edera

Al di la' delle motivazioni strettamente mediche e razionali (o fataliste)mi chiedo spesso perche' ci ammaliamo.
Sto affrontando la mia malattia e spesso mi chiedo:
''perche' mi sono ammalata adesso?''
''...quando le mie cellule hanno incominciato ad impazzire.Che giorno era della mia vita......?''
Ho pensato a lungo e sono giunta alla conclusione che,almeno nel mio caso,mi sono ammalata perche' ho 'tradito'/'trascurato' la mia anima, i miei sogni,ho soffocato i miei istinti.
Per questo il mio corpo ha reagito, si e'accanito ,si e' arreso con rabbia trasmettendo con il dolore fisico quello che l'anima voleva dirmi....non so forse voglio costruirmi motivazioni di comodo.
Voi che ne pensate?

Secondo me, cara Edera, non sono motivazioni di comodo le tue, ma solo l'aver preso coscienza di un qualcosa dentro di te.
Capisco perfettamente cosa intendi. Sono affetta da una malattia cronica che per anni mi ha fatta soffrire, subire vari interventi, sentire la carezza della morte, ma da qualche anno è lì silenziosa. Questo da quando ho cominciato a cambiare e a guardare dentro me stessa, a prendermi cura del mio spirito o anima, dei miei sogni, dei miei desideri; ad accettare me stessa.
Sarà un caso che ora la malattia mi lasci condurre una vita normale? Sarà un caso che quando qualcosa mi disturba emotivamente mi arrivino dei segnali da questa mia compagna di vita? Mah! Non credo al caso.
Un bacio

Io credo che ogni nostra malattia sia la manifestazione di un nostro malessere interiore. Ogni nostra piccola modifica rispetto al vivere ciò che ci circonda, alla percezione più o meno inconscia che abbiamo di fronte alle infinite variabili dell'ambiente nella sua totalità porta, a mio parere, ad un cambiamento nella nostra struttura molecolare. Fisico ed emozioni sono in correlazione tra loro. Arrivo a pensare che l'intero universo sia un macroroganismo in continua mutazione, ma quello che forse ci caratterizza è l'avere la capacità di indirizzare i nostri cambiamenti nella direzione che desideriamo. Ma per fare questo, come dici giustamente tu Edera, dobbiamo non tradire la nostra anima, riappropriarcene e darle libero sfogo. Nicola

Cara Edera, anch'io credo che il corpo si ammali quando tradiamo troppo noi stessi; quando calpestiamo aspirazioni, desideri, talenti...
Per paura del confronto, per scarsa autostima, perche' magari qualcuno ci ha convinto di non valere abbastanza per tentare le cose che ameremmo fare...
Facciamo quel che non vorremmo e il corpo si ribella...
Basta invertire la tendenza e prenderci cura di noi stessi, proprio come faremmo con un figlio molto amato...

Forza Edera ce la farai!
Io faccio il tifo per te!

La malattia ci fa fermare, ci obbliga a riflettere, ci inchioda a un letto con la sofferenza e la debolezza... non possiamo fare altro che pensare a noi stessi, nulla in quel momento conta di più... se finiamo noi, finisce tutto... lavoro, famiglia, tutto. A volte facciamo una vita che non ci appartiene, con dedizione e abnegazione continuiamo a condurla in attesa del giusto riconoscimento.. ed ecco che la vita ci regala una bella medaglia!

Anch'io sono della medesima opinione !

Mi associo a Fiamma ed a tutti gli amici del forum..:
Non mollare ..e lascia fluire morbido il cuore!!

Un caro saluto!
Gyta