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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
31-08-2007, 15.02.47 | #5 |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Riferimento: Osservazione (di sé?)...
Ondeggio in questa casa vuota, piena di niente... lo sguardo di cui parlo non è -atto di volontà-, teso ad una sorta di cosciente miglioramento morale-etico-spirituale, ma bagliore d’istante -involontario- che l’essere fa venir in luce ora, proprio in questi momenti; non so se si tratti propriamente di “osservazione di sé”, ma qui qualcuno che osserva c’è ed io vedo ciò che vede e non è semplice, a volte, evitare che la testa m’inizi a pulsare di brutto. Quest’osservazione, non più tanto sfuggevole adesso, mi spinge dall’orlo all’abisso, giù in basso a chiedermi che ci faccio qui e, per quanto in passato non poco mi sia domandato in tal senso, non è domanda di trastullo filosofico, modo per “passare il tempo” ed ornare la mente, come se il tempo, miele prezioso, potesse essere sostanza annoiante e noiosa, il cui palpitare sia il più possibile da rifuggire, questo mi pare il mondo d’oggi; non è tutto ciò, dicevo, ma impellente bisogno della mia essenza e mi rendo conto di quanto sia complesso “starmi vicino”, io stesso faccio fatica in tal senso, piccola barchetta in questo mare tumultuoso di mutazioni.
Comunque sia, mi sono accorto che solo in viaggio, anche “fisico”, possa per il momento attingere alle mie più intime profondità, come se l’altro che mi guarda fossi, in quel caso, io perennemente, centro della realtà che muta e non periferia asfittica di una casa ferma. Quell’altro, che sono io, esige ora il suo pesante tributo di viaggio ed io, che sono io, non so che fare. So che tanta energia e tante “opportunità” di “crescita” siano qui, pronte ad essere accolte dalle mie mani e trasformarsi in quel percorso cosciente di “ricordo di sé”, di cui parla il vagabondo (leggerò), ma per ora il concetto del “ciò che è” crea in me solo una sorta di rigetto e non è che poi possa farci molto, cerco di seguire la corrente di ciò che sento, spontaneamente non oppormi, rispondendomi “razionalmente” che non c’è nulla di sbagliato e forse attingendo proprio dalla tradizione che adora e magnifica l’osannato “cio che è” (su ciò non c’è giudizio in profondità in me, anche se sembra). Sono cosciente, dunque, della potenza (potenzialità) del mio momento e d’altronde pure spaventato da questo potere che pare a volte ridurmi ad un punto di nulla. Uno dei miei problemi, credo, è stato ed è quello di chiedere “aiuto”, un sostegno e mi rendo conto che anche in questi confronti cerco forse di mascherar-mi, di mascherare me a me; già il fatto che ne sia cosciente penso sia buono, poi devo vedere quanta di questa coscienza sia veramente scesa in profondità in me. Dunque vi chiedo consiglio e se avete compreso ciò che ho scritto ed in caso lo vogliate, chiedermi chiarimenti; questo penso possa aiutarmi un po’ a smascherar-mi... Ho troppa mente in mezzo, non c'è che dire... qualcuno ha un bastone zen a portata di mano? ... A. |
31-08-2007, 18.44.54 | #6 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 22-08-2007
Messaggi: 152
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Riferimento: Osservazione (di sé?)...
Citazione:
E dove lo trovi un bastone zen in mezzo a tutta quella folla? Tu, la co-scienza di (un) te, l'osservatore che "si" osserva mentre osserva il processo di osservazione, l'essenza e l'assenza, le profondità dell'io e l'altro che le sonda, o le profondità dell'altro e l'io che ne fugge...Un vedantino direbbe che con tutta quella gente è un festival dell'Unità ( o della non-dualità) |
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02-09-2007, 10.29.10 | #10 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: Risposte...
Citazione:
... il procacciarsi battaglie contro un NON sé. Come nelle finestre di Rothko, come nella poetica di Balthus? l'idderva |
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