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Lettera agli Spirituali sulla verità e sull'Equilibrio Evolutivo

di Giancarlo Braido - Ottobre 2009

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La ricerca della Verità

La spiritualità dell’Uomo è sempre stata accompagnata da un’amichevole mecenate e consigliere nato dallo smarrimento e dalla umana mortale condizione: la ricerca della verità.
Non solo in campo scientifico e filosofico l’Uomo ha sempre ricercato la Verità, ma anche in campo spirituale vi e sempre stata la necessità di scoprire una “verità assoluta”, cogliere una “risposta definitiva”, avere un’”illuminazione divina”.
Tutta la storia delle religioni, di ogni religione, è intercalata di “illuminazioni” di cui hanno beneficiato solo pochi, i maestri.
Costoro, generalmente e particolarmente nel passato, facevano parte di una classe sociale o comunque di un’estrazione che éra già di per se istruita, molti erano insegnanti e in genere gli insegnanti érano religiosi che insegnavano innanzitutto la religione del tempo. Divenire poi “illuminati” è stato certamente conseguente ad una grande convinzione, all’intravedere una nuova Verità, alla capacità di produrre una sintesi coerente e chiara delle proprie idee. Ma certamente un individuo senza capacità di leggere e scrivere non avrebbe avuto le capacità di comunicare le sue convinzioni di fede e spirituali come lo poté fare Moshe, Jesus di Nazareth, Mohammed,  Siddharta e altri famosi predicatori.
Che poi ciò si sia compiuto per azione divina è innegabile, come è innegabile che qualsiasi “illuminazione” avviene per azione divina, perché “il tutto” avviene per azione divina. Ma ciò non ha niente a che fare con l’assunzione di verità.
Anche la massima di A. Einstein “Solo chi é così folle da credere di poter cambiare il mondo può cambiarlo” è a suo modo un’”illuminazione”, ma egli non ha mai detto che questa frase gli fosse stata inviata per corriere espresso e posta raccomandata direttamente da Dio.
Qualcun altro invece lo ha detto. Lo specifico del perché è stato così detto in quel luogo ed in quel tempo da quella persona sono fatti più storici e storiografici che spirituali.
Noi possiamo comunque comprendere che il somministrare verità di fede ad una persona significa dare un senso ad un’esistenza, vincere una paura, dare sicurezza, prospettive di vita futura e superamento dell’angoscia della morte.
Ma ciò è tanto più vero quanto questa persona è impaurita ed inerme verso ciò che la circonda. Tanto più tale persona è priva di capacità di discernimento, tanto più è preda di angoscia, quindi bisognosa di rassicurazioni. Ha bisogno che qualcuno la “illumini” dandogli “verità di fede” a cui sottomettersi senza porsi ulteriori perché.
Provate e pensare ai bambini quando sono in quell’affascinante momento della crescita che non smettono mai di chiedere: perché?
A chi è stato nella condizione di genitore o educatore chiedo: in che momento hai smesso di dare una risposta a quel perché che ti veniva posto? E perché in quel momento hai smesso di dare quella risposta? Dipendeva dalla tua capacità di dare la risposta o dalla tua volontà di dare una risposta?
La gran parte delle persone a quest’ultima domanda risponderanno che dipendeva dalla volontà, perché non avevano tempo, perché avevano altre cose da fare, impegni ed altro.
E questo è il perche oggigiorno si piazzano con tanta facilità i propri figli davanti alla televisione di modo che non facciano tante domande e si possa dipingersi le unghie dei piedi in santa pace.
Questa è la massa, questo è il gregge a cui la religione di stato può dare tutte le risposte di fede di cui necessitano.
Un’altra parte di persone risponderà che non è in grado di rispondere. Bella mascherina dove ti stai nascondendo?
C’è sempre una risposta. Dove non c’è una risposta è perché non c’è una domanda, o perlomeno una domanda che implichi una risposta.
Se non vengono date le risposte a questi bimbi quando le rivolgono ai grandi, penseranno che neanche loro le sanno, rimarranno nel dubbio e lo terranno fino ad adulti. I più fortunati li risolveranno strada facendo, più avanti negli anni, altri li porteranno come un fardello fino alla fine della loro esistenza terrena.
Tornando a noi , le “verità” sono quindi un qualcosa necessario da acquisire, sia per il singolo individuo durante la sua crescita, sia per un gruppo o comunità nella sua evoluzione.
Conseguentemente la ricerca della verità é qualcosa necessariamente da perseguire in quanto acquisizione di risposte ai nostri dubbi, valori da assimilare ed elaborare, risposte che aiutano a risolvere le angosce di ciò che non si conosce. Come il bambino, anche noi stessi necessitiamo di risposte.
E’ la luce che illumina il buio.
Ma poiché tali risposte si generano da noi ed agiscono su noi esseri imperfetti in quanto mortali e quindi relativi, relative sono anche tali risposte, relative sono tali verità. Le verità possibili sono quindi verità relative temporalmente e spazialmente, già al loro apparire destinate a divenire false, anche solo con il trascorrere del tempo o lo spostarsi nello spazio. Ma sono comunque necessarie all’interno della progressione evolutiva umana. Ad ogni raggiungimento di una verità bisogna èssere in grado di rimetterla in discussione al fine di scoprire ciò che la mette in dubbio, che la falsifica, quindi scoprire la sua correzione, la verità che la sostituisce. E’ la dialettica costante tra i due opposti di un argomento, di una condizione, di una cultura, di una tesi scientifica o spirituale che sia.
Il compito di un ricercatore di verità è quindi il cercare gli opposti, quanti essi siano, su un determinato soggetto, quindi elaborare il loro punto di equilibrio. Qui sta la risposta possibile, in un punto di equilibrio. Non si pensi che la soluzione sia così banale come la soluzione di (x+y)/2 . Gli opposti non sono solo due chiare entità. Sono molteplicità e complessità. La definizione di quali siano tali molteplicità, la loro valutazione approfondita, l’onestà e apertura di pensiero nel fare tale valutazione, sono elementi fondamentali per una corretta valutazione di tali opposti. Solo con tale completezza e apertura di pensiero potremmo valutare e cogliere le verità relative presenti negli opposti e quindi, successivamente cogliere la verità relativa che deriva dalla loro comunione.
Un altro aspetto da considerare, alla luce della legge dell’Equilibrio Evolutivo, è che la verità relativa che deriva da tale comunione è comunque dinamica, non si ri-vela in una forma statica, consueta, scontata. L’Uomo è posto in un contesto universale in cui spazio e tempo sono in evoluzione. Anche la sua esistenza è quindi parte della stessa evoluzione. In questo suo affascinante viaggio spazio-temporale l’Uomo elaborerà sempre nuove verità relative, o possiamo chiamarle “ri-velazioni”, e ciò mediante la costante ricerca ed analisi degli opposti.

 

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