interrsante, sì
infiniti mondo un dentro l'altro, sì
continua con la seconda e ultima parte della storia:
Contro il metodo analitico, o riduzionistico di Cartesio, il pensiero sistemico, afferma che le proprietà essenziali di un organismo, o sistema vivente, sono proprietà del tutto, che nessuna delle sue parti possiede. Esse nascono dalle relazioni e interazioni delle parti. Tali proprietà vanno distrutte quando il sistema viene sezionato, materialmente o teoricamente, in elementi isolati. Anche se possiamo distinguere parti singole in ogni sistema, queste non sono isolate, e la natura del tutto è sempre differente dalla mera somma delle parti.
Ma fu in fisica che avvenne lo shock maggiore per quanto riguarda la toeria riduzionista. Da newton in poi i fisici avevano creduto che tutti i fenomeni potessero essere ridotti alle proprietà di particelle materiali rigide e solide. Negli anni Venti, tuttavia, la teoria dei quanti li costrinse ad ammettere che a livello subatomico gli oggetti materiali della fisica classica di dissolvono in schemi ondulatori di probabilità. Schemi che oltretutto rapresentano porbabilità di interconnessioni. Le particelle subatomiche non sono “cose”, ma si possono comprendere solo come correlazioni fra processi dstinti di osservazione e misurazione. Heisemberg disse: “Il mondo appare come un complicato tessuto di eventi, in cui rapporti di diversi tipi si alternano, si sovrappongono e si combinano, determinando in tal modo la struttura del tutto.”
Parallelamente in Germania si andava sviluppando anche la psicologia della gestalt (che vuol dire forma animata, a differenza di “form” che è inanimata). Questi studiosi vedevano nella forma uno schema non riducibile di percezione. Gli organsimi viventi non percepiscono le cose in termini di elementi isolati, ma come strutture integrate, totalità organizzate dotate di significato, con qualità che sono assenti nelle loro parti.
Molto importante per concludere, l’aspetto ecologico. Il termine ecologia, dal greco oikos (dimora) fu coniato da Ernst Haeckel nel 1866, che lo definì come “la scienza delle relazioni fra l’organismo e il mondo esterno circostante”. Nel 1909 fu usata per la prima volta la parola “ambiente” (umwelt). Negli anni Venti si parlò delle catene alimentari come il principio centrale di organizzazione all’interno delle comunità animali. Per le comunità dapprima fu coniato il termine “superorganismo”, che dopo un dibattito decennale venne sostituito da “ecosistema”. Fu introdotto anche il termine “biosfera”. Secondo alcuni la vita era una “forza geologica” che in parte crea e in parte controlla l’abiente planetario. Teoria vicina all’odierna “ipotesi” di Gaia, sviluppata da James Lovelock e Lynn Marguliss negli anni Settanta.
L’ecologia arrichì il pensiero sistemico con l’introduzione dei concetti di comunità e rete. Attraverso l’evoluzione alcune di queste comunità sono diventate così strettamente intrecciate che l’intero sistema somiglia a un grande organsimo. Api e formiche non sono in grado di vivere da sole, ma riunite in gran numero agiscono come le cellule di un organsimo complesso dotatao di intellgenza collettiva e di capacità di adattamento di gran lunga superiori rispetto ai suoi membri singoli.
La “trama della vita” è un’idea antica che ha ripreso vigore. La concezione dei sistemi viventi come reti fornisce una prospettiva insolita alle cosidette “gerarchie” in natura. Poiché a ogni livello i sistemi viventi sono reti, dobbiamo visualizzare la trama della vita come sistemi viventi (reti) che interagiscono in una struttura a rete con altri sistemi che sono a loro volta reti. Reti all’interno di reti. A ogni scala di ingrandimento, in osservazioni più ravvicinate, i nodi della rete si rivelano come reti più piccole. L’idea di una “piramide” è sbagliata: in natura non c’è sopra e sotto. Ci sono solo reti dentro altre reti.