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08-02-2006, 22.03.43 | #4 |
Ospite abituale
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Hasta siempre Comandante
Aprendimos a quererte desde la histórica altura donde el sol de tu bravura le puso cerco a la muerte. Estribillo: Aquí se queda la clara, la entrañable transparencia, de tu querida presencia Comandante Che Guevara. ascolta in mp3: http://www.marxists.org/subject/art/...ta_siempre.mp3 Abbiamo imparato ad amarti sulla storica altura dove il sole del tuo coraggio ha posto un confine alla morte. Coro: Qui rimane la chiara, penetrante trasparenza della tua cara presenza, Comandante Che Guevara. Ultima modifica di oizirbaf : 08-02-2006 alle ore 22.20.46. |
08-02-2006, 23.58.48 | #5 |
Ospite abituale
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...una presa di coscienza
...un po' di Che attraverso la pellicola... da vedere...
I diari della motocicletta di Walter Salles Titolo originale: The Motocyrcle Diary Anno: 2004 Regia: Walter Salles Interpreti: Gael García Bernal, Rodrigo De la Serna, Mía Maestro Soggetto: tratto dai diari “LatinoAmericana” di Ernesto "Che" Guevara e “Un gitano sedentario” di Alberto Granado Sceneggiatura: José Rivera Genere: Avventura/Drammatico; Durata: 2h e 06' Distribuzione: BIM “I diari della motocicletta” non è un film sul leggendario “Che”, icona di una rivoluzione contro le ingiustizie a favore degli oppressi. Chi entra in sala con la speranza di vedere la storia e le lotte del mitico “Che” Guevara nel suo amato Sud america, rimane altamente deluso. Questo film è un’altra cosa. E’ un viaggio, un diario, un’avventura, un divertimento, una progressiva presa di coscienza man mano che vengono consumati centinaia di chilometri sulle strade polverose dell’Argentina, del Cile, del Perù, del Venezuela. Sono gli inizi degli anni ’50 e Ernesto Guevara (il bravissimo giovane attore messicano Gael García Bernal), non è ancora il “Che”, ma “El Fuser”, scanzonato ventitreenne che a un passo dalla laurea in medicina, decide di partire con il suo migliore amico biochimico Alberto Granado (Rodrigo De la Serna), per un avventuroso viaggio attraverso l”America Latina, a bordo della (questa sì già) mitica “Poderosa”, una moto Norton 500. Un viaggio di esplorazione e scoperta dei luoghi più nascosti di questo affascinante paese, che inizia con entusiasmo e divertimento (il film inizialmente ha una forte dose di ironia, ai due protagonisti capitano bizzarre disavventure) per poi scivolare in un terreno più oscuro e introspettivo. Il momento di rivelazione e di scoperta del proprio io (che evidentemente già esisteva, ma doveva essere rivelato, reso consapevole) è il dialogo che Ernesto ha con una peruviana, una sera attorno ad un fuoco. Dopo aver detto che stava fuggendo insieme al marito perché comunisti, chiede ai due avventurosi viaggiatori il motivo del loro viaggio. Momento di silenzio. Imbarazzo. Perché stiamo viaggiando? Ernesto risponde ingenuamente “per viaggiare”, ma nei suoi occhi (ben rappresentati con un intenso primo piano) già si legge il cambiamento d’animo, la scoperta del suo io. Tale rivelazione trova la piena consacrazione quando i due arrivano al lebbrosario e prestano il loro aiuto come medici. Un fiume divide simbolicamente i malati dai sani e la traversata impossibile a nuoto di Ernesto per raggiungere la sponda dove vivevano i malati rappresenta il coraggio, la lotta e la forza d’animo che di lì a pochi anni dimostrerà di avere nelle lotte politiche in tutto il continente. Il film è quindi un viaggio ludico che diventa introspettivo e la sceneggiatura (di José Rivera) scandisce questo passaggio. Le parole del diario che Ernesto scrive durante il viaggio sono tratte da due celebri diari, uno scritto da “Che” Guevara, “Latinoamericana”, (edito da Feltrinelli), e l’altro “Un gitano sedentario” scritto dall’amico compagno di viaggio, tuttora vivente, Alberto Granado. Il regista Walter Salles (Central Do Brazil) dimostra di avere quell’intento documentaristico di raccontare non solo il Brasile, ma tutta l’America Latina. Le immagini fotografiche in bianco e nero (che inframezzano il film) di minatori in disperata ricerca di lavoro, di povera gente che dorme su amache usurate, di donne che lavano i panni nel fiume, sono la fotografia di un Paese, ma anche la denuncia di una situazione di miseria e povertà. In definitiva quindi lo spettatore non deve vedere il film con lo spirito di vedere un mito, bensì la semplice crescita di un ragazzo qualunque grazie a un viaggio attraverso la miseria. Si entra in sala per capire l’origine delle trasformazioni che porteranno un giovane studente di medicina argentino a diventare icona della libertà e della lotta contro le ingiustizie. Marta Fresolone |
09-02-2006, 11.01.26 | #6 | |
Ospite abituale
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Re: Vergogna!
Citazione:
...le nostre sensibilita'...oggi leggo : Per Fini, ''la cerimonia di oggi al Quirinale è il suggello di quella pagina di riconciliazione scritta unanimemente dal Parlamento'', soprattutto ''grazie al presidente Ciampi. Quel voto in Parlamento, infatti, è stato reso possibile dal mutare dei tempi, dal venir meno del furore ideologico e dalla volontà delle forze politiche di ritrovare una memoria condivisa. Ma senza l'alto e quotidiano monito di Ciampi, senza il suo esempio, senza la sua opera affinché gli italiani ritrovassero la coscienza di appartenere a un'unica comunità nazionale, non sarebbe stato possibile ricordare una Storia senza buchi neri e senza pagine strappate''. ...senza pagine strappate?...senza volere sminuire l'orrore delle foibe...circa due anni fa' fu presentato un filmato della BBC sulla T7 verso l'una di notte... "Fascist Legacy (L'eredità del fascismo), Gran Bretagna 1989 - 2x50 minuti. Regia: Ken Kirby; consulenza storica: Michael Palumbo; fotografia: Nigel Walters; montaggio: George Farley; voce narrante: Michael Bryant. Documentario prodotto e trasmesso dalla BBC in due puntate, l'1 e 8 novembre 1989, suscitando una protesta da parte dell'ambasciatore italiano a Londra, un'interpellanza parlamentare e articoli apparsi su tutti i maggiori quotidiani italiani. Successivamente è stato acquistato dalla RAI che ne ha prodotto una versione italiana che non è mai stata trasmessa. Affronta il tema della rimozione dei crimini sistematicamente commessi dall'Italia fascista nella costruzione del suo impero, in nome della "superiore civiltà italica" e della sua "missione civilizzatrice", in Africa (Libia, Etiopia, Somalia) e nei Balcani (Albania, Jugoslavia e Grecia). Massacri di civili, distruzione di interi villaggi, eliminazione delle élite intellettuali e politiche, uso di armi chimiche, distruzione delle colture e del bestiame per ridurre alla fame la popolazione, deportazioni e campi di concentramento con una mortalità che arrivò sino al 50% degli internati. Una serie di orrori, con un bilancio di morti, arrotondato per difetto, di 300.000 etiopi, 100.000 libici, 100.000 greci e 250.000 jugoslavi. La prima parte, intitolata A Promise Fulfilled (Una promessa mantenuta), documenta questi crimini analizzando quanto avvenne in Etiopia e Jugoslavia. Gli episodi e i luoghi più significativi di questi crimini vengono ripercorsi affiancando alle immagini dell'epoca il racconto di testimoni oculari e il commento di alcuni autorevoli storici, fra cui Angelo Del Boca, Guido Rochat e lo jugoslavo Ivan Kovacic. La seconda, intitolata A Pledge Betrayed (Un'impegno tradito) illustra le ragioni per cui i responsabili di quei crimini non furono mai processati e incriminati, contrariamente agli impegni precentemente presi dagli Alleati, né si sviluppò mai un serio dibattito pubblico che rielaborasse la memoria collettiva di tali eventi, rimasta così ancora oggi abbandonata a un'ambigua mescolanza di rimozione e luoghi comuni ereditati dalla propaganda autoassolutoria del regime. Basandosi principalmente sui documenti della Commissione ONU per i crimini di guerra istitutita nel 1943, lo storico Michael Palumbo ricostruisce come Stati Uniti e Gran Bretagna al termine del conflitto appoggiarono deliberatamente i tentativi di chi in Italia voleva affossare le richieste di processare quei criminali di querra italiani che la stessa commissione ONU riconosceva come tali. Testimoni dell'epoca, come il membro della Commissione ONU Marian Mushkat, l'allora ministro degli esteri jugoslavo Leo Mattes, storici come David Ellwood e Claudio Pavone, affiancano la documentazione fornita da Palumbo nel far luce sulla motivazione fondamentale di questo insabbiamento: condannare i criminali fascisti avrebbe messo in moto in Italia un processo di epurazione che avrebbe indebolito il fronte anticomunista, ritenuto essenziale nella logica della Guerra Fredda. Così nessun criminale venne processato, molti continuarono anzi a ricoprire alte cariche istituzionali...." -------------------------------------------------------------------------------- ...questo filmato non fu' mai trasmesso dalla RAI...le vostre opinioni? |
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09-02-2006, 16.04.49 | #7 |
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... vedi klara ...
Parafrasando "Vedi cara" di Guccini ti direi "Vedi klara, è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già", nel senso che è ovvio che penso che la Rai abbia fatto male a non mandare in onda "Fascist Legacy", è ovvio che andrebbero fatte conoscere meglio le nefandezze dell'imperialismo fascista, ma ciò che volevo dire io, proprio per onorare la vita e la morte di un uomo straordinario come Ernesto Guevara, bisogna cominciare non dalla storia o dall'ideologia ma dalla sensibilità, dalla nostra umanità di fronte alla morte: se vogliamo un mondo giusto e solidale, più di ogni programma, non pensi che sarebbe già molto partire da un semplice gesto di pietà, che persino un dittatore che ci ha portato alla guerra ed al disastro merita, soprattutto se già sconfitto e ucciso?
Appendere Mussolini a testa in giù e sputargli in faccia, può cancellare ciò che ha fatto Lui, con l'appoggio entusiastico di tanti italiani che si scoprirono ipocritamente puri e antifascisti solo quando il fascismo non c'era più? Perchè - mi domando spesso - quando parlo con gente di sinistra come me di queste cose, delle foibe, dei gulag etc. mi si ricorda sempre altre opposte atrocità o che la shoah non ha paragoni etc etc? Eppure sanno che sono più a sinistra di loro! Forse il loro retropensiero non detto è che sono "strano"? Fare i conti con la fragilità della nostra vigliaccheria, del nostro lamentarci e non fare o tacere, significa aiutare il ritorno del passato? Nelle profondità dell'animo umano dormono luce e tenebra, accanto. Ma è lì la nostra dignità: tirar fuori la luce, consci delle tenebre che giacciono accanto. Il mio giudizio storico è uguale al tuo, ma mi auguro che anche tu comprenda che al di sopra o nel profondo, dovremmo scoprire la nostra umana sensibilità, usando anche la storia passata per acquistare consapevolezza, non per scagliarci accuse e morti l'un contro l'altro dialetticamente armati. E' questo il senso profondo del gucciniano "Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già". "Capire, capirci" nell'intuizione non intellettuale del cuore: intuizione che viene prima delle idee e delle ideologie (idee organizzate e strutturate) ed anche delle religioni. Se si è riusciti nel perverso capolavoro di fare delle parole d'Amore di Gesù di Nazareth una religione al servizio del potere e di guerre di religione, come non pre-occuparsi, ossia occuparsi preventivamente di questa sensibilità verso l'altro, nostro specchio .... anche l'altro più lontano possibile da noi, intendo. Come ci saremmo davvero comportati in situazioni terribili? Avremmo tirato fuori la nostra umanità o ci avrebbe sopraffatto l'odio e la nostra bestialità? ... son domande che prima che a te e ai 4 gatti che ci leggeranno, faccio a me stesso. ciauzzzzzzz oiz! |
09-02-2006, 18.13.55 | #8 | |
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Re: ... vedi klara ...
Citazione:
...ahhh...da te questa risposta era scontata! ...certo, l'accanimento sui corpi ormai morti di Mussolini e la Petacci non e' un gesto di cui andare fieri... ma mettersi nei panni di chi lo ha fatto e' estremamente difficile... non ho risposte certe... ...dovevo aprire forse un 3d a parte ma lo avevo insabbiato qui ... le parole di Fini mi sono sembrate,come dire,ciniche..."le pagine strappate"...stiamo parlando di storia...e allora perche' non dirla tutta?... dopo tanti anni e' ancora scomoda o che?... ciao,klara |
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10-02-2006, 00.34.19 | #9 | |
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Re: Re: ... vedi klara ...
Citazione:
... la stiamo dicendo ... leggendo da un libro ... integro! Ora sì che posso parafrasare "Vedi klara, è facile spiegare, è facile capire perchè hai capito già!". rotoloiz p.s. ... ridammi quella pagina! (... io ti ridò l'altra ) |
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