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le icone dell'effimero
Le icone dell'effimero
Nella società dell'effimero certi riferimenti a cui adeguare i propri consensi e stili di vita cambiano con sorprendente rapidità. Ad esempio, riprendendo il discorso sui sogni ad occhi aperti femminili, sono in declino , o hanno assunto altre sfumature di significato, certi “eroi” che avevano il primato. Come i principi (diventati ignobili, reali o azzurri che siano); i playboy (patetici e maschilisti fuori tempo); i cowboy (ora in odor di gay); gli Indiana Jones ( ingrigiti settantenni), ecc. Oggi le nuove icone che orientano mode gusti ed emozioni sono alcune predilette ed emergenti star, personaggi ammirati anche fuori dal set. Più perchè raffigurano suggestioni collettive, che per loro qualità individuali in se stesse. Come successe negli anni '20 per il mitico Rodolfo Valentino, negli anni 50 per Mike Bongiorno, primo idolo da quiz, acclamato da folle di spettatori deliranti. Ma anche in una più dimessa quotidianità, le donne finiscono per innamorarsi di maschi ammirati pure dalle altre. Sovente sono leader dal basso spessore etico e culturale. Tuttavia avevo già fatto notare che le loro infatuazioni e desideri, in ambito amoroso ed erotico, non sono rigidamente categorizzabili entro schemi prefissati. Né sono sicuro che certi tipi d'uomo , in teoria presunti oggetti del desiderio, qualora incarnati, susciterebbero davvero la loro concupiscenza. Ad esempio oggi si dice che l'uomo “femminile”, nel senso di più relazionale, comunicativo ed empatico, potrebbe rendere felici le donne sempre inascoltate proprio da chi protesta il suo amore. Da non confondere con gli effeminati, come certi divi ambigui, o i femminilizzati pavoni. Poco riconosciuto, fuori dagli attuali clichè che popolano l'immaginario femminile. Come potrebbe competere con gl' isolani famosi, con i dottori house e bella compagnia?
Le scienze psico-sociologiche verificano e demistificano i meccanismi di persuasione e relativi comportamenti indotti, ma chi ne legge ormai la pur ampia saggistica? O certi illuminanti articoli culturali?
L'uomo massificato, livellato e passivo fruitore, ha aspirazioni che non vanno oltre i modelli di vita dominanti, propagandati e diffusi. Le masse, anche se emancipate nel loro tenore di vita, sono in effetti sottomesse a un inconsapevole processo di alienazione,determinato dalla persuasione esercitata dal potere economico e politico, tramite l'industria culturale ed i media che inducono l'uniformità di comportamenti e modi di pensare. E non si diventa se stessi se si privilegia l'avere sull'essere, pur messo da tutti al primo posto, ma soltanto a parole. Perchè anche nei sondaggi si afferma sempre quello che si ritiene lodevole affermare. Sono queste tematiche che si trovano già in testi classici e storici, ma ancora attualissimi,di studiosi di tali incipienti fenomeni nella società americana tra gli anni'40 e '60. ( Es. Dialettica dell'illuminismo , di Adorno, L'uomo a una dimensione, di Marcuse, I persuasori occulti, di Packard, ecc.)
E' sempre più difficile che maschi e femmine s' inseriscano in un processo di autonoma costruzione della propria individualità. Pochi si riscattano da norme ispirate a criteri collettivi e da una concezione rigida di supino adeguamento a sogni e desideri eterodiretti, a schemi comportamentali e ideativi sottoculturali. Le nuove cattedrali nel deserto del consumismo sono i megasupermarket, sempre più numerosi; le wikipedie fai-da-te sono diventate i vangeli della sapienza,; non c'è altra cultura all'infuori di quella assorbita acriticamente dai monitor; le nuove etiche sono quelle promosse dall' ideolgia tecnologica.
Che fare? Occorrerebbe una preventiva educazione ,dove scuola e famiglia collaborassero, proponendo precoci decondizionamenti e filtri selettivi; nuove figure didattiche come il media educator, gli ecologi dei media quale antidoto agli inquinamenti della mente,ecc.
Oggi già alle scuole materne capita di vedere bambine di quattro anni infilarsi due palline sotto la maglietta, prendere un qualsiasi oggetto a mo' di microfono, e con consumata maestria e leziose smorfiette, dimenarsi dicendo di essere veline che ballano, top model o miss che sfilano; gioco prediletto anche a casa, a detta delle mamme; rockstar, ecc. I maschietti sono tutti campioncini del calcio o altri prevedibili stereotipi di quella tivù che arrivano a guardare, in uno stato d'ipnosi, fino a cinque ore al giorno con l'approvazione delle famiglie, ormai d'ogni estrazione sociale. E la benevola tolleranza, se non accondiscendenza, degli educatori.
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