dal libro incontri C.F.77
(inedito)
Verrà un tempo che fede e ragione si daranno la mano.
Dicendo questo non siamo animati da spirito ottimistico, bensì da spirito profetico. Ogni causa ha scritto in sé l’effetto; per questo l’uomo, dopo il trapasso, rivedendo la passata vita, prevede la futura nelle sue maggiori caratteristiche. Così noi, esaminando il mondo quale è oggi, prevediamo il futuro, infallibilmente. L’uomo non ha mai saputo trovare l’equilibrio intimo, giudicare con discernimento, trovare l’armonia dei contrari. È fazioso per natura; ciò vuol dire non comprendere la legge di equilibrio e lasciarsi trascinare da essa da un estremo all’altro, in un eterno conflitto: dall’ esaltazione della vita umana dei pagani, al suo all’annullamento, proprio dei Cristiani, dall’esaltazione della fede nei secoli passati, alla esaltazione della ragione e così via.
Il dissidio che esiste tra fede e ragione, per dire di estremi, dipende più da un acceso misticismo mal compreso e da un troppo rigido positivismo, che da una divergenza vera e propria; ciò è chiaro, la Verità è unica, anche se presenta diverse facce. Così, se l’uomo riuscisse a svelare il simbolo delle Scritture Sacre, cioè seguisse l’insegnamento nella sua sostanza e non nella forma, se riuscisse a ragionale in moda equilibrato ( questo implicitamente insegna S. Tommaso quando dice: “ Una cosa non è giusta, perché Dio la vuole, ma Dio la vuole perché è giusta”) allora non esisterebbe più questo dissidio.
Diamo un’occhiata da vicino a questi simbolismi della Scrittura:
Dio creo l’uomo (elemento attivo) a sua immagine e somiglianza; ciò vuol dire che macrocosmo e microcosmo sono analoghi e formano un tutto. Le conseguenze fatele da voi.
Dio creo la donna (elemento passivo) togliendo una costola all’uomo; ciò vuol dire che le forze contrarie non sono mai opposte e che si può trovare la analogia dei contrari, perché uno ha sempre un elemento dell’altro.
Facciamo un esempio: prendiamo la luce e l’ombra, apparentemente due enti contrari; ma in realtà la luce non è che una vibrazione ad altissima frequenza la quale rappresentata graficamente, da un insieme di sinusoidi.
Questo ci dimostra che in sostanza la luce assoluta è un alternarsi di qual cosa, chiamiamola luce ed ombra.
In Adamo non si deve raffigurare il primo uomo, ma la prima umanità che, giunta alla perfezione, aveva trasformato il soggiorno in questo pianeta in un vero paradiso terrestre.
In questo paradiso si trova l’albero del bene e del male al punto di confluenza di 4 fiumi. Questo albero, da i frutti proibiti, simbolizza il potere che dà la sapienza. Esso si realizza nel superamento delle passioni e nell’intimo equilibrio, simbolizzati dal punto di confluenza dei fiumi. Essi sono 4 perché simbolizzano il quaternario che, nel piano terreno, rappresenta le forze della natura, mentre nel piano umano significa il quaternario inferiore dell’uomo, più precisamente i corpi: fisico, astrale, mentale istintivo e mentale intellettivo, con i corrispondenti attributi ( peso ed estensione per il fisico, emotività e passionalità per l’ astrale, equilibrio ed armonia, per il mentale istintivo, ragione e capacità di apprendere per il mentale intellettivo).
In questo caso, come abbiamo detto, questo quaternario è equilibrato, il che vuol dire che le corrispondenti passioni ( umane) sono superate dall’individuo il cui Ego spirituale domina perfettamente i veicoli.
Ciò è esenziale per giungere a sapere, a potere. Ma nell’uomo la potenza e la sapienza senza l’amore e l’altruismo, ovvero con l’egoismo, producono la catastrofe e l’occultamento del sapere.
Il serpente tentatore è infatti l’anima della terra, l’atmosfera che S. Paolo ci esorta a vincere, l’egoismo che, facendo presa sulle anime giovani, spinse ad usufruire delle forze dell’uomo e della natura a scopo egoistico e personale, provocando la cacciata dal paradiso terrestre.
Dio allora cacciò l’uomo, vestito di pelli di bestie(significato evidente) dicono le Scritture; ma fu l’uomo che, rendendosi simile alla bestia, si punì da solo. A guardia del perduto paradiso, del sapere divenuto occulto, è l’angelo dalla spada fiammeggiante, l’angelo della pura iniziazione.
Dei secoli avvenire è la riconquista di questo paradiso, vincendo l’angelo, ossia dando prova di capacità evolutiva.
Ecco come, svelando il simbolismo delle Scritture, che interpretato alla lettera è stato causa di fanatismo, si conciliano fede e ragione, concordi di fronte alla Verità.
Adamo, che come abbiamo già detto non significa l’uomo, ma l’umanità, dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre, ebbe due figli, Caino e Abele.
I figli di un’umanità degenerata, che era ricaduta fra le spire del serpente, non potevano essere equilibrati: si era aperto un nuovo ciclo e la nuova umanità doveva ascendere alla conquista del perduto paradiso.
Caino e Abele, due estremi, simbolo di un’umanità non equilibrata: il forte e il debole, il violento e il mite.
Seguendo la vicenda troviamo l’inevitabile: il remissivo ucciso dal prepotente. In ognuno di noi v’è un Caino ed un Abele, perché ciascuno di noi è ben lungi dall’intimo equilibrio. Non dobbiamo cacciare Caino, né ripudiare Abele. Il regno dei cieli si conquista a viva forza, quando si è capaci di perdonare ogni violenza subita.
E’ la forza che vince, ma è l’intelligenza che vince la forza. Vi è un uomo più forte di colui che uccide ed è colui che muore per non uccidere, chi muore per salvare.
Era un Dio o un vigliacco Colui che, schiaffeggiato, porse l’altra guancia? E si lasciò crocifiggere fra due ladroni chiedendo pietà per i suoi crocefissori? Perché non mostrò la sua potenza fulminandoli? Il mondo avrebbe creduto, avrebbe riconosciuto la Sua divinità.
Ed invece è morto senza invocare giustizia, rassegnato, come accettasse la colpa che volevano attribuirgli.
Questa fu la Sua vittoria. Credete forse che se Cristo non avesse fatto riporre la spada a Pietro ma, al contrario, avesse combattuto gli ebrei, oggi vi sarebbero cristiani sulla terra? No, combattere la violenza con la violenza non è distruggerla, ma forzarla a riprodursi.
Fintanto che per una fede vi sono martiri, quella fede non si distrugge, ma si accresce e si espande. I veri vittoriosi sono loro, i martiri, gli oppressi, essi soli non morirono mai, mai resterà vano il loro sacrificio, ma saranno come il punto di appoggio di Archimede, necessario a sollevare il mondo, a volgerlo in loro favore.
Dicemmo che un tempo che Mosè era stato il precursore del Cristianesimo, come Cristo era stato il riformatore del Giudaesimo; ma gli uomini non hanno compreso né l’uno né l’altro e si sono odiati e divisi, anziché amarsi ed unirsi.
“ Il regno del Messia – dice un grande – è il regno della carità”.
“ Io non vengo per sovvertire la legge, ma per compierla” dice il Maestro.
continua...................... ..
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