Sono dei superficiali...O forse hanno sviluppato una capacità di adattamento che per qualcuno (la maggioranza?) è innata,per altri no.
Ora devo uscire,ma ti consiglio un testo che mi ha aiutato moltissimo,che ho già citato in questo forum,ma di cui non mi stanco di tessere l'elogio:
"Donne che corrono con i lupi" (di Clarissa Pinkola Estes-edizioni Frassinelli)
In un capitolo,che si chiama,se non ricordo male,proprio "La grazia dell'appartenenza",spiega e chiarisce cosa significhi sentirsi condannate a una sorta di esilio perpertuo,a una solitudine interpersonale senza redenzione,ai conseguenti sensi di colpa...In genere è l'esperienza comune a donne capaci di grandissima creatività,repressa sin da piccole dall'obbligo a comportarsi "come le altre bambine",insomma a conformarsi a standars emotivi e comportamentali che non sono i propri...
Ne riparleremo,a presto
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