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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
30-10-2005, 17.23.33 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-09-2005
Messaggi: 85
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Io non penso che i complessi di inferiorità dipendano dalle esperienze subite, almeno cosi la penso io poi potrei sbagliare, quando andavo a scuola sono stato, a causa del mio carattere solitario, vittima di soprusi fisici (un pestaggio), per quasi una settimana non ho avuto la possibilità di reagire (erano sempre insieme quei bulletti). Poi ho ripagato con gli interessi i tre che mi avavano dato problemi prendendoli singolarmente nei bagni e negli spogliatoi, mi sono sempre chiesto perchè ci abbia messo cosi tanto a reagire, credevo che sistemandoli sarei stato dispiaciuto o estemamente contento per quello che avrei fatto, ma invece sono stato deluso perchè mi sentivo semplicemente come se avessi finito di fare un lavoro come un altro, come se avessi risolto un problema, non lo fatto ne per vendetta ne per senso di giustizia, semplicemente mi sono accorto che nella scuola in cui ero informare docenti o presidi non serviva a nulla.
Però non mi sono mai sentito inferiore, forse diverso, ma quello per me non è mai stato un problema, probabilmente ne vado anche un pò fiero di essere solitario, non so se l'esperienza mi ha modificato in negativo o in positivo, sicuramente ho perso un pò di compassione per gli altri, ma ho anche guadagnato un pò di decisione. Per quanto riguarda il soffrire di inferiorità senza esserne coscienti, non penso sia possibile. |
30-10-2005, 21.12.22 | #5 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Citazione:
ciao darkina, grazie mille per il tuo intervento prezioso. Volevo dirti che anche al mio fratellino è successo qualcosa di molto simile, con i compagni di classe e con i coetanei fuori dalla scuola, anche lui l'ha concluso con il preside e un discorsetto alla classe. Per lui sono stati quasi due anni....terribili. Ha soffeto moltissimo e quello che è peggio è che noi, la sua famiglia, l'abbiamo saputo quando già era diventata una sofferenza cronica e ormai insopportabile...non ce la poteva più nascondere. Lui non ne parla mai volentieri, e dice che "gli è passata"....ma io non credo. Credo che sia durissima....tutti i giorni, tutti i giorni, tutti i giorni....magari anche per anni. Come fai a non portartela dietro? Credo che sia tu che mio fratello siate stati molto coraggiosi e siete stati bravi a risolverla in quel modo....di petto e alla luce del sole. Penso anche che chi ha sofferto ha le carte in regola per diventare una persona migliore, in grado di comprendere meglio i dolori altrui....diventa una persona più profonda, più intelligente....forse diventa più forte se è in grado di lavorare su stessa e reagire. Un abbraccio a solitario.....un ragazzo così particolare... e uno a fenq gi......con cui mi sento molto, molto solidale. |
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31-10-2005, 13.35.45 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 25-02-2005
Messaggi: 42
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A me è successa una cosa simile alle elementari, e ovviamente un pò me la porto sempre dietro.
In pratica, dato che non ero una cima in matematica, la maestra pensava bene di farmi fare un giro dai compagni per vedere quanto bene avevano fatto i loro compiti, oppure dirmi mentre facevo un esercizio "e poi tuo padre dice che sei intelligente" e altre cosine carine (ma in fondo mi è andata bene, a un altro lo strattonava per i capelli). Da qui, una propensione verso la letteratura dato che il mio maestro mi adorava. Questo senso di inferiorità, tuttavia, me lo porto sempre dietro anche se penso che a volte noi stessi siamo un pò complici di certe nostre nevrosi se, conoscendone l'origine, non cerchiamo di porvi rimedio. Delegare tutta la nostra infelicità al passato è un ottima scusa per non rimediare nel presente. E quindi anche oggi, con tutti i complessi che nel frattempo si sono aggiunti, ancora non ho affrontato bene questo "problemino", pur avendo letto molto in merito. In certi casi questo complesso è micidiale (anche se penso che ricordarsi che non siamo su una carrozzella sia un dovere salutare) perchè ti fa "rileggere" ogni situazione in negativo nei tuoi confronti. Un amico non ti saluta? Non vali abbastanza per essere considerato. Ti viene fatta una critica? Ecco che viene fuori quanto poco vali. E intanto guardi gli altri che felici e contenti hanno amicizie, fidanzate/i, si divertono ecc ecc mentre in realtà ognuno ha le proprie rogne. E allora che si fa? Sto cercando di fare più leva su me stessa su certi pensieri automaci: ci sono miei pregi che gli altri amano e difetti che non sopportano (come tutti); evito di avere una visione negativa come se fossi il bersaglio di tutte le cattiveri di questo mondo. Insomma, ci si prova. Se avete qualche altro consiglio, ditemelo!!! In bocca al lupo, Cì |
31-10-2005, 20.22.00 | #7 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 16-07-2005
Messaggi: 752
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...il complesso di inferiorita' nasce sempre da un vissuto nell'infanzia...questo e' dimostrato psicologicamente...e queste ferite restano dentro di noi finche' non le superiamo e le scavalchiamo...chi di noi non ha vissuto esperienze analoghe da parte di genitori, inseganti, amici, compagni?...penso nessuno..
Vani |
31-10-2005, 22.18.28 | #8 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Citazione:
Cosa occorre per scavalcarle, superarle, queste ferite dell'infanzia? E' sufficiente l'impegno della persona oppure occorre l'aiuto di terze persone? Io mi sentivo inferiore agli altri quando mi accorgevo che loro potevano fare qualcosa che a me non era concesso. Per esempio camminare correttamente. Più di una donna ha cercato di farmi pesare questo fatto, quando ero ragazzino. Però credo di essere riuscito (grazie anche all'aiuto di amici) ad uscire da questo vicolo cieco e forse mi sto rispondendo da solo. Però la mia esperienza non deve necessariamente essere quella di ogni altra persona. O sbaglio? |
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31-10-2005, 22.27.06 | #9 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 16-07-2005
Messaggi: 752
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Messaggio originale inviato da Mr. Bean
Cosa occorre per scavalcarle, superarle, queste ferite dell'infanzia? E' sufficiente l'impegno della persona oppure occorre l'aiuto di terze persone? Io mi sentivo inferiore agli altri quando mi accorgevo che loro potevano fare qualcosa che a me non era concesso. Per esempio camminare correttamente. Più di una donna ha cercato di farmi pesare questo fatto, quando ero ragazzino. Però credo di essere riuscito (grazie anche all'aiuto di amici) ad uscire da questo vicolo cieco e forse mi sto rispondendo da solo. Però la mia esperienza non deve necessariamente essere quella di ogni altra persona. O sbaglio? alle volte e' la stessa maturazione che ti porta a superare questi traumi, questi complessi...la tua forza interiore...alle volte puo' essere un amico...alle volte un terapeuta...per ognuno di noi e' diverso...come siamo diversi noi e i nostri complessi Vani |
31-10-2005, 23.03.50 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
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A volte persino la bambina carina della classe, magari un pochino timida, può diventare oggetto della persecuzione dei compagni proprio perchè appare a loro distante.
Così come il primo della classe, o il più magrolino. La diversità m'incuriosiva da bambina, e finivo per diventare amica di chi era più chiuso, scoprendo cose forse poco comuni nelle persone. Anch'io mi sentivo diversa, per il fatto di avere una sorella gemella; essendo molto timida, il fatto di venire osservata sempre insieme a lei mi metteva ansia; mia madre non ci ha mai fatto vestire uguali, mi pettinavo in modo diverso, ma la somiglianza era sempre evidente, e così i continui confronti, come se l'essere simili fisicamente dovesse comportare per forza un'uguaglianza caratteriale. Eppure abbiamo sempre avuto gusti e inclinazioni opposte, per fortuna. |