Le Pulci nell'Orecchio
Divulgare il metodo scientifico perché ognuno possa giudicare in modo consapevole e autonomo.
Di Riccardo Magnani - indice articoli
Libertà di scelta?
Novembre 2021
Aprire una riflessione sulla "libertà di scelta" in altri contesti definita "libero arbitrio" mi mette una certa soggezione dato che la questione è stata oggetto di dibattiti teologici e filosofici nel corso dei secoli. È una riflessione che voglio fare partendo da un approccio biologico più che filosofico e religioso. Ciò nonostante, ritengo importante iniziare con il vagliare brevemente le varie posizioni sostenute dai grandi pensatori laici e credenti.
Partiamo dalla posizione ufficiale della Chiesa Cattolica che poggia la propria dottrina sul "libero arbitrio". Senza libertà di scelta tra il bene e il male non vi sarebbe neppure il peccato. Sant’Agostino si pone il problema del male come conseguenza della libertà umana e quindi del libero arbitrio. Egli sostiene che essendo Dio onnisciente e conoscendo il futuro, sa che l'uomo peccherà e si dannerà. Ma ecco che Dio dona ad alcuni la Grazia e quindi la possibilità di salvarsi e ad altri no. La scelta sembrerebbe arbitraria ma Agostino sostiene che quelli che non la ricevono non si salverebbero comunque. Questo passaggio a mio parere puzza di "predestinazione", l'effettiva negazione del libero arbitrio. Ma come sempre, quando si arriva ad una evidente contraddizione teologica, si risponde che non abbiamo titoli per indagare le scelte di Dio. Così finisce la discussione.
Il Dio della Bibbia invece cade sempre dalle nuvole (non è una battuta) ogni volta che qualcuno del suo popolo si inventa un modo per farlo arrabbiare. Rimane sorpreso come se non avesse pre - cognizione di ciò che accadrà. In questo contesto, nella Bibbia, il libero arbitrio funziona bene, ma parliamo di un Dio che ha rinunciato a conoscere il futuro. Altrimenti come si spiega l'ira che lo assale verso il suo popolo? Già faccio fatica a capire come Dio Onnipotente possa arrabbiarsi se poi sa già come andrà a finire... Ma ho una ulteriore domanda da porre. Quando Dio ha creato l'uomo (tra l'altro a sua immagine e somiglianza) Lui non ha subito pressioni da qualcuno affinché lo creasse così come è. Era lì, solo e onnipotente. Poteva scegliere liberamente di fare l'uomo privo di questi difetti che al Signore danno così fastidio? Onnipotente significa che puoi fare quello che vuoi. Così tutto sarebbe filato liscio nei saecula saeculorum. La domanda non è retorica. La scelta di Dio è stata libera? Certamente si direte voi. Se non è libero il creatore nelle sue scelte chi altro può esserlo? Questa è la questione che mi turba. Lui sa già, prima ancora di creare l'uomo e la donna, che dovrà incarnare suo figlio, mandarlo tra gli umani e lasciarlo morire sulla croce per redimere quei peccati che ancora non sono stati fatti e neppure concepiti da una umanità che ancora non esiste. Non vi sembra che qualcosa non quadri? Per Lui il futuro è un libro aperto e sapendo di andare incontro a grossi guai con tutta l'umanità prima ancora di crearla, perché non crearla differente? È come se dopo aver visto un film andassi a rivederlo sperando in un finale differente. Mettete nel conto anche questo: il Signore crea schiere di angeli sapendo che molti si ribelleranno. Tutte vicende che Dio conosce in anticipo... datemi una spiegazione logica senza trincerarvi dietro alla dogmatica parola: mistero. Inoltre leggendo la Bibbia prende forma anche un altro pensiero. Noi ci trasciniamo il peccato originale dai tempi della Genesi. Dunque Eva prima di decidere di mangiare il frutto della conoscenza del Bene e del Male, evidentemente non conosceva cosa era bene o male. Siete d'accordo? La sua è una scelta dettata dal libero arbitrio, quello vero, quello dove a monte non esistono esperienze precedenti, quindi disobbedire a Dio perché dovrebbe essere "Male" se non sei in grado di distinguerlo dal "Bene"? Erano come due bambini "ignoranti" e come i bambini non commettono peccati perché sono ancora nell'età dell'innocenza. Solo a posteriori, grazie a quel frutto viene a conoscere le conseguenze, ma ormai Dio ha stampato il peccato originale su tutta l'umanità. Col dovuto rispetto, penso che non lo meritassimo.
E poi arriva Lutero. La riforma Protestante dice la sua anche su questo argomento. Non c'è libero arbitrio. Tutti siamo già predestinati. Puoi solo sperare di essere tra quelli "buoni", ma nulla può cambiare il tuo destino. Come vengono scelti i fortunati non è dato a sapere. Ho notato che ogni qualvolta vengono spontanee delle domande, cade il sipario ed è mistero che si accetta per fede.
Se dall'ambito religioso passiamo a quello civile nulla cambia. Per chi scrive le leggi sui delitti e le relative pene, i reati sono il risultato di una libera scelta dell'individuo e come tale vengono puniti. Nulla da eccepire se la società cerca di difendersi.
A questo punto vediamo di approfondire i concetti di "bene" e "male" dal punto di vista biologico, cercando di sorvolare un momento sui nostri pregiudizi culturali. Non dimentichiamo che noi siamo macchine costruite dai geni che abbiamo.
Le regole su cui si basa l'evoluzione ci dicono che tutto ciò che è vantaggioso per la sopravvivenza dell'individuo tende a conservarsi altrimenti la selezione lo elimina. Il bene è dunque ciò che funziona meglio. Allora perché la natura è così ricca di comportamenti egoistici e molto meno altruistici? Se il male è rappresentato dall'egoismo perché la selezione non lo elimina? La risposta è semplice: l'egoismo è vantaggioso e per l'individuo rappresenta il bene.
A questo punto prima di proseguire vorrei chiarire ai lettori che io vi sto raccontando come funziona la natura, e su quali principi si basa la sopravvivenza delle forme viventi sul nostro pianeta. Non vi sto dicendo che queste regole ci devono piacere e che auspico una società basata sull'egoismo. Anche a me non piacciono ma ciò non toglie che la verità sia questa. Il Gene Egoista come direbbe Richard Dawkins, non vuole morire con noi e farà tutto il possibile per entrare in un nuovo individuo. Volete una prova? Supponiamo che in una popolazione prevalgano i geni dell'altruismo. Ma saranno veramente tutti buoni e altruisti? Come sappiamo ogni popolazione presenta una variabilità genetica sulla quale agisce la selezione. Quindi anche qui avremo alcuni individui, magari pochi, che invece sono egoisti. Questi rifiuteranno di fare sacrifici per gli altri e, sfruttando gli altruisti, avranno più possibilità di sopravvivere e fare figli. Dopo alcune generazioni gli altruisti saranno in minoranza.
Fino ad ora mi sono concentrato sulle popolazioni animali. Succubi dei loro geni si comportano esattamente come ci aspetteremmo. Questo principio vale anche per l'essere umano? È evidente che la risposta a questa domanda ha una valenza che va ben oltre l'aspetto biologico ma fa parte del significato stesso della vita dell'uomo: non è facile ammetterlo perché i comportamenti dettati dall'istinto naturale, nella nostra specie sono stati sepolti sotto una crosta culturale che si è accumulata nel corso dei secoli. Gli istinti basilari non sono stati cancellati, sono ancora lì e spesso escono prepotentemente allo scoperto quando le regole "morali ed etiche" che ci siamo dati confliggono pesantemente contro quello che i nostri geni egoisti vorrebbero. Dicevamo che la selezione elimina ciò che danneggia l'individuo. Quello che rimane, moralmente non è una cosa bella ma evidentemente è quella che serve. Le società moderne si sono date regole etiche per evitare una conflittualità permanente e dannosa per tutti ma come in tutte le specie viventi la variabilità degli individui è tale che, anche se solo una piccola minoranza risulta succube del gene egoista, con i vantaggi che ricava sfruttando gli altri, in poco tempo diventerà maggioranza. Quindi se invece del bene e del male chiamassimo egoismo e altruismo i comportamenti che funzionano o che non funzionano avremo la risposta alla domanda perché al mondo esiste quello che noi chiamiamo "il male". Non c'è bisogno di evocare angeli ribelli, peccati originali, frutti proibiti. Queste sono semplicemente le regole dell'evoluzione. In piena libertà (?) possiamo scegliere di essere un po' più altruisti, andando contro il volere dei nostri geni. Non stupitevi quindi se risulterà difficile diventare quelli che non siamo, anche se spesso i gesti altruistici generano un alone di simpatia intorno a chi li compie garantendosi l'aiuto di altri al bisogno. Sono certo che questo secondo fine dell'altruismo esiste. È un modo di accontentare il gene egoista senza danneggiare altri individui. Lo ribadisco, siamo macchine governate dai nostri geni.
Ma anche il Gene Egoista in alcuni momenti dà sfoggio di altruismo. La situazione classica è il rapporto materno in alcune specie. Non illudetevi, il gene che favorisce questo atteggiamento sta solo egoisticamente cercando si salvare sé stesso con la riproduzione cambiando il corpo che lo contiene dalla madre al figlio.
I Bolscevichi amavano condensare in formule i loro principi. La formula della giustizia sociale era questa: Da ciascuno secondo la sua attitudine, a ciascuno secondo il suo bisogno. In un mondo ideale questa formula sarebbe perfetta ma in una realtà, dove i geni egoisti imperversano, non funziona e i risultati ottenuto nei paesi che hanno provato il comunismo sono lì a dimostrarlo.
Tralasciamo ora l'aspetto religioso del peccato e quello civile del reato che, se pur importanti, si concentrano esclusivamente sulla scelta tra il bene e il male. In realtà la vita ci impone ogni giorno, spesso più volte al giorno, di scegliere tra due o più opzioni che possono sembrarci banali ma che determineranno catene di eventi assolutamente imprevedibili e differenti al punto che voltandoci indietro e rivedendo il percorso intrapreso ad ogni bivio ci viene voglia di affermare: era destino che finisse così. Se solo una delle infinite scelte che abbiamo fatto nella vita fosse stata differente, si sarebbe aperto un universo parallelo dove anche tutti gli altri eventi a seguire, sarebbero stati differenti per me ma, badate bene, anche per tutte le persone che, in seguito alle mie scelte sono rimaste coinvolte dall'effetto a catena o forse meglio dire a valanga, in un gioco di rimbalzi dove, come tutti sanno, ogni battito d'ala di una farfalla qui ha ripercussioni su quanto accade in un altro continente. Questo modo di vedere le cose, cioè osservare la sequenza degli eventi a posteriori, porta a credere che una mano nascosta abbia guidato le nostre scelte e che quindi il libero arbitrio non esista. Esso viene sostituito da una dittatura del destino guidato da una entità metafisica a vostro piacere alla quale è impossibile ribellarsi e che vi indurrà a leggere il vostro oroscopo ogni mattina. Una visione simile a quella di Lutero fatte le opportune proporzioni.
Non ricordo chi l'abbia detto ma mi permetto di citarlo:
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Se le tue decisioni future sono influenzate da quelle passate, NON hai il libero arbitrio.
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Se le tue decisioni future non sono influenzate da quelle passate e sono quindi casuali, ovvero inconsapevoli, NON hai il libero arbitrio.
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Se le tue decisioni future sono un misto tra le due, NON hai il libero arbitrio.
Ma perché si sceglie una opzione invece di un'altra? Stiamo parlando di scelte che non riguardano valori morali o religiosi. Scelte normali. Se non sono un masochista evidentemente deciderò per quella che ritengo, in quel momento, la migliore tra le possibili, ovvero quella che dovrebbe portare i maggiori vantaggi al gene egoista. Se la nostra educazione è ben indirizzata all'altruismo, magari cerchiamo di non provocare eccessivi svantaggi ad altri. Su che cosa si fonda il ragionamento che mi porta a quella decisione? Vediamo tutti i fattori.
Una parte del flusso decisionale è quindi determinato dalla complessa interazione delle proteine prodotte dai nostri geni. Ma non basta. Quanto incide il brodo di cultura nel quale siamo cresciuti: istruzione, famiglia, educazione religiosa, esperienze personali ecc.? Questo retroterra culturale interviene come un filtro sulle nostre decisioni soppesando i pro e contro di ogni scelta. Lo sviluppo delle reti neuronali è influenzato da tutte le esperienze che facciamo, da tutte le risposte avute precedentemente come conseguenza delle nostre azioni. Il tutto appoggiato, come ho detto, sul substrato di geni con i quali siamo venuti al mondo. Gli psicanalisti sostengono che il data base del nostro Inconscio influenza inconsapevolmente le nostre scelte dandoci la sensazione di aver preferito liberamente la soluzione A invece che B. "Inconsapevolmente" è la parola esatta. Questa incapacità di capire come si è arrivati a prendere A invece di B ci illude di essere liberi di decidere. Invece la somma di tutti i fattori esterni, le esperienze accumulate e la base genetica, non potevano che condurci a quella scelta. Ma quanto, delle nostre scelte, è frutto del DNA e quanto dell'ambiente? L'esperimento corretto dove due gemelli omozigotici, quindi con identico patrimonio genetico, ma allevati in luoghi differenti da persone differenti ha dimostrato che non sviluppano le stesse malattie e persino l'intelligenza. Prova inconfutabile circa l'importanza dei fattori ambientali.
Io sono fermamente convinto che il libero arbitrio non esista. Lo accetto come dato di fatto e non mi lamento. In alternativa c'è un solo modo per emanciparvi da tutti i condizionamenti che abbiamo elencato e che vi porterebbero verso una scelta obbligata, ebbene lanciate una moneta ogni volta che vi viene richiesta una decisione. Il sorteggio evidentemente non è una libera scelta, anzi forse è il peggior modo di prendere una decisione ma almeno, se le cose vanno male, non avrete rimorsi di coscienza.
Riccardo Magnani
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