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13-02-2005, 11.10.27 | #12 | |
muta-muta
Data registrazione: 27-04-2004
Messaggi: 119
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Re: Re: per Barbanera
Citazione:
Ma appunto mettendomi al posto di chi viaggia o.. posso immaginare questo dialogo tra i tre " P1 dice " invio un fascio luminoso di tempo T con frequenza ù1" ....P2 (che si allontana dalla sorgente) dice " mi è arrivato un fascio luminoso di tempo T ma con frequenza ù2" ..... P3 dirà " mi è arrivato un fascio luminoso di tempo T ma di frequenza ù3". A questo punto cos'è che non collima? se ognuno calcola la lunghezza dell'impulso troverà un'incongruenza in quanto P1 comunica a P2 e a P3 il numero d'onde N ?? |
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13-02-2005, 16.12.15 | #13 |
Ospite
Data registrazione: 12-01-2005
Messaggi: 10
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Non so se e' corretto ma...
Dunque S si puo' ottenere con la formula S=T(durata impulso-luce).C(velocita' luce).In questo caso il valore di S E' LO STESSO per tutti e tre gli osservatori P1,P2 e P3,poiche' T e C sono costanti per tutti e tre. Con la formula S=N(numero di onde luminose emesse nel tempo T).u(lunghezza d'onda),al contrario,si ottengono valori DIVERSI DI S,poiche' ogni singolo osservatore riscontra un valore diverso di u:u1,u2 e u3.Percio' avremo:S1,S2,S3. |
13-02-2005, 16.22.11 | #14 |
Ospite
Data registrazione: 12-01-2005
Messaggi: 10
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Ora confrontiamo S con,per esempio,S1.Si potranno avere tre casi:
1)S=S1:e qui non c'e' problema 2)S minore di S1 3)S maggiore di S1 Ma nei casi 2) e 3) non saremo costretti ad ammettere che,per ottenere QUESTI VALORI di S1,in 2) la velocita' a cui l'impulso di luce ha viaggiato e' stata MAGGIORE DI QUELLA DELLA LUCE,mentre nel caso 3) E' STATA MINORE? Ma cio',ovviamente,E' IMPOSSIBILE....non so se l'ipotesi e' giusta...(che ovviamente vale anche per S2 e S3) |
18-02-2005, 00.27.53 | #16 | |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
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Re: per Rolando
Citazione:
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24-02-2005, 01.38.37 | #17 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Salve a tutti
... e proviamo a risolvere questo apparente paradosso!
Dunque: ciò di cui non tieni conto, lach, è che, in effetti il tempo di P2 è diverso da quello di P1, il quale, a sua volta, scorre diversamente rispetto a P2 da come scorre rispetto a P3 e, per quest'ultimo, naturalmente, valgono circostanze equivalenti. Per risolvere la questione dello spazio relativo P1-P2 e P3-P2, occorre utilizzare la I trasformazione di Lorenz, inserita nel corpus della relatività ristretta di Einstein-Poincarè-Lorenz. Supponiamo che: X sia la distanza (nota) che intercorre tra P2 e P1 al tempo T' (istante concordato per l'emissione del raggio) T sia il tempo che impiega il raggio di luce a raggiungere P2 (dentro il sistema di riferimento di P1!) V sia la velocità relativa di P2 verso P1 X' sia, infine, la distanza intercorrente tra P1 e P2, tenuto conto del moto relativo (ma uniforme!) tra i due sistemi, quello di P1 e quello di P2. Allora, premesso che l'esperimento è virtuale, occorre considerare, in primis, che non vogliamo tenere conto delle equazioni relativistiche generali, anche se dovremmo. Infatti, noi dobbiamo immaginare che l'emittente e il ricevitore abbiano potuto sincronizzare perfettamente i propri orologi, in modo che P2 sappia "esattamente" in quale istante il raggio luminoso parta da P1. Perchè ciò avvenga, P1 e P2 debbono essersi trovati almeno per un attimo prima dell'esperimento dentro le stesse coordinate inerziali e poi, successivamente, in due contesti inerziali differenti, in moto relativo uniforme l'uno rispetto all'altro. Cioè deve esserci stata, ad un certo punto, un'accelerazione tra i due sistemi che, dopo la sincronizzazione, abbia permesso lo stabilirsi di un moto relativo, costante, tra P1 e P2. Stabiliamo che si tratti, quindi, di un'approssimazione accettabile. Ciò detto : X' = (X-VT)/ (1-V^2/c^2)^1/2 (dove "c" è la velocità della luce nel vuoto, ossia una costante). Facciamo un esempio? Allora, supponiamo che P2 si trovi a 330000km da P1(secondo P1) nel momento T' dell'emissione e che egli viaggi a 30000km/sec in direzione dell'emittente, in modo che X valga (per P2) 300000 km. Applicando la formula avremo che X' vale km 270000/0,995= circa 271357 chilometri. Il blue shift varrà circa l'11% delle lunghezze d'onda dei fotoni emessi. Poichè il tempo in P2 avrà subito una dilatazione equivalente (IV trasformazione di Lorenz) rispetto a P1, egli rileverà che, rispetto al momento dell'emissione, la luce che lo ha raggiunto in un secondo esatto, avrà impiegato un tempo leggermente più lungo dal punto di vista di P1. Quanto a P3, i calcoli rispetto a P1 sono gli stessi: devi solo tener conto che, in questo caso, la velocità essendo di "allontanamento" deve essere preceduta dal segno "-". Ciao |
14-03-2005, 15.37.05 | #19 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Questo problema della impossibilità di poter superare la velocità della luce è una cazzata, non un problema:
Immaginate per un attimo di essere nello spazio. Immaginate di poter sparare alla vostra sinistra un proiettile che raggiunga la velocità della luce. Immaginate ora di poter sparare alla vostra destra un proiettile che raggiunga la velocità della luce. Adesso voi ve ne andate da lì. I due proiettili viaggeranno, l'uno rispetto all'altro ad una velocità esattamente uguale al doppio della velocità della luce. Chi non ci crede è un H2S ! Ultima modifica di Mistico : 14-03-2005 alle ore 15.40.20. |
15-03-2005, 13.53.04 | #20 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Non è così semplice
Ma ti dico come andrebbero le cose.
Allora, dal tuo punto di vista li vedresti allontanare, semplicemente, alla velocità della luce. Nello spazio non vi sono direzioni preferenziali, per cui, "uno dal lato opposto dell'altro" è semplicemente il punto di vista della sorgente. Un osservatore posto su uno dei due proiettili, vedrebbe allontanarsi l'altro... alla velocità della luce, non un metro al secondo di più. Il rallentamento del tempo compenserebbe, infatti, l'apparentemente intuitiva ipotesi del raddoppio delle velocità. Occorre aggiungere, però, che nessun corpo della massa di un proiettile potrebbe mai essere "sparato" alla velocità della luce, poichè ciò richiederebbe una accelerazione infinita. Inoltre, nemmeno la luce può raggiungere "esattamente" la velocità della luce... Per ottenere ciò, in realtà, occorrerebbe disporre del vuoto assoluto, il quale non è possibile neppure se ogni traccia di particella o di energia fosse estratta da un certo volume di spazio. Questo dipende dal fatto che il vuoto stesso genera in continuazione coppie di particelle, la cui esistenza, fugacissima, sarebbe comunque sufficientemente estesa da interferire con il percorso di un raggio che si muova a quella velocità. Ciao. |