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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 10-02-2005, 11.50.54   #1
Ettore
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La potenza dell'Eros...

….A dir la verità, Erissimaco, - disse Aristofane -…….mi sembra che gli uomini non si rendano assolutamente conto della potenza dell'Eros. …

…. Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente. Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina…..

….Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri. Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è scomparso. Era l'androgino, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina. Oggi non ci sono più persone di questo genere….

…Questi androgini erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell'unica testa. .....La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare…. Per questo finivano con l'essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso. Così attaccarono gli dèi….

Allora Zeus e gli altri dèi si domandarono quale partito prendere….Zeus ebbe un'idea…. - disse - io taglierò ciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole. ….

…Quando dunque gli uomini primitivi furono così tagliati in due, ciascuna delle due parti desiderava ricongiungersi all'altra. Si abbracciavano, si stringevano l'un l'altra, desiderando null'altro che di formare un solo essere. E così morivano di fame e d'inazione, perché ciascuna parte non voleva far nulla senza l'altra….

Dunque ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario.

Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare. Stando così le cose, tutti quei maschi che derivano da quel composto dei sessi che abbiamo chiamato ermafrodito si innamorano delle donne, e tra loro ci sono la maggior parte degl adulteri; nello stesso modo, le donne che si innamorano dei maschi e le adultere provengono da questa specie; ma le donne che derivano dall'essere completo di sesso femminile, ebbene queste non si interessano affatto dei maschi: la loro inclinazione le porta piuttosto verso le altre donne ed è da questa specie che derivano le lesbiche. I maschi, infine, che provengono da un uomo di sesso soltanto maschile cercano i maschi. Sin da giovani, poiché sono una frazione del maschio primitivo, si innamorano degli uomini e prendono piacere a stare con loro, tra le loro braccia. Si tratta dei migliori tra i bambini e i ragazzi, perché per natura sono più virili. ….

Queste persone - ma lo stesso, per la verità, possiamo dire di chiunque - quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straodinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei - per così dire - nemmeno un istante.

E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s'aspettano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza….

………..La ragione è questa, che la nostra natura originaria è come l`ho descritta. Noi formiamo un tutto: il desiderio di questo tutto e la sua ricerca ha il nome di amore……………. oggi la cosa migliore è tentare di avvicinarci il più possibile alla perfezione: incontrare l'anima a noi più affine, e innamorarcene....


(tratto dal Simposio di Platone...400 a.C circa)
Ettore is offline  
Vecchio 10-02-2005, 12.55.19   #2
Fragola
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"Nella letteratura greca, il mito di Eros è confuso, l’immagine del Dio è oscura e di difficile definizione e le dispute “teologiche” sul suo conto sono più note degli elementi che compongono il suo culto. Il mito di Afrodite è invece definito e il suo culto descritto con accuratezza di particolari.
“L’Eros primordiale, quello a cui fa riferimento Freud opponendolo a Thanatos, è la personificazione di una universale forza di attrazione. Eros in questa forma non compare in Omero, è invece Esiodo a presentarcelo nella sua Teogonia come un Dio della prima generazione di immortali. Ne fa poi una seconda menzione quando lo inserisce insieme ad altri personaggi nel corteo di Afrodite. Da allora tutti gli atti di procreazione saranno ispirati alla “Grande Afrodite”, ed Eros diventerà una sorta di suo assistente. Nella maggior parte delle tradizioni mitiche, Eros non è più un Dio primordiale, ma una giovane divinità sottomessa al volere della madre Afrodite.” (Ginette Paris, La rinascita di Afrodite)
La questione delle due forme di Eros, l’Eros primordiale, principio di amore e attrazione, e l’Eros giovanile, figlio e assistente di Afrodite, si ritrova nel Convito di Platone.
Ciascuno degli ospiti del Convito presenta una differente immagine di Eros. Per qualcuno è il più antico degli Dei, per un altro il più giovane, per alcuni ospiti è il Dio nato da Afrodite, mentre per altri non è nemmeno una divinità, ma solo un daimon benefico.
Una costante attraversa il Convito: l’amore tra due uomini è considerato, dal punto di vista morale e filosofico, politico ed estetico, superiore a quello che unisce un uomo e una donna. Per Platone questo amore “erotico” è la fonte, oltre che della felicità, dei nobili ideali, del coraggio nella lotta e nell’azione politica.
“La filosofia platonica segna l’eclissi di Afrodite, perché privilegia Eros e separa l’amore dalla sua matrice corporea elevandolo a forma che trascende il rapporto uomo-donna. La scissione tra anima e corpo ha inizio nel momento in cui i filosofi classici suggeriscono che per raggiungere l’estasi della conoscenza suprema bisogna andare oltre il corpo.” (Ginette Paris, La rinascita di Afrodite)
Per andare al di là della dicotomia tra corpo e spirito che, a mio parere, ha fatto tanti danni nella cultura occidentale; e per restituire alla figura di Afrodite al suo ruolo principale di unificatrice degli opposti, preferisco immaginare che Eros non sia ‘un accessorio’ della Dea, ma nemmeno un’entità autonoma che fa nascere slanci d’amore scollegati dal radicamento al corpo. Per me è piuttosto il secondo polo dell’energia afroditica, la componente maschile necessaria affinché l’unione degli opposti avvenga in modo completo."


Tratto dalla mia tesi di diploma dell'anno scorso su Afrodite.
Fragola is offline  
Vecchio 10-02-2005, 13.52.19   #3
dani62
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ettore e fragola

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