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05-08-2005, 18.19.09 | #12 |
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Data registrazione: 03-04-2002
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pro e contro di una e-mail
Che l’e-mail sia il ritorno alla corrispondenza o l’annullamento di essa… non penso si possa sapere, magari lo sono entrambe.
Il bello è che quando invii un messaggio di posta elettronica, hai la possibilità di inviarlo a più persone le quali, tutte, leggeranno lo stesso messaggio. Ha una funzione di informazione, se vogliamo, ma la stessa e-mail inviata a più persone contemporaneamente mi sa di presa in giro e la cestino automaticamente, quindi non leggo. Il linguaggio, spesso, è troppo informale e colloquiale, io sono una persona, ed anche attraverso una e-mail gradirei “sentire” che il messaggio è rivolto alla mia persona non a cento sconosciuti (meglio, allora, la famosa lettera che nel frattempo s’è persa per strada o il telefono, diretto ed esplicativo) cmq un rapporto “personale” “intimo” quindi anch’io opto per i classici biglietti augurali e rimango per le belle cartoline delle vacanze al mare che, ormai di rado, arrivano in pieno inverno…. Le e-mail lasciamole proprio per necessità di velocizzare la comunicazione, trasmettere una notizia o in un frangente difficile o pericoloso. Inoltre la grafia comunica la personalità dell’altro, poiché leggendo, interpreto anche la mano che muove la penna. bellissimo |
07-08-2005, 18.25.35 | #14 | |
Nuovo iscritto
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e-mail pro e contro
Citazione:
Fra il testo scritto e il testo elettronico c’è solo una differente forma di lettura. Con un clic…. Arrivi dappertutto, vero, rischiando anche di perderti…… leggere una lettera o sfogliare le pagine di un libro c’è il tatto, la lettera o il libro diviene parte di te. Probabile che tra una decina d’anni troveremo in un “museo di scrittura” “l’ultima lettera scritta a mano da… per….” Forma e stile…. Ti rispondo così: “Un giorno a Zurigo, mentre stava scrivendo Ulisse, Joyce incontrò per strada il suo amico Frank Budgen e gli disse che aveva lavorato tutto il giorno, ma che aveva prodotto solo due frasi. "Stavi cercando le parole giuste?", domandò Budgen. "No", rispose Joyce, "Le parole le ho già. Quel che sto cercando è il perfetto ordine delle parole nelle frasi che ho". [da David Lodge. Il mestiere di scrivere. Roma: Fazi, 1998]” |
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