salve , ho sentito (visto) al tg2 di un ragazzo nepalese che da 6 mesi si trova in uno stato estatico in un tronco di ulivo, tralasciando l'immagine trasmessa molto bella come tale, mi viene da chiedere come mai chi è capace di tanto (nella "fede" che non ci siano trucchi) non "agisce" per gli altri o quello è già agire trovandoci nell'impermanenza? spero di essere stato chiaro e che il 3d sia aperto nell'argomento giusto claudio

un essere così è già un mezzo potentissimo di trasformazione del mondo un canale di energia divina....che altro dovrebbe fare secondo te?

no comment

Quello che sta facendo il ragazzino (ammesso che sia senza trucchi) è il massimo concesso direi, ha aperto una porta di collegamento con Dio in linea diretta.

Linea diretta con Dio: estasi, comunicazione di estasi agli altri, purezza assoluta
Linea indiretta: fare del bene (amare) verso il prossimo, atti caritatevoli, ecc., livello di purezza inferiore

Sul piano spirituale più si è puri più si fa del bene, in generale non si può agire per gli altri se non si è puri.

Esempio: si può aiutare una persona che sta affogando se si ha i piedi ben saldi per terra.

crescono ulivi in nepal?

non lo sapevo....

vedi, si impara sempre qualcosa da questi estasiati.

Esempio: si può aiutare una persona che sta affogando se si ha i piedi ben saldi per terra.

non è una polemica ma una cosiderazione........si aiuta chi sta affogando non stando con i piedi ben piantati per terra Linea diretta ma tuffandosi in acqua per afferrare l'affoganteLinea indiretta claudio

ps x nonimportachi: credo che fosse ulivo ma come detto non ne sono sicuro

Che abbia aperto una linea diretta con dio è vero (sempre che non ci sia trucco) ma non la con-divide con parole ed opere con gli altri

non tutti abbiamo la stessa missione
non tutti seguiamo lo stesso cammino
l'importante è "servire" al risveglio spirituale
e lui forse serve così
altri serviranno con azioni
altri con parole
altri con la vita dedicata al servizio
altri solo vivendo.......

Se si ammette, anche solo in ipotesi, che Dio esiste ed è la fonte di tutto, rapportarsi a Lui in modo sottomesso e glorificante, cioè con purezza di cuore, può voler dir qualcosa, anche per gli altri. Perché sottomesso? Questa parola nell’uso corrente ha un sapore sgradevole, sembrerebbe una rinuncia a sé stessi per opportunismo o viltà, ed invece usata nell’accezione spirituale il significato si ribalta, è esclusivamente amoroso.

Alcuni sentono quest’attrazione amorosa così intensamente da raggiungere l’estasi, uno stato particolare in cui si è sopraffatti dall’impeto di donarsi, il corpo è quasi un impedimento ed è percorso da sensazioni particolari (il passaggio di arie dicono gli orientali).
Ora questa sensazione – sebbene in minor misura – la si può provare anche verso l’amante terreno, ma quando la si prova verso Dio – origine di tutto – il rapporto si amplia di molto, non resta ristretto a due.

Alcuni sentono quest’attrazione amorosa così intensamente da raggiungere l’estasi, uno stato particolare in cui si è sopraffatti dall’impeto di donarsi, il corpo è quasi un impedimento

non faccio il copione....ma rendi bene ciò che accade ,nell' "attimo" in cui sei "interconnesso" hai il "potere" di permanere in quello stato ma, almeno a me, il dharma (il quotidiano) mi tira "giù" e mi fa andare in ospedale ad espletere il mio "servizio" (esempio vissuto) ciao claudio