare al nord, il gallo era sostituito dalla quaglia, che ha l'abitudine di fare il nido proprio fra i covoni.
Successivamente al posto degli animali si cominciarono a bruciare dei fantocci o ci si limitò alla sola cattura dell'animale, senza ucciderlo: così facendo l'idea della fertilità cambia, poiché il Dio non viene sacrificato, ma liberato, così da tornare nei campi portando con sé il buon auspicio.
Un'usanza antichissima che esiste ancora oggi in alcuni paesi nordeuropei, era di lasciare incolto un pezzo di ogni campo, dove si pensava sostasse lo spirito della Terra. Alla fine della mietitura si salvava un piccolo fascio di spighe dall'ultimo covone e lo si appoggiava su quel pezzo di terreno. Poi si prendeva qualche chicco di grano dalla fascina e lo si mescolava con quelli della semina autunnale, come simbolo di continuità.
Insomma, la mietitura era vissuta con grande sacralità, poiché da essa dipendeva la vita di tutta la comunità. Ecco perché esistono così tanti riti propiziatori legati al grano e alla "morte"*. L'idea della Terra che restituisce la vita è antichissima e con ogni probabilità è questo il motivo per cui in tutto il mondo - se non con qualche eccezione - il culto dei morti riguarda la sepoltura. Nelle civiltà nordeuropee a Lughnasadh si tenevano veri e propri "giochi funebri" con i quali si celebrava il sacrificio di Tailtiu (Madre di Lugh) la quale aveva preparato le pianure d'Irlanda alla coltivazione dopo di ché chiese di essere seppellita sotto di esse.
*Nota: basti pensare all'iconografia della "morte": uno scheletro che brandisce una falce...
La morte della Dea e il culto del ciclo vitale.
Nella mitologia greco-romana Demetra e sua figlia Persefone stavano raccogliendo papaveri in un campo di grano, quando Ade emerse dagli inferi e rapì Persefone.
Demetra, disperata, la cercò notte e giorno, finché non seppe che il ratto di sua figlia aveva la benedizione di Zeus. Demetra chiese ad Ade di liberare sua figlia, ma questi gli rispose che non poteva più farlo, poiché Persefone aveva mangiato il cibo degli inferi: un melagrano.
A quel punto Demetra si esiliò fra gli uomini insegnando la coltura del grano. Purtroppo il suo allontanamento provocò grandi carestie e Zeus decretò allora che Persefone lasciasse l’Ade per sei mesi, dalla primavera fino all’estate, e che vi tornasse nel periodo della semina. Demetra (la Terra coltivata) e Persefone (il seme che muore ciclicamente per poi tornare in vita come pianta) simboleggiano il ciclo vitale in sé. E sono anche al centro dei Misteri Eleusini: gli eterni ritorni attraverso i quali si può raggiungere il livello più alto dell’anima. [N.d.R. si legga la leggenda: Il ratto di Proserpina]
Una nota sul Papavero
Fu proprio un infuso di papavero che la Dea Demetra bevve per avere un po’ di riposo durante la ricerca di sua figlia. Ed è un fiore a lei sacro.
Viene anche offerto a Morfeo, per il suo potere narcotico.
Nel simbolismo eleusino il papavero rappresenta l’oblio del tempo che trascorre dalla morte alla successiva rinascita. Insomma il fiore dell’attesa della reincarnazione.
Leggende
La Vecchia e la Fanciulla del Grano
«Uno dei più importanti eventi dell’anno agrario nell’antica Europa era ed è ancora il raccolto del grano. Risalente all’Età Neolitica, la coltivazione dei cereali ha letteralmente plasmato tutte le civiltà europee e mediterranee: la farina e il pane erano la vita per le antiche popolazioni.
La mitologia più antica narrò di due entità femminili, madre e figlia, che rappresentavano forse il raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare, entrambe simboleggiate dall’ultimo covone mietuto, quasi a raffigurare la loro somiglianza e identità. Il folklore europeo ne parlò come la Vecchia del Grano, il vecchio spirito o la vecchia divinità che moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella Fanciulla del Grano, raffigurata come una bambola formata con le spighe dell’ultimo covone e conservata come un talismano per tutto l’anno. In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e Persefone, o Cerere e Proserpina.»
[Tratto da "Feste Pagane" di Roberto Fattore]
Una leggenda irlandese
«Le origini della festa di Lughnasadh – secondo la mitologia irlandese – sono collegate, però, non tanto a Lugh quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affaticò per preparare le pianure irlandesi all’agricoltura e così morì, dopo aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba. Lugh ordinò che gli uomini di Irlanda tenessero una festa annuale all’anniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo onore. La tradizione dei giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti pensare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nell’Iliade. Il vero scopo della festa è il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. Gli stessi raccolti sono essi stessi parte del corpo della Madre Terra.»
[Tratto da "Feste Pagane" di Roberto Fattore]
Curiosità
Qualche anno fa è uscito il primo numero di un fumetto chiamato "Niahm". Niahm è il nome di una fata irlandese che vendica la morte della sua protetta: una ragazza che avrebbe dovuto unirsi in matrimonio il giorno di Lammas. Nel fumetto le simbologie pagane si sprecano.
Ricetta di Lughnasadh
Pane ai semi di papavero
Ingredienti per 4 persone:
100 gr di farina integrale di frumento
100 gr di farina di segale
100 gr di farina d'orzo
100 gr di farina d'avena
50 gr di lievito di birra
100 gr di burro
2 cucchiai di miele
4 cucchiai di semi di papavero
700 ml di latte intero
sale e pepe qb
Sbriciolare il lievito e scioglierlo in una terrina con il latte caldo e il miele. Poi aggiungere burro, semi di papavero, sale e pepe abbondante e mescolare bene.
Aggiungere le varie farine e impastare. Con l'impasto finito fare una palla e metterla in una terrina pulita. Coprire e lasciar lievitare per 30 minuti. Poi riprendere l'impasto e lavorarlo ancora per 10 minuti. Successivamente fare dei panini e disporli sulla teglia da forno unta. Lasciar lievitare ancora un'ora, poi cuocere nel forno già caldo a 150° per circa 20 minuti.
Monica Casalini
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