La Riflessione Indice
La trasformazione necessaria
El futuro que queremos
Di Paolo Vittozzi - Luglio 2012
Sono davanti all’oceano. Onde pacate ma potenti, un rimbombo continuo, che tiene una presente compagnia, poco sole, una brezza leggera, un odore di mare fortissimo. Son venuto qui per Rio+20. [N.d.R. Conferenza organizzata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sullo sviluppo sostenibile, denominata anche Rio+20, in quanto cade a 20 anni di distanza dal Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992]
Ovunque è pubblicizzata la frase: “el futuro que queremos”, il futuro che vogliamo.
Io mi perdo nel mare e penso…
Il termine creativo culturale (CC) fu coniato dal sociologo americano Paul H. Ray. I CC sono le persone che desiderano una società più giusta e pacifica, un'economia etica, uno sviluppo ecosostenibile, un'umanità più consapevole; auspicano stili di vita più sani e autentici, ispirati ai valori della pace, dei diritti umani, dell'ambiente, della qualità della vita, delle relazioni consapevoli e costruttive, della crescita personale e spirituale. (1)
La ricerca effettuata da Ray negli USA è seguita la ricerca svolta in Italia da Cheli/Montecucco nel 2002 (2), sociologo il primo e medico ricercatore sulla coscienza il secondo.
La percentuale di cittadini che si riconoscono nella definizione di creativo culturale sembra sia elevata (oltre il 40%) ed è in continua crescita.
Alla fine della Conferenza Rio+20, la dichiarazione condivisa dei capi di stato è stata: "Rinnoviamo il nostro impegno per uno sviluppo sostenibile e per garantire la promozione di un futuro sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale per le attuali e le future generazioni”.
La prima volta che si parlò di questi temi ufficialmente fu a Stoccolma nel 1972: 40 anni fa!!!
Nel 1987 la commissione Bruntland fornì la definizione, poi condivisa da tutti, di sviluppo sostenibile (3). Ma nessun seguito: sono passati 25 anni.
Nel frattempo il mondo è sempre più inquinato, le città sono sempre più invivibili, la plastica è ovunque, non c’è più un porto o un fiume con l’acqua pulita, il livello di litigiosità nelle coppie separate non è diminuito, i nostri adolescenti sono sempre più disconnessi dal mondo reale, il livello della delinquenza è aumentato, gli scandali (sociali, economici, sportivi) si susseguono, la politica non trova vie di sbocco e via dicendo.
Mi rendo conto di ripercorrere, e mi scuso con te caro lettore, alla pari dei giornali, quella infinita serie di notizie tristi, luttuose, catastrofiche, scandalose cui siamo stati talmente abituati dai media che quasi non ci facciamo più caso.
Nel 1972 gli Stati, sotto l’egida delle NU, per la prima volta dettero un nome al disastro incombente che il “tumore essere umano” stava compiendo.
Dissero anche cosa avrebbe dovuto essere fatto, e lo dissero ai quattro venti.
In molti hanno indossato quegli abiti, e ci hanno fatto la campagna politica, hanno preso i finanziamenti, oppure il posto all’università, ma di fatto … NULLA È CAMBIATO!
Solo un esempio, se avessimo cominciato nel 1974 (quindi due anni dopo Stoccolma), a costruire case in classe energetica A, oggi avremmo il record mondiale di eco-sostenibilità, le nostre imprese verrebbero chiamate in tutto il mondo e la nostra qualità di vita in tutte le città sarebbe decisamente migliore (circa il 50% delle polveri sottili è dato dalla modalità con cui consumiamo energia per riscaldare e raffreddare casa).
Le onde si allungano, il sole è sceso un po’, succhio il “leite de coco” con la cannuccia direttamente nella noce, penso ancora e mi sale la domanda: “Perché se i CC esistono già dagli anni 60, e sono una importante percentuale così importante della popolazione, le cose non sono ancora cambiate e non cambiano?”
La persona inquisita, oppure il genitore separato che non vede il figlio da un mese, oppure quel signore che impreca contro la macchina che parcheggiando in quarta fila ha bloccato la sua parcheggiata, comodamente, in terza fila, che in altri momenti si autodefiniscono Creativi Culturali si vedono tali anche con quei comportamenti?
Conosciamo la risposta: e perché no? In fondo se si crede in certi valori e nessuno fa niente per renderli reali, cosa ci si può fare? Se il mondo va da quella parte, io cosa posso fare?
Non lo so, se parlo per me, per lo meno fino a tre anni fa, erano valide tutte le scuse.
Convinto assertore di essere un CC, di fatto avevo comportamenti non coerenti con l’idea che volevo dare a me stesso e al mondo: volevo far parte di un gruppo evoluto che si preoccupava del benessere del pianeta, ma nella continuità dei comportamenti quotidiani me ne dimenticavo.
Sappiamo che così non va bene, ma … Cosa manca per fare il salto?
Io sostengo che manca l’etica. Perduta nei secoli, a favore del guadagno, del profitto ad ogni costo, della crescita continua, del denaro come unico soddisfattore.
E per il guadagno (e non solo di denaro) – reale o promesso – l’essere umano è disposto, purtroppo, a molti compromessi.
E oltre l’etica manca la responsabilità, manca la Coscienza Individuale e poi quella Collettiva.
Il mare approva, sto scrivendo seduto sulla sabbia, un’onda sale sulla spiaggia ed arriva ai miei piedi, li bagna.
Nel 1999 (13 anni fa) a Seattle in occasione della conferenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO-OMC) accaddero due cose: nacque il movimento no-global e prese vita il concetto di Cittadino Globale.
Il Cittadino Globale ha chiara l’interdipendenza delle voci. Non chiude gli occhi quando c’è qualcosa di sbagliato, affronta ciò che secondo lui non è etico, ed attua il principio della responsabilità: ogni evento interessa anche a lui, se tocca la coscienza deve essere affrontato.
Dovremmo smettere fare dichiarazioni politiche” e poi comportarci “come al solito”.
Per caso, tu che leggi, giochi a bridge oppure conosci le sue regole?
Il gioco del Bridge è composto di due fasi: nella prima si valuta (da soli) la forza delle proprie carte e si dichiara quante prese si pensa di fare con quella mano, poi si gioca.
Se non fai le prese dichiarate, perdi, e basta. Vinci se fai quello che dichiari. Se poi realizzassi di più di quanto dichiarato, vinci comunque di meno di quanto avresti vinto dichiarando correttamente.
Pensa a vivere la nostra vita come se giocassimo a bridge, fare quello che dichiariamo, rispettare la parola data agli altri ed anche a noi stessi.
Questo è il passaggio da Creativo Culturale a Cittadino Globale, siamo pronti per la trasformazione?
Il Creativo Culturale finora ha dichiarato ed usato i condizionali, il Cittadino Globale si assume le responsabilità, ed inizia a fare, usa il presente, ha maturato la Coscienza: la usa!
Recita un adagio caro alla mia signora: fra il dire ed il fare c’è di mezzo … l’iniziare.
Iniziamo ad essere Cittadini Globali?
Il tempo cambia, nuvole arrivano, si scurisce, forse pioverà? Coincidenza?
È anche possibile, quasi sicuro, che il Cittadino Globale sia da solo nei suoi comportamenti, differenzia l’immondizia, anche se poi il comune dove vive non lo fa; limita lo spreco energetico dentro la sua casa; evita di consumare materiale non riciclabile (ad esempio i piatti di plastica – di carta va bene), usa buste ecologiche per lo scarto, anche se è l’unico in tutto il condominio, comprende le proprie emozioni e le trasforma. Sa cos’è la compassione, applica la solidarietà!
Solo, non importa, lo fa prima di tutto per se stesso!
Il Cittadino Globale è la persona che ha capito che deve sviluppare una propria Coscienza, deve diventare consapevole di se stesso, di ciò che vuole, di dove vuole arrivare, lui sa che è inutile continuare a cercare i beni di lusso e ad essere un consumatore per avere la felicità, che è uno stato mentale di equilibrio interiore. E’ dentro di noi, non è fuori.
I veri ricchi (ricchi di beni materiali, ricchi di beni immateriali, ricchi di una solida autostima) non hanno bisogno di marchi prestigiosi per accreditarsi o qualificarsi (4).
Non solo, subito dopo esprime le proprie convinzioni, le difende e le diffonde.
Il Cittadino Globale trova la propria voce ed aiuta gli altri a trovare la propria.
Questo mondo, in parte deturpato, sfruttato, sporcato, ignorato, abbandonato, ha bisogno di Cittadini così. Ormai è chiaro a tutti che la Terra è un unico organismo vivente, in equilibrio dinamico, Lovelock lo chiamò Gaia. Noi siamo il suo tumore. Nel 1972 questo tumore aveva 3 miliardi di cellule, oggi ne ha 7 di miliardi, e stiamo andando verso 9.
Il tumore ha un comportamento incredibile, si espande sempre di più, fino ad uccidere l’essere che lo nutre, e quindi alla fine finisce per uccidere anche se stesso… tale è la sua fame che alla fine muore!!!
Noi umani moderni, non solo continuiamo a crescere ma abbiamo inventato, inneggiando al profitto, questa economia della crescita continua che è la più grossa cattiveria che potevamo fare a Gaia. La più grande sorgente di benessere, la Natura viene selvaggiamente sfruttata e disprezzata.
Un raggio di sole illumina il mio foglio e poi sparisce... il sole sa?
Per me che sono italiano, contento di esserlo, che osservo questa bellissima nazione piena di risorse energetiche naturali come il sole, il vento, le pianure, le colline, le abbondanti piogge, mi dico che voglio cominciare a cambiare intanto il mio paese, dare l’esempio da qui, il resto dell’Europa verrà dietro e dopo verrà il resto del mondo.
Molto però può essere ancora fatto.
La nostra società è basata su modelli di riferimento sociali, economici, ecc.
Ora vanno cambiati i modelli fondamentali, consci che non dobbiamo combattere la realtà ma creare un novo modello – allettante – che sostituisca quello esistente (5), partendo, assolutamente dalla coscienza individuale, per diventare attori protagonisti della nostra vita globale.
È necessario sostituire il modello economico, poggiato sull’idea della crescita continua (in netto contrasto con un pianeta dalle risorse limitate) (6), scrivere il modello ecologico, ed è necessario eliminare definitivamente qualsiasi cosa che non sia biodegradabile.
E l’energia?
Questa va “democratizzata”. Energia diffusa, ognuno (casa o condominio) ha la propria (pannello solare, pala eolica) basta a enormi centrali che distribuiscono potere e denaro invece di energia.
A seguire la rapida eliminazione dei combustibili fossili. Investire in ricerca e sviluppo sui motori elettrici, a idrogeno, a elio, a acqua, a aria per produrre qualcosa che sia veramente a zero emissione di CO2.
Ma tu - lettore - lo sai che a Pechino tutti i motorini sono elettrici? Me ne sono accorto perché quasi ti investono e non li senti arrivare, quindi non solo zero CO2, ma anche zero rumore!
Poi la crescita demografica.
Anche questa passa attraverso uno sviluppo della coscienza. L’Italia in questo è già avanzata, i giornali tuonano, paese a crescita zero, io dico: meno male! Ma non possiamo ignorare quello che accade nel resto del Pianeta, se siamo Cittadini Globali.
Nel resto del mondo c’è qualcuno che ama le famiglie numerose. Maschi di solito!
Qui solo la Mamma ci può aiutare, nel senso del Femminile. L’integrazione della donna nel sociale, il rispetto della sua scelta di maternità, l’empowerment della Donna, lo sviluppo della Coscienza del Femminile - ovunque nel mondo - sono veramente improcrastinabile.
Il potere ed il denaro oggi sono i surrogati dell’amore e delle relazioni che non abbiamo più.
Senza amore non esistono né felicità né benessere. Ma possiamo scegliere.
Tornare a provare un po’ di amore, per noi, per i nostri figli, per i nostri amici, per Gaia e smettere di correre e produrre, produrre, produrre per avere, avere, avere ed essere comunque infelici! Dobbiamo sviluppare la nostra coscienza individuale.
Mi fermo qui, ti ringrazio per avermi letto.
Se vuoi condividere iscriviti al censimento globale, www.censimentoglobale.it.
Così possiamo cominciare a contarci sul serio, e possiamo iniziare ad inoltrare le nostre richieste con il peso dei numeri. Da subito diventiamo Cittadini Globali responsabili e coscienti: diamo l’esempio!
Poi presto, ma presto cominceremo a chiedere che i criteri Naturali siano applicati, senza compromessi, non possiamo più aspettare.
Non possiamo aspettare Rio+40, dobbiamo cominciare domani mattina.
Qual è el futuro que queremos?
Inizia a piovere, chiudo il blocco notes e corro verso il bus ….
Paolo Vittozzi
Rio de Janeiro - Praia de Barra de Tejiuca – fronte oceano – 21/06/2012
Paolo Vittozzi, Facilitatore-Formatore Human Factors dal 1996 per gli equipaggi di volo, ha poi portato l’esperienza aeronautica nel mondo delle aziende implementando modelli legati alla leadership, all’eliminazione dell’errore umano e alla sicurezza sul lavoro. Oltre ad essere un Counselor-Coach Relazionale, oggi ricopre il ruolo di Direttore Esecutivo del Club di Budapest Italia e si occupa di sviluppo della coscienza e del potenziale umano. Classe 1954, ha completato un Master Universitario in “Counseling e formazione relazionale”, è laureato in Scienze Aeronautiche e in Scienze Politiche. Ufficiale in Aeronautica Militare dal 1973 al 1995, ha poi lavorato in Aviazione Civile come Comandante di velivolo, capo nucleo Human Factors in Alitalia Express, istruttore di volo e start up manager.
Altre Riflessioni
NOTE
1) Dal sito www.creativiculturali.it
2) Enrico Cheli e Nitamo Montecucco - I Creativi Culturali - Xenia Edizioni
3) Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
4) Paolo Ricotti – Sostenibilità e Green Economy – Quarto Settore – Franco Angeli Ed.
5) Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta. Richard Buckminster
6) Paolo Ricotti – ibidem
Libri pubblicati da Riflessioni.it
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