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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
15-02-2016, 20.01.14 | #1 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
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Questi nostri tempi
In uno dei miei rari momenti di lucidità mi sono guardato allo specchio e mi sono accorto che il mio pensiero aveva bisogno di un lifting.
Al momento ho attribuito questa mia défiance a un mio precoce rincretinimento senile, poi mi sono guardato intorno e non è che mi sia sentito intelligente… però mi sono consolato… ecco, ho capito che un uomo oggi meno esprime il suo pensiero meglio è… https://www.youtube.com/watch?v=NN26QdHI6Sc Questi nostri tempi non sembrano tanto diversi da altri tempi, ad esempio quelli in cui il signor G. analizzava, con la lucidità ed acume che l’ha sempre caratterizzato, la condizione umana, anzitutto dal punto di vista psicologico e poi politico, sociale ecc. Un amico mi diceva di non provar oggi il desiderio di discutere, avendo l’impressione che non serva a niente a causa di un invisibile quanto impenetrabile isolamento. Il paradosso è che i mezzi di cui oggi disponiamo, internet su tutti, in realtà lo aggravano; se virtualmente si è sempre più connessi lo si è sempre meno con la vita VERA. Questo, riassunto, il suo pensiero. Che sarebbe rimasto suo se non lo avesse condiviso con me, con ciò suffragando quanto espresso da Gaber, che per l’uomo d’oggi sia meglio, di fatto, non esprimersi. Ma il signor G invece si esprimeva, eccome, continuando a farlo sin quasi al termine della sua vita. Una bella vita dal mio punto di vista, quella d’un vero artista, un uomo integro e vorrei dire un educatore, se permettete l’accezione ampia del termine. Quello che trovo comune nel sentire del mio amico e nel monologo di Gaber è il confrontar il proprio stato con quello della gente che ci sta intorno (assolutamente non spregiativo, essendo io la “gente” per voi…). L’artista di allora (ma non è passato poi troppo tempo) da tale confronto ne ha ricavato materiale per la sua analisi di sé e del mondo, avvertendo la necessità di condividerla… la libertà non è star sopra un albero… Tutti noi che ci serviamo delle tecnologie odierne presupponiamo d’aver sviluppato gli idonei anticorpi al virus informatico… non quello che si insinua nel nostro pc… quello che si diffonde in noi sviluppandone la dipendenza ormai così ben documentata. Un mio conoscente senza rendersene conto si ritrovò in poche settimane a sfogliar in continuazione le notizie sul suo nuovo e potente smartphone e a causa della sua sensibilità alle cattive notizie (di cronaca) a star sempre più male. Smise e il suo stato ritornò quello di prima. Su questo forum di psicologia sta accadendo quanto accade al mio amico… i frequentatori (lettori), quale che ne sia la causa hanno perso la motivazione al confrontarsi (magari ancor più adesso che le prime quattro discussioni son tutte a mio nome… ) ma è nelle relazioni, nel confronto che dev’esser trovata la libertà del proprio pensiero, del proprio sentire. Vien detto che da solo te la suoni e te la canti, e per quanto l’albero che ci siam trovati ci ospiti confortevolmente, permettendoci una visuale più ampia dell’orizzonte, tuttavia come per Il Barone rampante o i dendriti di Sariputra (vedi Sonja in spiritualità) privarsi, seppur per rispettabilissimi motivi, della prospettiva immediata, vicina, del nostro prossimo può condurre a non avvertirne più la necessità. Beninteso, ognuno decide come e dove viver la propria libertà… ma prima occorre trovarla... Un saluto dal signor G. (per Galvan ) |
16-02-2016, 01.15.07 | #3 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Questi nostri tempi
Citazione:
Personalmente leggo sempre con grande interesse i tuoi interventi sul forum. E penso spesso a cosa ne potrei scrivere e condividere con te. I tuoi scritti mi appaiono, forse sbagliando, quasi dei "dialoghi con se stessi". Raramente compaiono teorie, prese di posizione, speculazioni varie ( e questo mi conferma della tua sicura intelligenza). Non trovando nulla da obiettare, o da condividere, li assaporo come una pagina letteraria, ricca di spunti originali, a volte criptica, altre leggera, sempre interessante. Talmente mi piace questo stile che, nel mio piccolo, ti ho spudoratamente "copiato" ( penso che l'hai capito), creando con Sonja un mio spazio che voleva essere "libero", dove potevo scrivere di mio senza addentrarmi in teorie filosofiche o spirituali ( sia per la mia obiettiva carenza in materia che per smisurato orgoglio...). Altre volte mi sono intrufolato nel tuo Buddha bar o nella sala d'attesa del tuo psicologo con naturale riservatezza. Poi la mia Vis polemica mi tuffa a legger e controbattere maldestramente di filosofia ( forse perchè siamo attratti da ciò che non conosciamo? Hai posto l'asticella psicologica molto in alto secondo me, tanto che spesso ho una sorta di irrazionale timore nell'affrontarla.Tante volte, lo confesso, faccio semplicemente fatica a comprendere...cerco di intuire, di immedesimarmi. E' il limite del virtuale , di cui parli anche tu. Se ci conoscessimo "in carne e ossa" ben diversa sarebbe la comprensione, ma forse si diventerebbe più reticenti, più timorosi di esporsi, di essere giudicati... Ripeto: mi piace molto come scrivi,e quello che scrivi. E dopo i complimenti, le critiche...mmhh...al momento non me ne vengono...ah ecco!...Perchè hai chiuso il Buddha bar? |
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16-02-2016, 05.32.23 | #4 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Questi nostri tempi
Citazione:
rispondo volentieri all'argomento e come non essere d'accordo. credo ci sia un motivo fondamentale che ha causato tutto questo e che io definirei in una parola alienazione o anche allontanamento dalla natura,fino ad arrivare ad esserne separati completamente come oggi. questo significa che non avvertiamo più niente,siamo diventati aridi e insensibili e ci limitiamo a rispondere col pilota automatico,esattamente come farebbe un congegno meccanico,non ce più cuore e non ce più anima e se viene a mancare questo non ho dubbi che sia la morte. dunque tornare alla natura…innanzitutto e sopratutto come filosofia di vita,(cuore e anima) staccarsi dall'artificiale,quindi da cio e' per sua stessa definizione morto per riabbracciare cio che e' vitale e di cui siamo parte integrante. mi e' già capitato di fare dei paragoni,non essendo più giovanissimo ma cio che mi sembra incontestabile e' che quando ancora non eravamo sommersi dalla tecnologia,credo non ci sentivamo isolati come ora,si giocava all'aperto e anche per questo motivo eravamo sicuramente più liberi e spontanei …della mia adolescenza riaffiorano queste indimenticabili sensazioni e non so francamente se i ragazzini di oggi ne fanno l'esperienza e se non diventino da subito dei piccoli robot,solitari ed infelici tecno-dipendenti |
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18-02-2016, 06.38.14 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Questi nostri tempi
Citazione:
È questo senso di smarrimento, di incoerenza coi propri ricordi, la mia personale interpretazione del tuo bel post. Per sopravvivere bisogna adattarsi e il mondo cambia sempre più in fretta, e noi siamo arabe fenici che risorgono continuamente dalle proprie ceneri, o che tentano di farlo. Però manca quel senso di continuità, quel filo conduttore fra presente e passato che dovrebbe dar senso alle nostre vite. Forse una volta ci si lamentava che non c'era mai niente di nuovo. Oggi ci sono novità in continuazione ma manca il tempo di assimilarle. Se ci si sente stranieri a se stessi, figuriamoci con gli altri. |
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19-02-2016, 13.27.30 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Questi nostri tempi
Citazione:
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19-02-2016, 17.14.13 | #8 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Questi nostri tempi
Citazione:
Personalmente ho già iniziato ad usare pezzi di ricambio che la tecnologia offre all'uomo. Ho una retina tenuta su da un cerchio siliconico e un cristallino artificiale...però non si sa bene la durata dei nuovi pezzi nel tempo. Forse dovrò fare , in futuro, un nuovo pit-stop E già l'utilizzo di "aggeggi" propedeutici alla soddisfazione sessuale si sta velocemente diffondendo. Mio fratello che lavora in un ospedale, reparto urologia, mi racconta cose incredibili su cosa si fanno impiantare ,nella regione intima dell'uomo per eccellenza, molti settantenni ( ricchi) per ovviare all'inevitabile "indebolimento" sopraggiunto naturalmente con l'età...autentici sistemi pneumatici di sollevamento... |
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22-02-2016, 23.04.16 | #9 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
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Riferimento: Questi nostri tempi
Ciao Jacopus (il mio compagno Jack nell’anello di Salomone…), in quello che scrivi e come scrivi nelle diverse sezioni del forum non ravviso lacune… ma sovente son io a non aver la preparazione per poterlo giudicare.
In ogni caso il tuo spirito critico ben ti preserva da oltrepassare qualche limite, pur se va sempre messo in conto d’incontrare quelli altrui. Anche se a volte facciamo degli errori o diamo un po' troppa importanza al nostro punto di vista, la motivazione, la ricerca del dialogo e del confronto dovrebbero esser sempre privilegiati, come ravviso nei tuoi scritti. È importante continuare a scrivere, in quanto parallelamente al dialogo che ci figuriamo con gli altri, procede un’interrogazione continua in noi stessi e man mano, se lo abbiamo a cuore, la distanza almeno dalla nostra parte si riduce giungendo in alcuni casi fortunati a condividere con l’interlocutore qualcosa oltre parole e concetti. È forse una questione di disposizione più che di età e personalmente ho imparato molto frequentando il forum, dove ho cercato di pormi col miglior orientamento del mio animo, ben sapendo (anche a causa dell’età) che il famoso attimo potrebbe prima o poi essere l’ultimo e conviene far bene ciò che si fa e ricavarne senz’altro la propria soddisfazione, che l’altrui non è nelle nostre mani. Poiché l’hai citato son andato a leggere la trama del romanzo di Flaubert, nel quale i personaggi ricercano un ambito che li appaghi avendo smarrito, o mai avuto a causa delle circostanze della vita il loro proprio percorso di realizzazione. Alla fine ritornano a fare quello che sapevano fare, copiare. Se la possibilità di un cambiamento (interiore) nella propria vita, a causa di uno esteriore (nel romanzo dovuto alla inattesa disponibilità di una somma di denaro) fosse nella logica delle cose, allora le rivoluzioni, le guerre e tutti gli interventi nella sfera sociale avrebbero prodotto frutti ben diversi da quelli che conosciamo. La mente tramite la memoria accumula e non si farà giammai convincere a mollare la presa (metter da parte i propri contenuti e/o memorie) in cambio d’un piatto di lenticchie. E poi, perché dovrebbe? La psiche, il giardino che ospita la nostra anima (o, meno impegnativamente, “la nostra presenza”) è tutto ciò che c’è, condivido l’asserzione di Jung che noi siamo nella psiche e non il contrario. La vita, per come il nostro io la conosce e interpreta, potrebbe anche essere, rifacendosi alle ultime parole del film “ Oltre il giardino”, uno stato mentale. Come che sia la faccenda è straordinariamente, sconvolgentemente e affascinantemente complessa. Non potremo mai divenir TUTTI aristocratici, comunisti, cristiani o qualunque altra SOLA cosa… i contenuti della mente affiorando dall’inconscio (per quelli consci è evidente) ricercano l’energia che li renda manifesti, trasponendoli nella realtà che abitiamo. Per quelli che pensiamo non ci riguardino (essi) come un grumo di polvere nascosta sotto il tappeto, forse un giorno ci faranno inciampare ritrovandoceli di fronte. Un incontro che il più delle volte si rivela devastante… ma anche un’opportunità, per chi sia in grado di padroneggiarli. Così inquadrata la faccenda, non sarà la frequentazione di un luogo piuttosto che un altro, specificatamente un ambiente naturale, a riequilibrare il momentum psichico sia individuale che collettivo. Personalmente non generalizzo; tenendo ben presente il fattore tempo e non avendo fretta di concludere l’indagine, riservandomi ulteriori e futuri approfondimenti prima di formalizzare l’incriminazione, mi accade che gli iniziali convincimenti abbiano a modificarsi e a volte mutare del tutto. È tutto in continua e lenta/veloce (sì, entrambi gli aggettivi) trasformazione e dal mio punto d’osservazione per cogliere il quadro d’insieme debbo sacrificare il particolare. Per affermare se sia rimasto cuore e anima (anche se mi pare si alluda all’anima mundi) nell’uomo non basta la propria esperienza né quella di molti, per quanto autorevoli possano essere. I due termini (cuore e anima) sono quanto riusciamo a scorgere e interpretare di una possibilità (forse ve ne sono altre…) insita nell’universo che nel suo divenire ha prodotto le condizioni – materia organica/uomo/mente – affinché si manifesti. Tornando a questi nostri tempi che vedono succedersi cambiamenti a velocità inusitate tali da generare il profondo senso di smarrimento di cui parla CVC, mi domando se (i cambiamenti) avvengano con tali accelerazioni per tutti gli ambiti. È senz’altro evidente in quello tecnologico… per quello ad esempio spirituale? Riscontrate, stante l’assunto che l’uomo è diviso nella carne ma unito nello spirito, segni di una qualche convergenza o le diverse confessioni nei fatti (non a parole…) procedono nel loro isolamento? In quello filosofico? Colà la premessa è che non vi sia una verità assoluta ma quella che s’origina dal proprio punto d’osservazione e dagli strumenti (in primis il linguaggio) adoperati. Sembrerebbe l’ambiente ideale, tollerante verso le diversità e le inferiorità, consapevole della relatività d’ogni assunto potrebbe incoraggiare chi vi si rivolga, magari sforzandosi un po’ per uscir da quelle torri d’avorio di cui parlava l’amico Liebnicht (… che tuttavia s’è ben guardato dal farlo per primo). Oh, beh… in ambito universitario son guerre di coltelli, come mi par di capire dai report dell’amico Green&grey pocket. In altri (forse) meno impegnativi contesti, ad esempio la nostra sezione del forum, qualcuno reputa che per discorrer della vita, del suo significato e quel che contiene occorre prima passar l’esame d’ammissione, saper da Aristotele in avanti… e indietro, di grazia? Gli egizi, i sumeri, gli indiani dei veda… sovente richiamati dall’amico paul 11, ne sapevano qualcosa? Non è che la conoscenza è un fiume che si disperde in mille rivoli? L’aborigeno in grado di sopravvivere e trovar acqua nel deserto forse non ne dispone? Arrivando qui, nel nostro forum di psicologia, che presumo letto anche da addetti ai lavori… accade diversamente? Può essere che un ignorante qual sono venga lasciato quasi solo a parlar degli interessanti argomenti che riguardano la nostra psiche? Mettersi un pochino in gioco, scendere qualche gradino di altre torri… gratuitamente… per stare alla pari con i nostri simili..? Tralascio di parlar di politica perché s’arriverebbe a parlar della guerra nei tempi che furono e similmente in questi nostri tempi… « La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi. » come evidenziò Carl von Clausewitz, vedete voi se è cambiato qualcosa. E tralascio di parlar di molte altre cose, che già il post è diventato troppo lungo… ma avevo da rispondere ai gentili amici che han impreziosito la discussione con i loro interventi. Il buon Sariputra se intendeva mettere alla prova il mio io c’è riuscito benissimo con i suoi complimenti, siamo umani e nessuno ne è insensibile. Ovviamente anch’io ho la massima considerazione nei suoi riguardi e apprezzo particolarmente come si pone di fronte alle avversità della vita. In questi nostri tempi ci son persone come lui e gli altri amici che hanno scritto qui e scrivono in altre parti del forum, certamente spinti da motivazioni diverse ma nel profondo perché l’ambizioso progetto (nella mia immaginazione) dell’uomo non lo vuole un individuo isolato. La mente è un giardino e tutti noi siamo in quel giardino, dove passeggia l’uomo che fu, che è e che verrà. Il tempo è lo stratagemma per impedire che tutto accada insieme e si possa legger, come un libro, una pagina dopo l’altra. Un caro saluto. |
23-02-2016, 10.32.08 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Questi nostri tempi
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"Il cosmo è mutamento, la vita opinione". Marco Aurelio. |
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