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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali |
26-09-2007, 19.00.15 | #3 |
Ospite
Data registrazione: 17-08-2007
Messaggi: 17
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
L’idea di un dio separato che abbia creato un mondo, a lui legato solo da un amore paterno è, a mio parere, primitiva ed infantile.
E' un concetto che vive nel limite della mente dell'uomo, che riesce appunto a concepire solo cose da lui costruite ed a lui separate. Ci sarebbe da sorridere, se non per il fatto che tali credenze sono state imposte da chi, fors’anche in buona fede, ha voluto e vuole tenere una forma di potere e di controllo, imponendo dogmi e credo con la promessa del premio e la minaccia del castigo. Ciò è esattamente il contrario della religiosità. Il fatto che, dai tempi di Abramo, tali concetti trovino ancora tanto terreno fertile, è perché vanno sapientemente a toccare nell’uomo le intime paure, i sensi di colpa e lo sgomento di fronte all’ignoto, fattori che inchiodano la mente nel timore di uscire dal piccolo recinto, in cui è stata rinchiusa. Anche chi, come Cristo, esortava a cercare Dio dentro di sé, è stato preso, contraddicendo la sua volontà, ad icona da adorare, ed è stato col tempo trasformato in strumento, adatto a sostenere il castello dei dogmi. Le civiltà considerate più arretrate e viste, in termini religiosi, poco evolute, poiché vedevano dei in ogni cosa, nel sole, nella luna, nell’albero, nel fiume o nella montagna, e guardate con aria di superiorità, istintivamente seguivano, pur con umane aberrazioni, almeno l’intuito che il divino fosse immanente in ogni cosa manifesta. L’uomo cosiddetto civile, che si crede arrogantemente prescelto da un dio, plasmato a proprio comodo, e che si pone al di sopra della natura, ha perso in tal modo il rispetto della natura stessa e della propria essenza. L’ateo, visto nella morale dettata dal credo come anima perduta, si trova in una condizione in cui non ha ancora scoperto la propria intima natura, ma ha fatto almeno un primo importante passo verso una reale religiosità, liberandosi della paura del giudizio e dei dogmi. |
27-09-2007, 00.04.27 | #4 | |
Ospite
Data registrazione: 22-09-2007
Messaggi: 40
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
Citazione:
Jack, vorrei dirti di fare attenzione ad essere troppo precipitoso nelle conclusioni... per esempio vorrei mostrarti un'ipotesi che non cade in contraddizione (non una dimostrazione naturalmente, ma un ipotesi buona) in cui è possibile ciò che reputi un paradosso, o una visione semplicistica. Prima questione: creazionismo (non contrapposto a evoluzionismo quella è un'altra questione...) o immanentismo, insomma l'universo esiste da sempre o è stato creato? Se esistesse da sempre, significa che la situazione di oggi è una conseguenza di cause precedenti, però queste a loro volta richiamano altre cause anteriori e così via all'infinito... affermare che tutto esiste da sempre significa credere che sia possibile una catena di eventi in cui dato un evento ce ne è sempre uno prima (come se dietro un muro c'è sempre un altro muro all'infinito) e non è una cosa così logica e scontata, anzi direi problematica, possiamo perlomeno dubitarne. Bene, adesso vediamo l'altra ipotesi: una volta non c'era nulla, poi è stato creato l'universo. Un inizio a cui è seguito un processo che tuttora è in corso... niente di "già pronto", vediamo noi stessi che da un seme nasce una pianta, c'è un progetto DNA e la realizzazione l'albero; stando all'evoluzione le creature, gli ecosistemi, prima non c'erano poi si sono evoluti piano piano, è così che direttamente o indirettamente vediamo "funzionare" la natura, ed è l'uomo propenso a pensare ad una creazione piuttosto che ad una perfezione immanente... ma non è questo che deve convincere, questa è solo una piccola premessa-riflessione, infatti la critica arriva con questo: come è possibile che se c'era il nulla, poi si è creato qualcosa? Si dice che lo ha creato Dio, ma almeno Dio c'era??? Quindi non c'era proprio nulla... ebbene ecco qui l'idea: chiediamoci che cosa è il nulla? Niente? Già è niente, nulla, assoluto silenzio, zero, invisibile, immobile, adimensionale, nero... ebbene ma è anche vero che è la somma di tutte le cose. Prendiamo la matematica: la somma di tutti i numeri fa zero: -5, -4, -3, -2, -1, 0, +1, +2, +3 ... tutti gli opposti vanno ad annullarsi = 0. Che cosa è il silenzio, non so se lo sai ma tutti i suoni che sono un'onda possono essere riprodotti in controfase (l'onda opposta), e quando 2 onde opposte si incontrano si annullano, c'è anche un esperimento con 2 casse stereo 1 esegue un suono, l'altra lo esegue in controfase, tu al centro non senti nessun suono (in realtà senti qualcosina, perché non si può fare alla perfezione... poi abbiamo 2 orecchi, etc. Però teoricamente il risultato è il silenzio). Inoltre il nero, che è definito come assenza di colore, non è forse nero perché quel colore trattiene tutto lo spettro luminoso e non lascia uscire niente è la somma concentrata di tutti i colori, mentre il bianco è la somma riflessa di tutti i colori. E ancora, 2 forze opposte si annullano e in fisica si parla di "sistema isolato" quello che sarebbe teoricamente il nostro intero universo in cui la somma di tutte le forze si annulla... altri esempi si possono fare ma mi fermo qui, fin ora praticamente sosterrei che se si sommano tutte le cose della medesima natura si ottiene giustamente un unico risultato che comprende tutti gli elementi e appare nulla, dai suoni il silenzio, dai numeri lo zero, dai colori il nero, dai sentimenti la pace, etc. Bene dopo tutto quello che ho detto potresti dire: allora tutto doveva essere "bloccato" nel nulla e mai niente uscire fuori, eterno silenzio, tutto ordinato e immobile. Come si spiega la creazione? Dunque parto dal nulla perché il nulla comprendiamo bene che esiste da sempre, ci è logico che il niente può esistere da sempre, è come quando in matematica un insieme vuoto è certamente contenuto in qualsiasi altro insieme consideriamo, per forza è vuoto, non deve esserci nulla per averlo. Ma ecco avvaliamoci ancora della matematica, tra i tanti numeri finiti che si annullano, abbiamo anche l'infinito: +INF-INF = 0, quindi anche "lui" è lì dentro, ma non solo 0 bensì indeterminato, +INF-INF = 1 o 2 o -72 o 3276 o 0, etc. Adesso però non è che l'universo sia fatto di numeri, diciamo piuttosto che nel nulla deve esserci un'entità infinita che comprende tutto (le cose che prima ho elencato e infinitamente tante di più). Solo l'infinito che comprende tutto può uscire fuori, insomma solo l'essere perfetto dentro il nulla è capace di creare, di generare altro, ed esiste da sempre poiché è dentro il nulla. Ora però questo Dio perché ha creato le cose infinite e non le ha lasciate ferme nel nulla? Daltronde Lui essendo infinito comprende tutte le cose finite e quindi le conosce tutte e le gode tutte perché conosce sè stesso, io credo che per infinita misericordia abbia deciso di generare queste creature da sempre esistenti nel nulla per portarle alla consapevolezza di ciò che sono, cioè di Dio stesso, ecco perché è un "Padre misericordioso", secondo questa visione Lui ha generato TUTTE (non solo uomini e donne) le creature che esistono, per puro Amore, dato che non gli erano necessarie ed era già tutto per sè stesso, non è un Dio egoista altrimenti non avrebbe creato nulla, inoltre è uno e molteplice, possiamo immaginare un albero per capire bene, Lui è il tronco, le creature sono i rami, analogia un po' semplice ma aiuta a capire... [continua nel post qui sotto] |
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27-09-2007, 00.10.59 | #5 |
Ospite
Data registrazione: 22-09-2007
Messaggi: 40
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
So che mi sono appoggiato alla matematica che è frutto della pura ragione dell'uomo e quindi rispecchia le nostre strutture cerebrali, insomma possiamo dubitare della matematica dicendo: è un'invenzione dell'uomo, non possiamo fidarci delle intuizioni che ricaviamo (questo è vero, però non smonta l'ipotesi, semplicemente non è accettabile come dimostrazione, ma chi vuol dar fede a questa ipotesi non ha un pensiero primitivo... anzi non cade neanche in contraddizione e concilia vari paradossi come: DIO=uno e molteplice, UOMO=è creatura e creatore, come anche gli animali, minerali, etc., NIENTE è TUTTO, TUTTO è NIENTE, le cose sono state create ed anche tutto esiste da sempre nel nulla, interessante poter conciliare questi paradossi) ecco però vorrei dire anche una cosa a sostegno della a volte discussa ragione: non è che noi siamo extra-universali, non veniamo da fuori dell'universo, perché dico questo? La nostra ragione non l'abbiamo creata noi, è il prodotto della natura e dell'universo, quindi non dovrebbe essere appunto adatta a studiare la natura e l'universo se la struttura in cui è realizzata è naturale, del mondo e nel mondo? Magari possono esistere intelligenze superiori che comprendono grande parte della natura, e intelligenze inferiori che comprendono meno parte del mondo, però sono sempre adatte a costruire una "bozza" di quella che può essere la verità, e piano piano ci si avvicina...
Ultima cosa per la visione del mondo che ho esposto, uno certamente direbbe e il male? E' inevitabile anche per Dio perché tutto ha un opposto? E ci ha dato gioia e dolori creandoci la vita, un po' una visione leopardiana (la quiete dopo la tempesta diventa gioia) non credo... i 2 opposti sono entrambe buoni, e non sono proprio 2 opposti bensì complementari perché sono Uno nel nulla, ma non voglio dilungarmi ulteriormente... vorrei solo ipotizzare che dato che le creature vengono dal nulla e non esistono da sempre, devono per forza (è qui che credo che Dio abbia le "mani legate" non per lui stesso, ma nei nostri riguardi...) per forza devono evolvere, e l'evoluzione partendo dal niente necessita di una conoscenza che rende la creatura saggia, quindi quando si sbaglia (il peccato) non è esattamente una colpa, ma è in parole povere ignoranza (dovrei farla più complicata a dire il vero ma già mi dilungo...) l'evoluzione è come quando dal seme (nulla) che contiene il DNA (l'infinito, il progetto), nasce l'albero, così noi tutti l'umanità-e-tutte-le-creature, anche se non riusciamo a crederci stiamo diventando Dio, chi ci guida? Lui, da sempre perfetto senza mutare, dal silenzio del nulla è il progetto di questo universo che evolve ed è ancora imperfetto. Possiamo considerarlo già perfetto se usciamo dal tempo, certi mistici hanno avuto queste esperienze... Questa è un'ipotesi naturalmente, ma che non cade in contraddizione (può essere ulteriormente raffinata ho dovuto tagliare) e che può essere creduta come l'ipotesi di un mondo senza Dio, insensibile, in cui le creature sono destinate dopo la morte a sparire... tutte e 2 le ipotesi sono rispettabili, io credo in quella che ho esposto, e bisogna rispettare chi crede in un Padre misericordioso, è per lo meno possibile, no? Ciao! |
27-09-2007, 10.04.09 | #6 |
stella danzante
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
Lasciamo stare Gesù, perché occorre poi andare a chiarire di quale Gesù parliamo. Di quello storico o quello della fede? E se è questo, a quale tradizione dobbiamo fare riferimento? Quella cattolica? Ma anche qui quale interpretazione tra i vari teologi all’interno del cattolicesimo? Perché le stesse frasi possono avere tante di quelle interpretazioni relative ad ogni persona che le interpreta, e questo infinito relativismo poco si adatta a fare da dettame morale univocamente riconosciuto come assoluto.
Si sta parlando un po’ di nulla in ultima analisi. Ma spostiamoci invece sul senso che può dare dio all’esistenza, che così è per molti, ma come ho provato a spiegare dal mio punto di vista non lo è per tutti. Anzi. Se per molti lo scopo della vita è dio, per altrettanti molti altri dio nullifica ogni senso reale spostando il tutto in una dimensione trascendentale che per quei tanti altri si identifica con la fantasia. Io aspettavo un commento di koan …. sembrava tenerci tanto a questo tema... |
27-09-2007, 11.07.33 | #7 |
Ospite
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Messaggi: 17
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
Caro Zero,
Io mi sono limitato a citare diversi modi dell’uomo di porsi di fronte al divino, ho in sostanza commentato comportamenti umani. Nel contesto concetti come evoluzionismo e creativismo, come tutti gli ...ismi, che potresti citare, non hanno alcun interesse. Qualsiasi cosa, che diventa un ..ismo o un ..esimo, immediatamente si allontana anni luce dalla Realtà, perfino dalla stessa fonte, da cui presume essere generata. Cercare di teorizzare l’Inconoscibile è uno sport della mente, che è, a mio parere una pura ed inutile dispersione di energie. In quello che scrivi, io trovo diversi spunti condivisibili ed è comunque tutto interessante. Naturalmente, come tu stesso fai notare, non è possibile spiegare ciò che trascende spazio e tempo. Io aggiungerei che ogni ipotesi od immaginazione sulla natura di Dio o addirittura sulle sue intenzioni ed i suoi pensieri è perlomeno risibile, quando non tragica nei casi in cui venga imposta. Per cui l’uso in questa materia di espressioni quali eterno ed infinito (riferito sia al tempo sia allo spazio) o quali il come, il quando ed il perché, non hanno alcun senso. Esternalizzare la realtà, dando sfoggio di levatura intellettuale, è quanto nel comune sentire tende a creare la scala di valori, da accettare e da imporre. Evita, però, di indirizzare l’attenzione al riconoscimento di sé stessi e crea la grande tragedia umana della separazione, dell’insicurezza e della paura. Visto in altro modo, è la tragedia umana della separazione, dell’insicurezza e della paura che porta all’esternalizzazione della realtà ed al vortice di concettualizzazioni intellettuali. |
27-09-2007, 11.18.52 | #8 | |||
stella danzante
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
Lasciamo stare Gesù, perché occorre poi andare a chiarire di quale Gesù parliamo. Di quello storico o quello della fede? E se è questo, a quale tradizione dobbiamo fare riferimento? Quella cattolica? Ma anche qui quale interpretazione tra i vari teologi all’interno del cattolicesimo? Perché le stesse frasi possono avere tante di quelle interpretazioni relative ad ogni persona che le interpreta, e questo infinito relativismo poco si adatta a fare da dettame morale univocamente riconosciuto come assoluto.
Si sta parlando un po’ di nulla in ultima analisi. Ma spostiamoci invece sul senso che può dare dio all’esistenza, che così è per molti, ma come ho provato a spiegare dal mio punto di vista non lo è per tutti. Anzi. Se per molti lo scopo della vita è dio, per altrettanti molti altri dio nullifica ogni senso reale spostando il tutto in una dimensione trascendentale che per quei tanti altri si identifica con la fantasia. Io aspettavo un commento di koan …. sembrava tenerci tanto a questo tema... Tralascerei anche tutto il bellissimo discorso a monte di questa frase che per quanto bello e degno di essere discusso sarebbe più adatto nel thread dio ipotesi scientifica e qui porterebbe troppo fuori tema, punto dritta qui allora Citazione:
Purtroppo mi hai messa davanti a questa frase che mi ha veramente colpita Citazione:
Ma quello che mi impone la ragione è di chiedermi, se l’essenza dell’uomo è al di fuori di se stesso, se i mistici realmente uscendo da se stessi hanno la conoscenza di dio che senso dovrebbe avere, o meglio in che senso è amore tutto il resto della materia che in condizioni non estatiche siamo condannati a vivere ed esperire (nel bene e nel male)? In quale ottica si collocherebbe ad esempio la voglia di amare qualcuno, di fare una famiglia, avere figli se il senso ultimo dell’esistenza è totalmente altro da questo? Non è l’esperienza mistica la negazione stessa del senso delle cose? X Jack Citazione:
Così resta la religiosità (che bella questa parola) per quello che di oggettivamente ci troviamo davanti e tutta la sacralità che ha di per se stessa senza doverne cercare di accessorie o compensatrici al di fuori |
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27-09-2007, 12.47.49 | #9 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
Citazione:
Già.. bella e importante parola che Jack ci propone..con tutto il profondo significato che sottende e che tu ben imposti :una sacralità che già è in essere in ogni momento,che va solo s-velata,riscoperta..senza bisogno ,appunto, di un "fuori" che è solo proiezione egoica. |
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27-09-2007, 13.42.11 | #10 | |
Ospite
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Messaggi: 17
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Riferimento: Il dio creatore e lo scopo dell’esistenza
Citazione:
Il mistico non esce da sé stesso, perché ciò è impossibile. Egli abbandona le proprie identificazioni in quanto persona. L'amore espresso nel mondo è espressione dell'Amore verso Sé stessi, che è quella tensione a scoprire la nostra vera Essenza, non separata da alcunché. L'amore espresso nel mondo è la ricerca dell'Amore attraverso gli altri. Realizzando che tu non sei compresa nel mondo, ma che è il mondo ad essere compreso in te, scopri che, amando gli altri, ami te stessa e che, amando te stessa, ami il mondo! La manifestazione spazio/temporale è duale, ma è compresa in Dio. L'esperienza mistica e il senso delle cose fanno anch'esse parte dell'Uno! |
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