salve a tutti. Ho letto un romanzetto un po' strampalato centrato su una storia di eretici albigesi e inquisitori sadici: si intitola "le catene di Eymerich" di V. Evangelisti.
mi ha messo una gran curiosità.
Mi sono informata qua e là senza trovare niente di preciso; da quanto ho capito gli albigesi erano i seguaci di un'eresia nata tra il XII e XIII sec. nel Sud della Francia, che prende piede specialmente a Tolosa e ad Albi (da qui il nome). Deve avere avuto numerosi focolai anche nell'Italia settentrionale.
L'eresia albigese è una specie di prosecuzione di quella catara, nata probabilmente nei balcani e che credeva nel ritorno alla povertà della chiesa, a un ritorno "alle origini". Gli albigesi però si spingono a un rifiuto profondo della chiesa, della sua liturgia e di alcuni cardini teologici....ma non ho trovato informazioni precise su questo. Nel romanzo c'è scritto che recitavano il padre nostro con qualche modifica, ad esempio...ma niente di più dettagliato.
L'eresia albigese trovò un grande sostenitore nel conte Raimondo VI di Tolosa e in altri grandi signori provenzali. Con Innocenzo III, un papa del XIII sec. Roma reagì in modo brutale, iniziando una guerra ventennale e sanguinosa per sopprimere tale eresia; mi par di capire che l'inquisizione fu uno strumento utilizzato a man bassa. I domenicani furono l'ordine monacale per lo più utilizzato per screditare i principi teologici degli albigesi. Ma non si limitarono, ovviamente, a disquisire teologicamente: si parla di molti roghi.
Mi domando quanto il movimento cataro/albigese sia stato diffuso e pericoloso per la chiesa di roma, visto la grande mobilitazione di forze che roma mette in atto per sopprimere il movimento.
se qualcuno ha qualche notizia o precisazione ne sarei felice.