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Riflessione breve sulla filosofia
di Sandro Teseo - aprile 2008
Il presente articolo vuole essere una riflessione, brevissima e personale, certamente non esaustiva, sul significato della filosofia all’epoca della moderna società postindustriale, soprattutto ripensando alle sue origini.
Partiamo dunque da ciò che appare immediatamente evidente, vale a dire dalla stessa parola filosofia, derivata dal greco “φίλείν σοφία”, letteralmente “amore per il sapere”, occorre esaminare bene queste due parole, la prima “amore” individua l’atteggiamento del filosofo sospinto, da questo sentimento, questa emozione, a interessarsi a ciò che lo circonda e a porsi domande sul mondo e su stesso, e dall’altra la parola “sapere”, un po’ l’obiettivo di questo amore, un sapere che non è quello della scienza moderna volta a scoprire le leggi che governano la terra e l’universo, ma un sapere più profondo che vada a rispondere ai “perché?” posti dall’uomo in riferimento alla sua esistenza e al mondo.
Si ricava il profilo di un personaggio – il filosofo – che è continuamente alla ricerca dell’oggetto del suo amore cioè il sapere, la conoscenza, un amore purtroppo frustrato poiché il filosofo non riuscirà mai a pervenire a una risposta definitiva alle sue domande ma potrà avere solo una conoscenza parziale.
Ritengo che leggendo le vite e le opere dei grandi filosofi non si abbia certamente l’immagine di uomini staccati dal mondo e rinchiusi nei loro studi ma di personaggi profondamente radicati nel loro tempo e appassionati su ciò che gli accade attorno ma propugnatori di idee nuove avvolte rivoluzionarie.
Platone ad esempio fu estremamente attivo nella vita politica greca rischiando spesso la sua vita, Socrate maestro dello stesso Platone fu condannato a morte dalla sua città per le idee che diffondeva oppure Kant il quale pur non muovendosi mai dalla sua residenza era un punto di riferimento per la cultura europea e quindi mondiale della sua epoca o infine Giordano Bruno finito al rogo per le sue idee.
La filosofia oggi è relegata nel campo dell’epistemologia cioè quella disciplina che si occupa dei fondamenti scientifici delle altre discipline, ma l’atteggiamento del filosofo dovrebbe essere preso ad esempio in una società dove il sapere è stato per lungo tempo parcellizzato, tanto da far nascere l’esigenza di una multidisciplinarità, e dove sempre di più si ha paura di uscire dal seminato per percorrere strade nuove, un pò per pigrizia un pò per paura del giudizio; a questo riguardo è utile riflettere sulla celebre frase di Aristotele “Amicus Plato, sed magis amica veritas” con cui manifestava il suo proposito di confutare le teorie del maestro nonostante l’amicizia che lo legava.
Sandro Teseo
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