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Vecchio 23-01-2007, 11.19.57   #1
La_viandante
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Drizza la mente in Dio grata

sottotitolo yoga: famolo strano

Prendendo spunto da un’altra discussione (che perdonatemi se non intervengo ma è diventata troppo al di sopra delle mie capacità, ma va bene anche così continuo a leggere ma non scrivo) e da un paio di frasi
Quella riportata da Van Lag sull’incongruenza tra Jnana e Bakti (la ricerca passa da dentro se stessi, "nel suo vero sé" dice Krishna, all’amore ed alla devozione verso il signore "Chi s’assorbe in me" e questo non è marginale ma è un cambio di programma totale. Come dice Yam, si passa dal Jnana yoga al Bakti
)
E quella di Yam
Quando Arjuna abbandonera' l'ordinaria percezione della Realta', centrandosi sull'Uno senza secondo, diverra' libero anche dai legami terreni,

Mi è venuta in mente un’altra discussione, così tanto per fare l’eretica la volevo proporre come una terza via (magari esiste già invece e non lo so io), la concentrazione su un oggetto terzo, ne’ Krishna né il vero Sé. Ma un oggetto esterno a entrambi e soprattutto deplorevole per ogni disciplina “religiosa”.
La sigaretta.

Atisha tempo fa descrisse un metodo per smettere di fumare che mi piacque tantissimo, ogni tanto lo metto in pratica, ma riesco appena a star senza desiderare la sigaretta per mezza giornata, comunque ha il suo effetto (sono io che manco di costanza). Ma se.. Lo si utilizzasse come mezzo di concentrazione?

Ve lo incollo qui.

deautomatizzazione consapevole

Prendiamo appunto il fumo come esempio pratico, facendolo divenire meditazione, comprendendolo..cercando di capirlo fino in fondo.
Fumare consapevolmente...
ogni movimento e azione deve essere cosciente e non più meccanica;
prendere la sigaretta, osservarla, sentirne il profumo, accoglierla con amicizia, sorriderle..accenderla con lentezza ed assaporarla lentamente fino in fondo..
Sentire il fumo che entra libero nei polmoni, percepire la sensazione ed il piacere che ci sta creando ..che sta crescendo in noi..ascoltare il rumore del tabacco che brucia..le sensazioni di piacevole stordimento iniziale.
Insomma goderne ogni attimo considerando che la sigaretta non è una nemica ma parte anch'essa della Natura..
Inspirare a pieni polmoni..trattenere il respiro ed espirare con molta lentezza fino in fondo..
Accogliere tutto il veleno consapevolmente..osservando l'agio ed il disagio se ce ne fosse.
Questo per ogni sigaretta accesa...crearne una gioia, presenza consapevole, atto celebrativo, specie dopo il caffè o i pasti.
Arriverà un giorno che ci renderemo conto quanto è idiota tutto questo, ma ne avremo fatta totale esperienza, ci saremo "deautomatizzati" e senza rendercene conto avremo ridotto drasticamente il fumo, fino a liberarci dall'ultima sigaretta..
Il processo può essere lungo..io ho impiegato tre mesi..ma da allora (5 anni) non ho mai ripreso e tantomeno odiato la sigaretta ed i fumatori intorno a me..anzi, qualche volta per gioco ne accendo qualcuna offertami..la fumo senza aspirarla, così per gestualità, per l'aroma del tabacco che non mi nego, ma solo quando sono in compagnia, e mai potrei aspirarla...per i miei polmoni sarebbe come aspirare da un tubo di scappamento.
Credo che questo si possa sviluppare, con qualche variante personale, in tutti i vizi psicologici e compensativi.



Avete altre tecniche di meditazione eretiche da proporre?
La_viandante is offline  
Vecchio 24-01-2007, 09.55.09   #2
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da La_viandante
Avete altre tecniche di meditazione eretiche da proporre?

Bellissima. Sono contento
Piu' che eretica direi che e' tantrica. Nel tantra cio' che lega di piu' diviene un potente mezzo di liberazione e Ati spiega molto bene il perche'.
Cio' che ad un certo punto accade e' che si ha Compassione di se stessi.
Il sentire spontaneo del Cuore, che e' sostanzialmente indifferenziato da quell'UNO senza secondo e' la chiave.
Yam is offline  
Vecchio 24-01-2007, 11.34.18   #3
atisha
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ciao..

Citazione:
Avete altre tecniche di meditazione eretiche da proporre?

come già scrissi.. può valere per tutto..
una meditazione eretica potrebbe essere un buon bicchierino di rhum.. o qual altro liquore si voglia.. partendo dallo stesso sistema di degustazione consapevole..
non è il ripetersi dell'operazione che conta.. ma l'intensità e la "presenza" dell'atto.. il saper cogliere tutte le opportunità che l'atteggiamento nostro complice ci offre.. e sono infinite.. e sempre più sottili..
come dice Yam a conclusione, è proprio una certa compassione che sgorga poi dal profondo del cuore del "meditatore".. che non crea più sensi di colpa ma com-prende nell'insieme il significato dell'azione.. fino a rendersi totale nell'esperienza.. fino a raggiungere l'abbandono della stessa..
Ogni esperienza quando diviene totale la si abbandona.. perchè ormai si conosce talmente bene ogni suo aspetto, nel bene e nel male.. che non ha più senso alcuno riproporla..
questo avviene quando dalla meccanicità si passa alla deautomatizzazione (totalità di Conoscenza di una data cosa.. situazione..)


Ultima modifica di atisha : 24-01-2007 alle ore 12.21.59.
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Vecchio 24-01-2007, 18.45.38   #4
fallible
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Salve!
forse sono OT ma attenzione!Ogni esperienza quando diviene totale la si abbandona.. perchè ormai si conosce talmente bene ogni suo aspetto, nel bene e nel male.. che non ha più senso alcuno riproporla.. da alcolista non attivo da venti anni ,vi suggerisco di tralasciare il bere ....da ragazzo lessi in un libro di "religioni Orientali" nel quale si parlava di un Baba di cui non ricordo il nome ma aveva (nel ricordo fotografico) l'aspetto di un omone scuro di pelle, anche lui parlava di estremizzazzione dell'atto come via di conoscenza claudio
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Vecchio 24-01-2007, 20.49.24   #5
fallible
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salve
Da Infermiere professionale faccio opera di prevenzione per i miei polmoni sarebbe come aspirare da un tubo di scappamento. vi ricordo prima dei polmoni ci sono:la trachea la laringe,la faringe....lì il fumo passa ed è molto caldo!
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Vecchio 24-01-2007, 21.13.55   #6
atisha
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Citazione:
Originalmente inviato da fallible
Salve!

da alcolista non attivo da venti anni ,vi suggerisco di tralasciare il bere ....da ragazzo lessi in un libro di "religioni Orientali" nel quale si parlava di un Baba di cui non ricordo il nome ma aveva (nel ricordo fotografico) l'aspetto di un omone scuro di pelle, anche lui parlava di estremizzazzione dell'atto come via di conoscenza claudio

perchè? è una tecnica validissima.. solo che ancora poco programmata e conosciuta per portare all'uso consapevole una qualsiasi sostanza o situazione..
di questo ne sono convinta e ne ho esperienza in molti fattori..
ovvio che come in tutte le cose ci deve essere una certa intenzione iniziale.. (volontà) a sperimentare.. magari facendosi accompagnare..

Con Consapevolezza.. a tutto si può far a meno.. anche al definirsi alcolisti non attivi.. che secondo il mio Vedere.. anche quella è roba vecchia...

ciao..
atisha is offline  
Vecchio 24-01-2007, 23.02.54   #7
fallible
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buona sera e salve!
No non credo che sia roba vecchia è accetazione (abbandono) dei propri limiti e consapevoleza di essi claudio
ps stop con la psicoanalisi
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Vecchio 24-01-2007, 23.34.59   #8
Yam
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x Fallibile

Non e' il caso di mettersi alla prova, soprattutto in una fase iniziale, ma in realta' anche quando la consapevolezza e' gia' abbastanza stabile.
C'e' gia' abbastanza materiale su cui lavorare cosi come siamo.
Cio' che si puo' fare volontariamente e' altro.
E' la rivisitazione volontaria dei contenuti dell'anima.

Possiamo considerare una prima fase quella della meditazione sulla pura Consapevolezza o pura sensazione di essere (soggetto percipiente). In silenzio, scopriamo il Vuoto, in cui possiamo lasciar sorgere i pensieri e non seguirli. Qui scopriamo che c'e' un Vuoto in cui si manifesta sempre qualcosa e scopriamo che c'e' una pura presenza. Quella pura presenza*, che e' pura Consapevolezza non duale e' il nostro volto originario e non muore quando il corpo cessa di funzionare. Questa possiamo chiamarla fase del Vuoto e corrisponde al primo stadio intermedio della morte fisica. (non c'e' separazione tra il processo meditativo e il processo della morte fisica). Qui accade l'illuminazione, in vita o subito dopo la morte fisica.

Una seconda fase e' quella che ha descritto Ati ed e' una fase in cui scopriamo che l'energia che si manifesta nel Vuoto e' Compassione.

Sia in meditazione che nel momento della morte fisica (lasciamo stare per il momento l'illuminazione che si ferma qui) la prima cosa che si manifesta e' quella pura coscienza di Se', per tutti.

Tuttavia se ci sono ancora identificazioni, se c'e' ancora qualcosa che non è stato purificato, ecco che si manifesta.
Se c'e' la testimonianza, se cioe' e' avvenuto il riconoscimento della pura Coscienza di Se', non ci sono problemi, ma se c'e' identificazione appaiono gli incubi delle passioni (sto parlando del Bardo Thodol).
Ecco che in vita possiamo rivisitare i contenuti dell'Alaya Vijnana o anima. Dovrebbero emergere spontaneamente, ma se non emergono si può agire manualmente, andando a rivedere tutta la nostra vita con il pensiero (il classico esamino di coscienza...che pero' funziona solo se e' accesa quella Lampada, e' cioe' attraverso la pura Coscienza che Guardiamo dentro all'Anima).
A volte una meditazione troppo incentrata sul Vuoto puo' bloccare l'emergere delle Vasana, dei condizionamenti...quindi li andiamo a cercare nei "ricordi".
Qui non e' il vuoto ad essere in primo piano, ma l'energia, la compassione, che illumina tutte le esperienze della nostra vita, passate..(provocandone il dissolvimento perche' quelli sono i condizionamenti) e presenti, evitandoci di acquisire nuove contaminazioni.

Questo e' anche il secondo stadio intermedio della morte fisica, dove si manifestano in un attimo tutte le nostre esperienze. Accade una revisione da parte dello Spirito di tutta la nostra Vita. Se non c'e' identificazione, cio' che emerge viene riconosciuto all'istante come manifestazione della nostra stessa energia che e' Compassione (sono queste le divinita' pacifiche).

Se c'e' ancora molta identificazione e non si e' centrati nella pura coscienza di se', appaiono come incubi (sono le divinita' irate del Bardo Thodol).
Divinità pacifiche e irate corrispondono in vita ad esperienze "pacifiche o irate"
Nel primo caso siamo compassionevoli e non ci agganciamo a niente, nel secondo siamo completamente identificati.
(fine della seconda puntata...sono stanco...c'e' ancora una terza fase..che e' quest'ultima a cui ho accennato....quella della rinascita...possibilmente da acquisirsi in Vita...)

edit: Nell'Induismo sono i quattro stati di: veglia, sogno, sonno profondo....che sono inconsapevoli...ma che nello Yoga vengono messi sotto la potente Luce della Consapevolezza e vissuti da Svegli. Il Quarto Stato o Turiya e' l'UNO senza Secondo.
Nel Bardo Thodol sono: 1 - tib. chikhai bardo o stato intermedio del momento della morte (che corrisponde al sonno profondo - Sancr. Susupti)
2 - tib.chonyid bardo o stato intermedo dell'esperienza della Realta' (Sanscr.jagrata)
3 - tib.sidpa bardo o stato intermedio della rinascita (Sanscr.svapna)
Il Quarto Stato e' la pura Coscienza....mai nata...mai morta...

* quella pura presenza e' lo spirito individuale o Atman o Chiara Luce Figlia o Logos.

Ultima modifica di Yam : 25-01-2007 alle ore 18.34.58.
Yam is offline  
Vecchio 25-01-2007, 08.08.17   #9
atisha
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Originalmente inviato da fallible
buona sera e salve!
No non credo che sia roba vecchia è accetazione (abbandono) dei propri limiti e consapevoleza di essi claudio
ps stop con la psicoanalisi

nessuna psicanalisi Claudio.. stiamo parlando di Consapevolezza.. ben oltre!
continuare a definirsi tale è solo un modo per "ricordare", che ci allontana dalle false vittorie.. ma ci ancora sottilmente e sempre alla Paura..
Divenire "abbandono".. essere consapevoli è accettare Totalmente.. ed è la fine della Paura.. qualunque essa sia..

atisha is offline  
Vecchio 25-01-2007, 10.27.47   #10
Yam
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Originalmente inviato da atisha
nessuna psicanalisi Claudio.. stiamo parlando di Consapevolezza.. ben oltre!

La Psicoanalisi purtroppo si ferma ai contenuti dell'Anima, alle nostre esperienze che vengono fatte emergere. Manca una indicazione, che ci permette di risalire alla radice dell'Albero della Vita. Cioe' alla causa, che e' una sola, del sorgere della sofferenza. I contenuti dell'Anima, nello Yoga di cui stiamo parlando, vengono trasmutati e divengono un prezioso tesoro (Sanscr. Adarshajnana, Tib Me Lon Gi Ye Shes= Saggezza simile allo specchio).
Yam is offline  

 



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