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16-03-2008, 12.02.07 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-08-2007
Messaggi: 38
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Riferimento: Ciò che è migliore è sgradito ai più?
A proposito di quanto hai scritto, credo che vivere in modo critico scegliendo consapevolmente senza essere influenzati dalla scelta della maggioranza sia estremamente faticoso.
Infatti per scegliere in modo responsabile occorre documentarsi, approfondire una o più materie ed anche il loro intersecarsi. Per fare ciò sono necessarie conoscenze, tempo e razionalità. Il risultato a cui si perviene deve poi essere contemperato con la propria valutazione soggettiva basata sulle proprie preferenze o attitudini. E’ davvero possibile porsi in modo critico di fronte ad ogni “occasione” “situazione” a cui ci si trova di fronte?. Dalla scelta di un buon vino che quindi deve essere fatta valutando tutto il processo di produzione e non solo, alla valutazione morale del comportamento di un soggetto che risulta prodotto anche in parte dal suo vissuto e pertanto non facilmente conoscibile. Tutte le cose quotidiane dovrebbero essere analizzate, valutate, per vivere in modo totalmente indipendente e critico. Temo che nella società contemporanea ciò sia di difficile attuazione perché la struttura della società è decisamente complicata. Di troppe cose occorre tener conto per essere giustamente critici perché essere critici senza tendere il più possibile alla verità sarebbe fin troppo facile. Ed allora, forse, si finisce per “delegare” la scelta ad una maggioranza che di fatto non esiste perché ognuno di noi forma la maggioranza di riferimento degli altri. In sostanza se non c’è almeno un primo che fa una valutazione critica l’idea che ciò che hanno scelto i più possa essere frutto di una valutazione attenta è un falso ragionamento. Secondo me una buona scelta, valutata, si può avere solo da chi ha investito in conoscenze adatte a predisporlo ad una valutazione equilibrata e quindi critica che sfugge alle maglie del percorso spesso senza riflessione della maggioranza e quindi per ogni problema il numero dei critici intenditori (se mi passi il termine) risulta esiguo. Forse, se il senso della responsabilità permeasse la nostra società, si potrebbe decidere di delegare la scelta ad un soggetto che riscuote seriamente fiducia in quanto depositario di una capacità non comune di rapportarsi a quel settore e quindi detentore di una criticità ragionata e ottimale invece che ad una massa che esprime l’idea poco critica della maggioranza. In sostanza è necessario sforzarsi di porre in essere un ragionamento critico sulle tutte le questioni , predisponendo tutte le risorse necessarie, e quindi affidarsi al proprio personale senso critico, mantenendo la maggiore distanza possibile da una ideologia prevalentemente commerciale che tende ad ingenerare falsi bisogni o a presentare come irrinunciabili determinati comportamenti. Tuttavia data l’impossibilità di scegliere davvero consapevolmente e criticamente in tutti gli ambiti del quotidiano stante la straordinaria mole di informazioni necessarie, credo che una soluzione potrebbe essere affidarsi più alla qualità ( le qualità del critico scelto) che alla quantità di scelte nello stesso senso (la maggioranza). Ovviamente, se applicata a tutti gli ambiti del vivere quotidiano, questa soluzione produrrebbe poi effetti da valutare, fra cui, in taluni settori, anche la carenza di risorse per soddisfare le scelte di tutti qualora davvero si formasse una maggioranza consapevole. |
17-03-2008, 13.51.45 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Ciò che è migliore è sgradito ai più?
Citazione:
gentile dora grazie per il tuo intervento ponderato. Il problema che ho posto è classico e ormai credo sia condizionato da fattori istintuali-genetici e culturali-ambientali. Si tratta del condizionamento della maggioranza verificato da molte sperimentazioni . Nota quella dello psicologo sociale statunitense Zimbardo. Ad esempio, in un gruppo ci sono vari collaboratori dello uno psicologo che affermano di vedere due segmenti perfettamente uguali. Invece c'è una sensibile differenza. Ebbene si chiede, a chi prima non è stato istruito sulla risposta da dare, la stessa cosa e afferma anche lui che i segmenti sono uguali, perchè ... chi l'ha preceduto così ha visto, e lui non vorrebbe ...sbagliarsi Ci sarebbe anche una battuta un po' volgaruccia ma illuminante: “miliardi di mosche non possono sbagliarsi nella scelta del cibo da preferire, e così ho deciso di assaggiare anch'io” Fa parte pure di quelle trappole mentali in cui è facile cadere. Anche qui mi si disse più o meno: cento opinioni che confermano un'idea sono più valide di una sola. Ovviamente ciò disconfermerebbe le omologazioni di massa,; la lettura del bestseller in classifica sarebbe ritenuto un capolavoro tout court anche se è di una mediocrità impressionante; il kitsch sarebbe vera arte, i film di Boldi e de Sica passerebbero alla storia del cinema per il loro enorme successo; e infine, i nick virtuali che ottengono migliaia di interventi e di consensi dicono cose che sono vangelo , di rara profondità e acume, forse geniali. Ora se vuoi continua un po' tu e spero di reincontrarti al forum Se vuoi, puoi dare un'occhaita pure al post che ho inviato a veraluce, dove cerco di inquadrare il tema in un contesto più ampio. |
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17-03-2008, 17.00.54 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-08-2007
Messaggi: 603
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Riferimento: Ciò che è migliore è sgradito ai più?
Ehi Arsenio, grazie per il super-post tutto per me...
...comprendo ciò che hai esposto (sono riuscita a leggere fino alla fine! )... ...ma quali sono le ragioni per cui, in una società come la nostra, in cui tutto è a portata di mano in termini di conoscenza, si giunge a non valorizzare ciò che realmente occorre per migliorare le condizioni di convivenza, e a perpetuare invece stili di vita (atteggiamenti, comportamenti, etc) in fin dei conti deleteri e anche autolesionistici? Per pigrizia? Comodità? O...? Inoltre quali sono quelle capacità che mi permettono di essere una "animale (veramente) sociale" (così dice una mia cara amica), mantenendo allo stesso tempo il pieno rispetto della mia individualità? Buona serata a te! P.S.: In riferimento al fatto che poche persone ad oggi mantengono un dialogo con te... beh, potrebbero esserci tante motivazioni per questo... non credo che chi magari ha avuto qualche divergenza di opinione con te non apprezzi te o le tue conoscenze... ...in questo luogo virtuale è sempre tanto facile equivocare quanto è molto difficile poi arrivare a chiarirsi e a superare codesti equivoci... pensa che io ho messo a dura prova la pazienza di molte persone qui dentro (ne sa qualcosa Espert, il quale prima o poi mi eviterà di sicuro )... |
19-03-2008, 11.22.20 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Ciò che è migliore è sgradito ai più?
Citazione:
Dolce veraluce alla bontà anche la “poesia” deve rendere omaggio quando apro un tuo post buchi la crosta di ghiaccio del monitor e ne emana tepore. Tu già sei un animaletto sociale e nel contempo sei te stessa. Tra valori sociali e individuali c'è sempre una conflittualità, che si risolve con un compromesso, tra il bisogno irrinunciabile degli altri e l'esigenza di uno spazio di autonomia: perfino, o forse soprattutto, nel rapporti di coppia e nelle amicizie. In ogni caso saper bastare a se stessi autoaccettandosi, ma sempre riconoscendo, anche con l'aiuto di altri, le proprie potenzialità e risorse da rendere manifeste, per non trasformare la vita in una sterile attesa in cui si “va sempre bene come si è”. Fa parte della maturità pure psicoaffettiva, che denota sicurezza, libertà, creatività. Dipendere rigidamente dagli altri, ad ogni stadio di vita, impoverisce la propria identità. E in definitiva rimarrà solo chi è incapace di una socializzante affettività. Infine, se i pur numerosi contatti umani sono qualitativamente poveri, non alleviano la solitudine. In tal caso è preferibile un produttivo stare soli per riflettere e conoscersi,piuttosto che svendersi con persone sgradevoli o insignificanti. Anche in tale ambito ritorma il concetto di una scelta che privilegi la qualità e non la quantità. In quanto alla tua domanda, perchè non riusciamo discernere, valorizzare, scegliere il “meglio”, ciò è dovuto principalmente al fatto che si nasce, cresce, invecchia, in conformità dell'immagine socio-culturale del gruppo o gruppi a cui si appartiene, famiglia e società compresa. E le “felicità” indicate sono elaborate da miti collettivi storicamente condizionati. La maturità non coincide con un numero di anni, e a volte ci si inganna sul valore dei propri percorsi esperienziali, che non siano un'adesione acritica a criteri collettivi: anche se si sono fatte molte esperienze importa più cosa si è realmente ricavato dai sottesi vissuti. Succede spesso che proprio durante la giovinezza non si riescono o non si vogliono, tralasciare i modelli anonimi e prefabbricati tipici a quell'età. Si sarà un giorno in grado di cambiare per scelte più gratificanti? La risposta ai posteri Avevo allargato tale argomento,credo in “La droga che fa per noi” , ma nessuno vi ha partecipato. Le droghe, le dipendenze, i modi d' impiegare il tempo, i miti ed i riti contemporanei ecc. del terzo millennio, li conosciamo bene. Come puoi constatare oggi certi valori - ma per me non sono quelli retorici con la maiuscola - a cui io do molta importanza sono tramontati, non capiti, derisi. In quanto alla responsabilità delle madri non l'ho mai tralasciata. Il rapporto con la madre è sempre fondamentale e oggi è più che mai e approvata la teoria dell' attaccamento sicuro in cui il rapporto madre-bambino è fondamentale, per un primo rapporto, molto affettivo, autorevole, democratico. Non iperprotettivo o lassista. Ne avevo parlato, anche riguardo a testimonianze dirette di mia figlia educatrice e cultrice di strategie educative. Pure riguardo a gravi carenze educative dei genitori con cui è a contatto. Come sbagliati sistemi, personali modelli e soprattutto nessuna educazione ad una corretta fruizione di tivù,strumenti audovisivi, nessuna lettura stimolata né racconti di fiabe, ecc. I bambini oggi, già alla scuola dell'infanzia sono tutti psichicamente disturbati pur non soffrendo nulla di organico. I genitori sono i veri bulli, i veri frustrati che inducono le bambine di quattro anni a simulare sfilate da top-model a casa e che poi replicano a scuola. ricambio con una poesiola mia: Incontro d'aprile Ricordo nella stagione ancora morta d'un aprile appena all'inizio, in una stazione balneare t'aspettavo come d'accordo sull'arenile presso un vetusto pontile che avanzava lungo il mare. Ero straniato in quell'atmosfera di luce crepuscolare e diffusa, in contrasto con quella già a me nota della spiaggia solatia e gremita dell'estate invasa dal brulicare della folla chiassosa. Ed ora il meriggiare mi pareva pallido e assorto come quello cantato da Montale. T'ho riconosciuta a distanza dall'agile figura e parvenza. Il sole instabile disparve e un brivido per repentina brezza ci sorprese sul litorale ancor più languido e più smorto. Trascorsero le ore e d'intesa s'interruppe il nostro discorso , come per un' attesa. Per fuggire l'uggia cominciammo a rincorrerci sulla battigia tra grumi di conchiglie frante ed alghe a gruppi raggrumate come fiocchi di nera bambagia,finché ci colse un grande affanno. Non l'ho più dimenticata la chiave che girava nella serratura arrugginita, né il cigolio dei cardini mentre aprivo la porta del capanno arsenio |
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