L'universo generoso ci mette in relazione con le persone che ci corrispondono, ma spesso il nostro "programma genealogico" non ci permette di prenderne subito atto, e così cerchiamo la nostra "perfetta" metà, cerchiamo la passione, la ricchezza esteriore o un tipo d'intelligenza particolare che sia compatibile alla nostra, ovunque ci è possibile.. ma che si relazioni sempre con lo stesso "programma ricevuto", senza potercene rendere conto..
e nell'attesa "crediamo" di aspettare il meglio per noi, avanzando pretese, immaginando e cercando persone con "gusti compatibili" al nostro.. ma senza poterci spostare di un solo millimetro dal nostro "programma genealogico" che ci parla e "consiglia" tramite tutta la nostra famiglia di origine.

Accedere ad una relazione con una persona, significa in sostanza entrare in relazione anche con tutta la sua famiglia d'origine, significa penetrare nel suo ambiente psicologico; è così che molti uomini fanno propria una loro "personalità" che in realtà non è altro che la somma di quella dei membri della sua cerchia affettiva familiare o amicale.

Tutti siamo "contaminati" dai nostri predecessori familiari.. e nascere in una determinata famiglia significa in qualche modo esserne "posseduti", un possesso che a sua volta viene ritrasmesso, riproiettato sui nostri poveri figli e così di generazione in generazione.
Acquistare coscienza di questo "programma" è rompere il circolo vizioso...

A molti su questo forum non piacciono le citazioni, ma capita che qualcuno abbia trovato le parole che avevi dentro tu ed allora vorrei citare Fernanod Savater in "Etica per un figlio":

"...a differenza di altri esseri, viventi o inanimati, noi uomini possiamo trovare soluzioni nuove e scegliere almeno parzialmente la nostra forma di vita. Possiamo optare per quello che ci sembra essere giusto, e cioè conveniente per noi, ed evitare quello che sembra farci del male o non convenirci. Ma siccome possiamo scegliere, possiamo anche sbagliarci, cosa che non succede ai castori, alle api o alle terminti. Perciò sembra meglio riflettere bene su quello che facciamo e cercare di acquisire un certo saper vivere che ci permetta di scegliere bene. Questo saper vivere, o arte di vivere se preferisci, è ciò che chiamiamo etica."

Acquistare coscienza di questo "programma" è conservare il circolo vizioso...

Il "programma karmico" ,se non riconosciuto,è un vero e proprio circolo vizioso.
Osservare i nostri atti nel cerchio familiare, rivedere nell'ambito atti e consuetudini già "scelti", con distacco e consapevolezza ,aiutandoci con tutti gli specchi che ci si offrono ,è nostro compito essenziale nel viaggio alla
scoperta di noi stessi..

come ogni programma ha un inizio e una fine ,quindi...deprogrammarsi per vivere l'eternità

Salve e buon pomeriggio!
che molti uomini fanno propria una loro "personalità" che in realtà non è altro che la somma di quella dei membri della sua cerchia affettiva familiare o amicale.

eih! ati e il karma dove lo mettiamo ? quell'alveo che è frutto delle nostre azioni precedenti e l'essere "padroni-fautori" della propria esistenza?? claudio
ps forse in un'ottica psicologica (l'apprendimento) può essere esatto quanto scrivi

se questo è il tuo "programma"... non mi resta che accettarlo...


non posso che condividere ciò che hai postato...

almeno.. parzialmente!...

esattamente noor.. è basilare iniziare almeno questa considerazione....
che tra l'altro con maggiore consapevolezza, diventa anche divertende poter scrutare i nostri vecchi (e nuovi) "programmi"... (intanto partiamo dai vecchi...)

certamente un inizio e una fine.. ed un nuovo ciclo!!

l'importante è esserne consapevoli!

sto karma... vai con carma anche tu...

partiamo dall'ottica psicologica.. che già comprendere ed esaminare quella è parte del karma che va a nanna...

ne convieni? (non darmi risposte preconfezionate scontate però..)