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21-12-2004, 07.07.02 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
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Abbè...rispondo, ma non per avere l'ultima
Citazione:
D'accordo Bomber, anche se credo che era inteso che mi riferivo ad un tipo specifico del avere 'l'ultima parola', ovvero quella nei dibattiti 'forzati' o scambi verbali in cui si sente chiaramente la mancanza d'intento verso un compromesso. Dibattiti accesi in cui sarebbe già un ricavo utile, come dice anche Mark Rutland, riconoscere la saldezza di ambo le parti in causa nelle rispettive tesi con una semplice dose di rispetto reciproco della altrui persona e della semplice ed EDUCATA NON CONDIVISIONE delle tesi diverse dalla propria, nel riconoscimento che possono esistere opinioni non coincidenti con le proprie. Con ciò voglio dire che è inconcepibile per me il tendere ad 'annientare il nemico' ad ogni costo, cadendo perdipiù nell'ignobiltà, vilitudine e spesso pateticità. Allora mi chiedo, quale gusto ci si prova a dare da un lato, le varie ginocchiate tra le gambe e, da un'altro le tirannie, pur di difendere/diffondere la propria faccia o ragione? Per questo anche la mia domanda iniziale di non aver capito a fondo questo atteggiamento. Cos'è allora? Debolezza? Perdita di autocontrollo?? Masochismo di uno stato maniacale??? La vendetta o il fargliela pagare dona qualcosa???? Boh...credo che bisognerebbe in quei casi riflettere non una, ma dieci volte prima di esternare certe cattiverie per poterle dire: strumentalizzate. Altrimenti tutte le immagini colte dei bei principi e principesse mi vanno a crollare in un'attimo. Insomma, la gente, proprio quando più è chiamata di dare dimostrazione dei valori più elevati, meno lo fa, ecco. Leggendo le vostre risposte, che vedo che variano e per le quali cmq vi ringrazio, inizialmente mi ritrovo (per l'enesima volta) in sintonia con Mark R. preferendo di considerare la facenda agire sull'asse: inferiorità-superiorità, poichè credo siano queste ad essere percepite per prima. La tendenza verso un impietoso abbassamento dell'altro per poter 'deridere' la sua perdita o ignoranza.....lo trovo poco sportivo ed istruttivo, per non dire privo di spirito di fratellanza. Così, trovo sciocco anche il dispettoso mostrarsi invulnerabile quando basta dire:"Guarda, mi ferisci così" oppure cercare di trascinare l'altro (superiore) con sè nel proprio inferno. Ora, secondo Gyta, in entrambi i casi (inf. e sup.) c'entra giustamente un'insicurezza di fondo, ma a cui presa di coscienza secondo me, nel momento opportuno, conseguirebbe l'arresto dell'assurdo alimentarsi di convinzioni, le quali a loro volta non potranno mai basarsi saldamente su incertezze di fondo. Credo che avviene proprio questo durante un diverbio: un reciproco esibirsi di quanta stabilità e forza siè riusciti a dare alle idee memorizzate. Niente di più, niente di meno. La sapienza sembra irrilevante, la correttezza e fonte dei dati non essenziali, in quanto un aspetto secondario. Conta solo il gioco bello e il gioco brutto (l'educazione) a determinare l'esito dello scambio d'idee iniziale. E questo mi fa pensare di quanto più brutta diventa la guerra (anche verbale-emotiva) se non si ha confidenza con essa. Ecco cominciando magari, ad imparare a gestirla sin dall'infanzia, esternandola per non dimenticare stradafacendo la nobiltà nell'arte a farla. Altrimenti gli scontri in tutte le sfere della vita rimarranno mera agitazione, proiezioni di conflitti interiori e purtroppo, altre 'uccisioni' di idee. Un saluto a tutti. |
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