RESPIRAZZURRO
Data registrazione: 19-12-2002
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L'interesse del disinteresse
Ci si interessa di tutto.Troppo.
Mi spaventa l'ignoranza circa l'ineluttabilità del disinteresse.
Il disinteresse è (come è indicato chiaramente dal prefisso della parola stessa)interesse moltiplicato,interesse arricchito che si autoporta al sostrato del vero lasciando questa crosta infetta.Qui esplode il significato.Il disinteresse dell'interesse è il sano interesse.
E' ora di smettere di vivere la vita,la vita,a questo punto,bisogna vederla vivere.
Piu' ci si sbraccia tutti imbellettati per essere approvati dall' "io", che poi si crede che sia quella voce cretina (alimentata col costosissimo carburante chiamato orgoglio o amor proprio come preferite) che sembra dica "Fai questo,non fare quello,ti piace questo,non ti piace questo",più ci si disperde per mari senza orizzonti ne abissi.
E poi...il lavoro,caro giogo santificato dal somaro che c'è in tutti.Mi perdo in scintillanti briciole di disprezzo quando lo vedo idolatrato.
Per ostinarsi a voler vivere la vita l'uomo ha capito e realizzato la terribile necessità del lavoro,annullarsi,disperdere forzosamente le sue giornate nel sopracitato interesse,e ben compresibilmente,ad un certo punto,si e' sentito un po' cretino,un po' demente,insomma,diciamolo,l'uo mo era triste nel sapere che avrebbe potuto prevedere la sua vita per i prossimi millenni.Il metallico ritmo del tempo lavorativo avrebbe scandito tutto la sua relativa vita,vie di fuga?Nessuna.Possibili cure lenitive?Una sola:astrarre dal lavoro un'arbitrario significato sconfinante il mero fatto concreto.Ecco sentite i vagiti nauseabondi?E' nata la morale del lavoro,il fatto intrinseco alla cazzuola,dico io.Così l'animale umano ha continuato a sudare e colpire al cuore il suo tempo ma mentre era chino,sull'opra intento a lavorar,comparve un sorrisetto beffardo,di chi sapeva di compiere un qualcosa che gratificava soprattutto, più che il salvadanaio,l'anima,naturalmen te...
Nel pluriverso,intanto,si era sparsa la voce che qua in terra era già iniziata la grave malattia per la quale poi,in futuro,ognuno avrebbe potuto dire quello che pensava,e cosi scese dal cielo qualcuno che finalmente disse almeno qualcosa di estremo,scavalcando le mezze misure anchilosate dell'individuo .Ma gli uomini,come al solito, esagerarono nelle loro mezze misure e con un grande celofan confezionarono tutto l'affare religioso(che magari sarebbe potuto anche essere piu' stimolante) lo posero nello scaffale"Cose per credere che abbiamo un sub-strato"e lo catalogarono come "Valore n°1"(sarebbe dovuto essere numero due,ma il divino non avrebbe gradito).Stabilite la basi di partenza,il lavoro e la religione,si innescò una reazione a catena identica a quella nucleare che è gia' sfociata nella grande esplosione della perdita totale della verità,una ragnatela che si espandeva a dismisura e che generava altre piccole ragnatele.Da qui è nato il popolone,grasso,inutile e ingombrante dei valori,che come polvere nei polmoni hanno sempre impedito all'uomo di respirare,Mio Dio,di respirare...
Procedendo oltre,la malattia era gia' in stato avanzato e cessarono le ultime dittature,comunque colpevoli di aver "Dettato"al popolo grandi e noiose idiozie,sempre partigiane,nè di qua,nè di là,in mezzo,mai veramente assolute,impregnate anch'esse della fantasiosa concezione del valore del valore.Ma oggi,cari seguaci della setta triadica dell'Inglese ,dell'Opportunità e dell'Esperienza(dell'esperibil e,quindi non esperienza),sguazzate nel lago malsano della democrazia,dove tutto è aperto a tutti,la qual cosa ha prodotto quasi sempre morti che respirano,cenere sul grigio.
Questo mondo è una bocca aperta piena di fantocci che urlano di esserci.La generazione non è rigenerazione,ma involuzione.
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