Ospite
Data registrazione: 23-09-2004
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La Vostra Guerra
Il governo del presidente iracheno Saddam Hussein ha prodotto negli anni della sua leadership un'incremento "esponenziale" del livello di vita ed il miracolo, data la composizione della popolazione, della diffusione di una cultura interetnica e solidale (vedi Jugoslavia di Tito e Milosevic), anche grazie ad una capillare ed efficace azione del partito che lo ha portato al potere, il Baath, un partito di ispirazione socialista e laica.
Il culto della personalità, rivelatore di propensioni staliniste, indotto dal leader e, soprattutto, un ideologia tollerante, equilibrata ed illuminata hanno determinato nel medio oriente, in gran parte feudale, il sorgere di uno stato di struttura "occidentale" e moderno, meno prono rispetto ai "vicini" ad assecondare le mire degli stati più potenti; giocoforza, ciò è sostenuto da una giusta pratica di repressione verso gruppi fanatici, distruttivi e venduti, quali i curdi delle fazioni più opportuniste e retrive, per intendersi quelle in conflitto con il PKK. I curdi, dislocati a nord dell'IraQ, strategico per gli interessi USA per la presenza di immensi giacimenti petroliferi, contrattano, in maniera più o meno tacita ed implicita, un territorio curdo indipendente in cambio dello sfruttamento delle risorse petrolifere, concordato con le multinazionali ed il governo USA che, certamente, intende contrastare l'OPEC nella determinazione del prezzo del greggio, alimentare lo sviluppo economico, sempre più critico al suo interno, scongiurare in qualche misura l'evento atteso del picco nella disponibilità mondiale del petrolio, a cui secondo accreditate previsioni, seguirà una marcata recessione o una sostituzione, almeno negli stati più previdenti, con fonti di energia rinnovabili e centrali nucleari.
Per quanto riguarda la parte di osservanza sciita della popolazione, questi hanno dimostrato nei fatti la loro omogeneità con le altre etnie, cristiana e sunnita, nel voler combattere chi, per il "capriccio" criminale ed irresponsabile di un tale George Bush, proditoriamente invade l'IraQ, fa carta straccia del diritto internazionale e, facendo leva su falsità, ormai tali per chiunque sia onesto nelle valutazioni, massacra con indiscriminati bombardamenti, distrugge città e civiltà, spacciando tutto questo, incredibilmente, per intervento umanitario; porta la spaccatura e la discordia in IraQ, e forse alla sua cancellazione come nazione libera ed interetnica, similmente a ciò che è accaduto per la Jugoslavia.
Un conflitto prende origine dalla valutazione dello stato aggressore che il terrore originato dalla capacità di annientamento della sua azione militare porti alla resa del nemico, supposto che questi non siano in grado di sviluppare un terrore analogo o superiore. La parola suggestiva "terrorismo" è stata volta finora alla descrizione dell'azione di gruppi clandestini o semiclandestini che non sono in grado di mettere in campo un'azione prettamente bellica e quindi un livello terroristico superiore più "convincente" e deterrente; ne deriva che i "terroristi deboli" maturano la necessità di operare in modo tale da dare ad uno scontro, altrimenti impari, la caratteristica di scontro di civiltà o di ideologie ed accumulare, attraverso una tattica di guerriglia e di sabotaggio verso obiettivi mirati e significativi accompagnata da idonei proclami, approvazione e solidarietà intorno alla loro azione. La stessa cosa fa l'aggressore che forse deve riuscire a compiere qualcosa di più complesso: inoculare nelle menti dei cittadini del paese aggredito che l'aggressione e il terrore che comporta sono volti al bene ed al miglioramento del loro stato. Tale compito è proibitivo ed alla lunga si dimostra un insuccesso perchè rivela un delirio di superiorità culturale ammantato da furore messianico non efficace nei confronti di popolazioni evolute ed orgogliose della propria storia e della propria nazione. A questa difficoltà lo stato aggressore può opporre solo la distruzione totale e l'imposizione tirannica, anche se mascherata, dei suoi obiettivi, pagando però molto in termini di immagine internazionale, determinando un'opposizione più vasta al suo agire ed aggregando contro di sé un sempre più competitivo esercito di "terroristi", forti, a quel punto, di una più estesa "simpatia" di un'opinione pubblica mondiale più cosciente e critica.
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