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La Storia dell'Universo (lettura)
La storia dell'Universo
Brian Swimme e Thomas Berry
Prologo: The Universe Story - From the Primordial Flaring Forth to the Ecozoic Era - A Celebration of the Unfolding of the Cosmos, Harper San Francisco, 1994. Traduzione di Maurizio Falghera.
Quindici miliardi di anni fa, in una immensa vampata, l'universo esplose verso l'essere. Un'energia primordiale fiammeggio' in ogni goccia di esistenza, con un'intensita' che non sarebbe mai piu' stata uguagliata. L'universo, simile ad una nuvola e con la sua densa potenza, si espanse in ogni direzione, cosi' che le particelle elementari potessero stabilizzarsi e consentire ai primi esseri atomici - idrogeno ed elio - di nascere. Dopo un milione di anni queste turbolenti e frenetiche particelle si placarono quanto bastava per permettere alla primordiale palla infuocata di dissolversi e di disperdersi, e agli atomi di schizzare lontano gli uni dagli altri verso i cieli bui del cosmo che si spalancavano all'inizio del tempo. Una notte lunga un miliardo di anni consenti' all'universo di prepararsi per la sua successiva trasmutazione. Nella profondita' del suo silenzio l'universo si raffreddo' con l'immensa creativita' necessaria per foggiare le galassie - la galassia di Andromeda, le galassie della Vergine, Pegaso, Fornace, le nuvole di Magellano, l'M33, il gruppo di Coma, lo Scultore, il gruppo di Ercole, e anche la nostra galassia, la Via Lattea; in totale cento miliardi di galassie. Queste gigantesche strutture esplosero come fuochi d'artificio nel vuoto cosmico e tutto l'idrogeno e l'elio si raccolsero in sistemi auto-organizzantisi, e in insiemi di sistemi, e in insiemi di insiemi di sistemi. Ogni galassia mostro' all'universo la sua forma unica. Ognuna racchiudeva le sue proprie dinamiche interne; ognuna dava forma, con la sua stessa materia, a miliardi e miliardi di stelle primitive. Le stelle piu' brillanti si lanciarono verso la loro naturale sequenza di trasformazioni ed esplosero in colossali supernove di luminosita' equivalente a un miliardo di stelle e vomitarono materiali stellari attraverso tutte le galassie. Nuovi corpi luminosi si formarono dai materiali che furono creati in un miliardo di anni di processi di sintesi nucleari nelle stelle. Questa seconda generazione di stelle era piu' ricca di potenzialita' e piu' complessa nella sua struttura interna giacche' le stelle primordiali avevano creato gli esseri elementari di carbonio, azoto, ossigeno, molibdeno, calcio, magnesio e tutti gli altri cento elementi. Circa cinque miliardi dopo l'inizio del tempo la stella Tiamat emerse nella nostra galassia spiraliforme. Tiamat saldo' insieme meraviglie nella sua pancia infuocata e poi sacrifico' se stessa distruggendo il suo corpo in forma di supernova e disperse cosi' questo nuovo primitivo potere in tutte le direzioni cosi' che l'avventura potesse continuare. Cinque miliardi di anni fa, dopo che l'universo si fu espanso per dieci miliardi di anni la nostra Via Lattea urto' un tranquillo cumulo nuvoloso fatto dei resti di Tiamat e dette vita a diecimila nuove stelle. Alcune di queste si trasformarono in minuscole stelle nane brune. Altre diventarono supergiganti blu ed avvamparono rapidamente nell'incandescenza di nuove supernove. Altre ancora divennero stabili stelle gialle che bruciarono per lungo tempo, oppure sonnolente stelle rosse. L'universo, insistendo nella sua diversita', fece emergere da questa nuvola fluttuante anche la nostra stella, il Sole. Una volta conquistata l'esistenza il Sole mostro' le sue abilita' di auto-organizzazione, allontanando da se’ quasi tutte le nuvole di elementi che si aggiravano intorno a lui e facendole ruotare entro un disco di materia fatto di molteplici anelli; si formarono cosi’ i pianeti del sistema solare: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone. I pianeti, divenuti saturi, bollirono come materia fusa e gas. Su Mercurio, Venere, Marte e Plutone le combinazioni chimiche si moltiplicarono lentamente per divenire rocce, continenti, crosta planetaria, fino all'esaurimento della loro dinamica e alla scomparsa di ogni significativa creativita'. Su Giove, Saturno, Nettuno e Urano l'attivita' chimica non ando' mai oltre i composti piu' semplici che continuarono ad agitarsi soprattutto in forma gassosa per altri miliardi di anni. Sulla Terra, in ragione sia dell'equilibrio delle sue dinamiche interne sia della sua posizione nella struttura del sistema solare, la materia comincio' ad esistere sotto forma solida, liquida e gassosa, fluendo da una forma all'altra e dando origine ad un ininterrotto processo creativo in questo grembo chimico, da cui emerse, quattro miliardi di anni fa, Aries, la prima cellula vivente. Le cellule primordiali - i procarioti - possedettero il potere di organizzare se stesse, cosi' come facevano stelle e galassie, ma rivelarono anche delle nuove sbalorditive sorprese. Esse potevano ricordare informazioni significative comprese le idee necessarie per saldarsi insieme con altre cellule viventi. Le cellule possedevano inoltre un nuovo tipo di creativita' che permetteva loro di modellarsi come una specie di "guanto" chimico per acchiappare i pacchetti di energia lanciati violentemente dal Sole alla velocita' della luce ed utilizzare questi quanta luminosi come cibo. Le galassie a spirale ebbero il potere di dare continuamente origine alle stelle, tuttavia i pianeti emersi da quest'ultime ebbero solo una vita e ogni loro sviluppo fu bloccato come nel caso di Giove e di altri pianeti che ruotano intorno al Sole. Ed anche in quei calderoni di creativita' - come il pianeta Terra - attraverso cui l'universo continua a dispiegarsi per miliardi di anni, ogni significativo sviluppo puo' cessare come per poco non accadde proprio sulla Terra due miliardi di anni fa. Aries e i suoi discendenti - i procarioti - raccolsero il loro fabbisogno di idrogeno dagli oceani e liberarono ossigeno nel sistema Terra; l'ossigeno lentamente saturo' le terre emerse, l'atmosfera e i mari. Nell'alterare la chimica terrestre con questo elemento dal potere esplosivo, i procarioti automaticamente spinsero il sistema Terra verso una condizione estremamente instabile, ben oltre la loro capacita' di resistervi. Col tempo le comunita' procariote in precedenza dominanti perirono dopo che le loro parti interne furono bruciate dall’ossigeno. Da questa crisi, che aveva compromesso proprio la possibilita' di un pianeta vivente, comparve Vikengla, un essere nuovo e molto piu' avanzato. Vikengla, la prima cellula eucariota, fu in grado non solo di resistere all'ossigeno ma anche di trasformare la sua pericolosa energia per i propri scopi innescando in questo modo un formidabile processo di creativita'. Gli eucarioti inventarono il sesso meiotico e la diversita' dell'universo si dispiego' completamente: ora due esseri geneticamente differenti si poterono unire e creare dalle loro basi genetiche un essere radicalmente nuovo. Gli eucarioti escogitarono anche l'abitudine di mangiare altri esseri viventi; essi diversificarono la comunita' terrestre non solo con l'intimita' del legame sessuale ma anche con quell'affinita' associata alla relazione ecosistemica predapredatore. Per ultimo, alla fine del periodo in cui furono gli organismi piu' avanzati del sistema Terra, gli eucarioti fecero quell'audace passo di immergersi in una mente piu' vasta; trilioni di essi si raccolsero insieme ed evocarono Argos, il primo animale multicellulare. Seicento milioni di anni fa gli organismi multicellulari si affermarono in una molteplicita' di strutture corporee qualitativamente distinte; vi erano coralli, vermi, insetti, molluschi, stelle marine, spugne, ragni, sanguisughe, vertebrati ed altre forme animali che poi si estinsero. Era iniziata la vita nel mesocosmo. I vermi impararono a dimenarsi per raggiungere tenere prede, poi si fecero spuntare ali di carne per viaggiare attraverso gli oceani, infine inventarono i denti mentre altre creature architettarono le conchiglie. Le onde oceaniche gettarono delle piante marine sopra le rocce riscaldate dal sole; incapaci di strisciare per tornare in acqua esse allora inventarono le cellule legnose ed impararono a stare dritte come alberi licopodi per vivere sulle rive degli oceani e dei fiumi; queste piante si trasformarono a loro volta in alberi gimnosperme in grado di ricoprire di vita interi continenti. Gli animali seguirono le piante verso la terraferma e presto i continenti che avevano fluttuato senza vita sul mantello terrestre per due miliardi di anni si coprirono di anfibi, rettili, insetti e di grandi dinosauri dagli occhi lucenti che potevano arrivare fino alle foglie illuminate dal sole sulla sommita’ delle foreste. Tutta questa creativita' terrestre dipendeva da molteplici e diverse forme di stabilita', tra cui la persistenza dell'idrogeno bruciato nel Sole, la stabilita' della rivoluzione della Terra intorno a lui, l'equilibrio di svariati quintilioni di legami chimici in tutto il sistema Terra. Ma la galassia e' una casa immensa e dunque le catastrofi visitarono regolarmente la Terra, specialmente quando altri corpi celesti entrarono in collisione con il pianeta e la sua delicata fabbrica di vita.
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