Riflessioni sull'Ottava
di Michele Proclamato - indice articoli
L'Agosapere
settembre 2011
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Cimatica
A questo punto, abbandoniamo la Lista per parlare di una scienza semi-ufficiale, chiamata Cimatica. Oggi è appurato, grazie ad una lunga serie sperimentale culminata negli anni ‘70 in pubblicazioni ed articoli su riviste accreditate, che determinati materiali, come: sabbia, polvere, acqua, ecc. ecc, dimostrano una plasmabilità piuttosto accentuata, se stimolati dal suono.
Vorrei qui riportare, brevemente, un ”esperimento” utilizzato dal prof. Richard Buck-minster Fuller (filosofo, architetto, inventore, ecc. ecc.), per dimostrare ai suoi studenti il potere strutturante del suono. In sintesi, egli intingeva un palloncino bianco, (di quelli, una volta, sempre presenti nei pressi delle giostre), in una vernice molto densa, poi lo poneva accanto ad una cassa acustica ed incrementando una frequenza prestabilita, mostrava come sulla superficie colorata apparissero prima dei punti, che, in brevissimo tempo, venivano collegati da rette ben precise (Figg. 1,2). Il risultato finale era rappresentato da una rete geometrica nella quale, a volte, era possibile notare la coesistenza di un insieme di solidi, famosi da millenni presso ogni civiltà e comunemente chiamati in occidente: solidi Platonici.
Il Prof. Fuller spiegava che quel palloncino, nella spasmodica ricerca di un equilibrio, pur di non esplodere, riesce a veicolare l’energia sonora che lo colpisce, in quell’intricato substrato geometrico. Substrato che, sostanzialmente, rappresenta un luogo di bassa pressione dove, l’alta pressione sonora viene canalizzata, ottenendo un concreto equilibrio dinamico, garante del futuro sferico dello sfortunato orpello infantile.
Ora, immaginiamo la Lista Sumera dei Re sotto il punto di vista Cimatico.
Facendo le dovute sostituzioni, possiamo percepire, negli enormi archi di tempo, l’essenza vibrazionale dei Meridiani Curiosi e, proseguendo in questo gioco di corrispondenze Sino-Mesopotamiche, possiamo ipotizzare la Lista, come la sintesi della descrizione di un sistema creante di tipo sonico-energetico, in grado di palesarsi geometricamente, grazie a meridiani e punti ben precisi, attraverso i quali scorre un tipo di energia che potremmo ora identificare con il QI. In tal modo, siamo in grado di “interpretare” la struttura responsabile, nella tradizione cinese, della nascita della forma del corpo umano, in modo sicuramente inedito e forse illuminante. Continuando a “giocare” con i numeri e per portare a termine ciò che gioco non è, sono costretto ad utilizzare un secondo esempio millenario, per poter fornire ulteriori informazioni su quello che si nasconde dietro il significato numerico dei Meridiani, ma, soprattutto, per meglio comprendere il senso energetico dello Yin e dello Yang, anche perché, spero vi stiate domandando che cosa, in quella che sembra essere la descrizione di un momento creativo, è destinato a diventare il palloncino.
L’Agopuntura celeste
Esiste, anche in questo caso da millenni, un esempio che, solo apparentemente, rappresenta una visione cosmologica egizia. Il suo nome, ormai famoso in tutto il mondo, è “Zodiaco di Dendera” e la sua esecuzione viene fatta risalire al 57 d.C., in pieno periodo Tolemaico.
Si tratta di un disco in pietra di alcuni metri di diametro, trafugato dal tempio di Dendera durante il periodo di dominazione napoleonica, dove oggi, nella camera delle stelle, rimane solo una copia.
Osserviamo l’immagine, risalente ad una riproduzione di fine ottocento di Gerolamo Segato. Di nuovo, permettetemi di condurvi in questa indagine.
In sintesi stiamo vedendo un’enorme sfera, che contiene una serie di Esseri, sicuramente compositi e viventi, che rappresentano pianeti, stelle e costellazioni. All’esterno di tale visione si può notare un’altra serie di enormi Esseri, suddivisi in Neter, (le tipiche divinità egizie con la testa di falco) e Donne umane.
Stiamo, quindi, osservando una visione celeste riguardante la Via Lattea, che presenta una strana particolarità. Infatti, mentre ciò che si trova all’interno della sfera, grazie ai nostri mezzi scientifici, è quasi obsoleto, ciò che appare all’esterno non è affatto contemplato ai giorni nostri ed inoltre, per gli egizi, gli Esseri, che come enormi Atlanti sorreggono la visione celeste, sono materialmente molto più grandi, non solo delle stelle, ma addirittura di intere costellazioni.
Di conseguenza, vorrei che usaste il numero, per capire il perché di una simile simbologia, tenendo presente una massima di Giordano Bruno:
”Il numero è limpido principio fisico, metafisico e razionale”.
Torniamo, quindi, ai numeri, osservando che gli Atlanti in questione sono 12 e, chiaramente, sorreggono quello spaccato siderale attraverso 24 braccia. E’ pertanto semplice rivedere in tale rappresentazione, un modo con il quale la somma della Lista Sumera dei Re, a distanza di tempo, riappare presso un’altra civiltà.
Posso ora dirvi che il computo totale di corpi celesti contenuti in quella sfera lattea, che molto ricorda il famoso palloncino del professore americano, è pari a “72” unità.
Tornando nuovamente agli Esseri, possiamo osservare che si suddividono in modo frazionario in 1\3 femminili, paria 4 unità e 2\3 maschili, pari ad 8 unità. Siamo, quindi, di fronte a nuove informazioni numeriche ben precise, condensabili nel concetto Taoista di Yin e Yang.
Stiamo osservando, forse per la prima volta, il QI suddiviso in modo frazionario, nella sua accezione maschile e femminile, da una civiltà che sicuramente può aiutarci a capire determinati concetti energetici che crediamo appannaggio del solo mondo orientale.
Ovviamente, dei grandi osservatori celesti come gli egizi non potevano essere così ottusi da vedere presso il 30° parallelo esclusivamente 72 corpi celesti, chiaramente ciò è inverosimile, essi erano e sono infinitamente di più e la cosa è palese, visivamente, oggi come allora. Quindi, penso che ciò che gli egizi stanno cercando di dirci attraverso tale rappresentazione, è qualcosa che ancora a molti sfugge.
Infatti, non stanno descrivendo una semplice visione siderale, bensì un meccanismo creante che, in questo caso, pone nei numeri in questione, il fondamento del materiale celeste. Quindi, essi sono, contemporaneamente, causa materica e sistemica di una creazione, in questo caso macroscopica. Consideriamo poi, “come”, il meccanismo frazionario posto all’esterno dello zodiaco, si ripercuote al suo interno: i 72 esempi siderali sono la somma di un’ulteriore suddivisione (la cui spiegazione qui tralascio), costituita da 24 corpi celesti femminili e 48 maschili, quindi gli egizi applicavano l’idea di Yin e Yang persino alla creazione stellare.
Ma devo aggiungere che non è tutto. Infatti, Dendera rappresenta la seconda parte di un atto creante, per noi inesistente, iniziato in Mesopotamia, un big bang dodecafonico del passato.
Sommando poi, tutti i riferimenti numerici presenti nello Zodiaco (36+72), avremo 108 unità, delle quali, 1\3 (36) per noi sono invisibili.
Di nuovo, gli egizi suggeriscono un fatto essenziale, che dovrebbe essere fondamentale per chi si occupa di agopuntura, e cioè, che la nostra realtà (e vedremo anche la sua fisiologia), è saldamente legata, direi fusa, con un sistema dimensionale di cui siamo perfettamente all’oscuro, anche se, in altri campi dello scibile umano, già da decenni, le cose non stanno esattamente così.
In sintesi: il palloncino rappresenta, “spazialmente”, la Galassia, mentre le OTTO frequenze l’energia destinata a diventare corpi celesti, la cui appartenenza maschile o femminile ed i relativi rapporti, delineano quella sottile trama geometrica attraverso la quale scorre l’energia creante, o meglio, il QI.
E, come ho avuto modo di accertare, l’uomo, presso tutte le civiltà del passato, è specchio frattale di questa struttura dimensionale.
Vero, falso, probabile? Andiamo avanti.
Gli esempi dimensionali
Mi rendo conto di quanto sia difficile accettare una tematica come la mia, sempre ai confini dell’inverosimile, ma, io per primo, ho dovuto accogliere una realtà secondo la quale il passato umano rivela, in questo senso, sorprese conoscitive che andrebbero valutate con molta più serietà e fiducia, soprattutto alla luce del fatto che, proprio la nostra civiltà, sta cercando in tutti i modi di appurare, nei laboratori di fisica nucleare di tutto il mondo, quale sia il segreto della materia, come essa sia veramente composta, ma soprattutto cosa ne è responsabile.
In tale contesto, negli ultimi decenni, una Teoria del Tutto si è andata affermando, resistendo, per ora, all’arrivo di altre, come quella piuttosto geometrica (Algebra di Lie E8), del fisico Antony Garret Lisi. Mi riferisco alla Teoria delle Stringhe.
Un principio secondo il quale, lo dico in modo molto semplicistico, la materia altro non è che figlia di un sistema multi-dimensionale. Si è arrivati ad ipotizzare 26 dimensioni, nelle quali, sostanzialmente, delle corde, o stringhe, vibrano (suono) a grandezze invisibili per i nostri attuali strumenti, ma il motivo per cui insisto sulla dimensionalità della materia, è duplice.
Il primo è numerico
Ritengo che sia molto importante sapere che i presupposti equazionali della Teoria sopra citata, furono ideati da un grandissimo matematico Indiano: Srinivasa Aiyangar Ramanujan.
Lui, geniale bramino ormai famosissimo, ipotizzò, nel secolo scorso, una realtà dimensionale Ottuplice dalla quale dipende la “nostra”, e motivò tutto ciò attraverso le sue celeberrime Equazioni Modulari. Ma qual è il sistema numerico da cui trae ispirazione per descrivere tale visione creante del tutto?
Come si può dedurre dall’immagine allegata, è il seguente: "8-12-24".
Oggi, questi numeri, definiti magici dai fisici più accreditati (come ad esempio: Michio Kaku), sono il fondamento numerico della Teoria delle Stringhe, una teoria dimensionale, motivo per cui, anche a livello medico, dovremmo predisporci ad accettare una realtà nella quale, l’anatomia umana potrebbe possedere caratteristiche non valutate appieno.
Perché insisto su tale concetto?
Per un motivo ben preciso, riposto proprio in quella presunta mancata corrispondenza fra meridiani-nodi cinesi ed anatomia ufficiale occidentale.
Io mi sento di affermare, infatti, che l’Agopuntura funziona, semplicemente perché simula, ripercorre e ricorre ad una struttura anatomica, posta dimensionalmente altrove, ma perfettamente coerente e COLLEGATA a tutti i livelli materici, COMPRESI QUELLI ANATOMICI. La struttura meridianica, quindi, solo apparentemente non corrisponde a quella anatomica ufficiale. Essa, infatti, fondamentalmente, si ispira alla sua matrice sistemica.
Per cui sarebbe estremamente utile, per capire certi risultati medici ascrivibili all’Agopuntura, comprendere quali sono quelle caratteristiche dimensionali alle quali si ispira. E questo è il secondo motivo per il quale voglio soffermarmi su questo aspetto.
Ritorniamo all’immagine dello Zodiaco di Dendera ed osserviamo il suo interno. Con un minimo di attenzione è possibile notare che tutti i corpi celesti obbediscono ad una spirale sinistrorsa, che culmina con una strana coscia centrale. Questo significa che al suo interno vi è movimento. Un movimento dettato da una legge chiarissima un tempo.
Ora osserviamo gli Esseri posti all’esterno: sono disposti sfericamente e sono… immobili.
Di conseguenza: all’interno dello Zodiaco vi è spazio per muoversi e tempo per farlo, all’esterno invece, il concetto di tempo e spazio deve essere inteso diversamente, vista la sua immobilità.
Ancora: se all’interno vi è movimento, spazio, tempo e materia, non può mancare la caducità, quindi la morte. E all’esterno? All’esterno no! Stiamo, quindi, osservando un luogo archetipico dove tempo, spazio, movimento, materia e morte, trovano la loro causa, ma non esistono.
Queste, dimensionalmente, sono le caratteristiche a cui si ispira numericamente l’Agopuntura. Sostanzialmente, essa, quando opera sull’anatomia umana, lo fa con riferimento all’anatomia archetipica della creazione tutta, la stessa dell’uomo e, trovandoci di fronte ad un tipo di creazione cimatica, è di estrema importanza tutelarla, facendo sì che la struttura a bassa pressione, il corpo umano, non manifesti ostruzioni energetiche o malattie, affinché la struttura archetipica dimensionale, gli Otto meridiani curiosi (ad alta pressione), continui ad emanare energia, nel pieno rispetto di un equilibrio, tutelato da numeri che rappresentano intervalli musicali dodecafonici.
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