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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
29-05-2005, 13.51.25 | #3 |
Utente bannato
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
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La vita credo che non sia ne giusta ne ingiusta è solo un insieme di esperienze, sperimentazioni a termine e quale sia il termine non ci è dato di sapere
La mia prima esperienza della morte è avvenuta all'età di 19 anni con la prematura scomparsa di mia figlia e dopo pochi anni la seconda esperienza è stata la morte di mio figlio il secondo, ma credi, non mi sono mai chiesta se la vita fosse giusta o meno ho sempre pensato che ogniuno di noi ha un destino una strada, e volente o nolente la deve compiere. La drammatizzazione della morte ha un ruolo importantissimo nell'uomo, le sovrastrutture che con gli anni ci costruiamo ci portano a credere che non siamo di passaggio, ci radichiamo a tal punto che non ci pare vero che "ci tocchi" ora tocca a noi.... L'ho detto in un altro post sarebbe meglio che ci insegnassero come morire o meglio che la nostra cultura prevedesse la morte non come casualità ma come aspettativa della vita... Un saluto auguri..... |
30-05-2005, 01.04.59 | #4 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
O yesssss! Purtroppo la cultura occidentale rimuove la morte. Così come rimuove la vecchiaia e la malattia. Cose che in altre culture sono semplicemente aspetti della vita. Sogyal rimpoche disse a una donna a cui erano stati dati pochi mesi di vita: "stiamo tutto morendo, è solo una questione di tempo." (Kim, se non lo hai letto, leggilo quel libro: "il libro tibetano del vivere e del morire" di Sogyal Rimpoche. Secondo me ti piacerà molto!) |
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30-05-2005, 08.59.33 | #6 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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Citazione:
Mi viene in mente una persona a me cara che aveva appena fatto una tac che aveva evidenziato lo stato di un suo tumore grave... una conoscente le chiese come faceva ad essere così serena sapendo della gravità del male... e lei le rispose che la differenza tra loro due consisteva nella conoscenza del proprio male e che non era detto che era lei la più vicina alla morte...magari l'altra poteva essere in uno stato di salute più grave e non saperlo. |
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30-05-2005, 17.08.50 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 203
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anche io, proprio in questi giorni, sto provando la sofferenza per la consapevolezza di un tumore che ha colpito una mia familiare carissima....una "madre" per me.
sto cercando in tutti i modi di accettare razionalmente la realtà dei fatti. e purtroppo il mio primo pensiero è stato: "amare porta a soffrire" |
30-05-2005, 23.49.05 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 28-05-2005
Messaggi: 7
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O yesssss! Purtroppo la cultura occidentale rimuove la morte. Così come rimuove la vecchiaia e la malattia. Cose che in altre culture sono semplicemente aspetti della vita.
Sogyal rimpoche disse a una donna a cui erano stati dati pochi mesi di vita: "stiamo tutto morendo, è solo una questione di tempo." (Kim, se non lo hai letto, leggilo quel libro: "il libro tibetano del vivere e del morire" di Sogyal Rimpoche. Secondo me ti piacerà molto!) Ciao, si questo è vero, ma credo che per quanto una persona possa essere "educata" ad accetare la morte, la sofferenza, la malattia sia impossibile non sentire quel senso di vuoto e di impotenza di fronte a qualcosa (la malattia) contro la quale ben poco si può fare se non dare il più possibile conforto amore e affetto alla persona che va in contro alla morte. Vedere un tuo caro che lentamente si spegne sotto i tuoi occhi è un esperienza che segna per tutta la vita nel profondo dell'animo e non c'è cultura che possa rendere meno doloroso questo passaggio. Certo il tempo guarisce tutte le ferite ma il ricordo e la sofferenza di questi momenti restano per sempre vivi nella memoria. E mi viene da pensare a quanto è stupido a volte aver paura di amare, di mostrare i propri sentimenti di vivere e condividere a pieno le proprie emozioni con le persone care perchè arriva un giorno (talvolta così dannatamente vicino) nel quale non se ne ha più la possibilita e resta il rimpianto delle parole non dette, delle occasioni perdute delle emozioni non vissute a pieno. Ci si rende conto in situazioni come questa che il "Carpe diem" non è solo uno slogan abusato ma dovrebbe essere davvero una filosofia di vita. |