Una spiegazione la si potrebbe far partire dal concetto di riconoscimento .
Avete presente le indagini di polizia che spesso si vedono nei film, quando dopo essere riusciti a definire i possibili identikit del colpevole gli investigatori lo sottopongono alla verifica del testimone chiave?
Il testimone visivo aveva visto il colpevole: gli fanno passare in rassegna i probabili identikit, e sperano nel riconoscimento.
Nella mente del testimone c'è l'immagine del volto del criminale, se la stessa immagine viene vista sul foglio, come per una perfetta sovrapposizione e congruenza delle due immagini il testimone dice: "è lui".
Un esperimento psicologico, che non ha a che fare direttamente con il riconoscimento, ha poi accertato che un soggetto a cui vengano poste sotto il naso, per un numero limitatissimo di secondi (tali da non permettere una consapevole e definita percezione) una lista di lettere casualmente aggregate, è sempre in grado di riconoscere(inconsapevolmente) la lista di lettere contenente le lettere del suo nome.
L'idea è questa: nella nostra mente abbiamo un discreto numero di parole memorizzate, e anche di solito nella lettura non procediamo lettera a lettera per ricostruire le parole e poi la frase, ma per effetto di congruenza tra percezione(estremamente veloce) e vocabolario memorizzato, siamo in grado di riconoscerle e procedere speditamente nella costruzione della frase.
Inoltre, sempre grazie all'esperienza che abbiamo del "logos", ci siamo formati delle aspettative: come ad esempio che dopo l'articolo "lo" segue un sostantivo maschile ecc... cosa che rende ulteriormente veloce e automatica la lettura.
Se sotto il naso abbiamo una parola internamente disordinata, ma con gli estremi(prima ed ultima lettera) al loro posto, automaticamente, all'interno della logica del riconoscimento, la nostra mente restringe il campo del confronto(memoria-testo) alle sole parole memorizzate che rientrano nei parametri dati (prima ed ultima lettera): inoltre nell'esperimento del testo si è dimostrata la rapidità del riconoscimento delle lettere tra aggregati disordinati di lettere: come per un risucchio mentale che auto-organizza il materiale percepito, le lettere si ordinano nella mente nella parola che le contiene tutte, e inoltre, se le parole fossero più di una, per effetto dell'esperienza e dell'aspettativa vengono riconosciute nell'unica parola che ragionevolmente è lecito aspettarsi dato il contesto percettivo.
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