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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
04-11-2002, 21.53.48 | #3 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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Porgi l'altra guancia,preoccupati del prossimo..a te non pensare,no..non pensare ai tuoi problemi,c'è sempre chi sta peggio di te...guarda come soffrono quei poveri uomini,dai,soffri anche tu per loro...compatiscili,mortificat i...tu non hai il diritto di stare bene quando ci sono altre persone in quelle condizioni...blababla...bleahb leahbleah....intanto ci pensiamo noi...tu pensa a soffrire e a compatire,al resto ci pensiamo noi...non cercare di migliorare la tua posizione,non cercare di essere felice...c'è tanta gente che muore ogni giorno!
Questo è il modo di ragionare che da 2000 anni ha la chiesa cattolica,e che ultimamente ha anche il goveno italiano appoggiato dai media(ormai con Berlusconi:governo=media).Bast a vedere le ultime vicende di cronaca.... Allora guardiamo sempre verso il basso!Se il mio punto di riferimento è chi sta peggio di me siamo a posto!Non faro mai un passo verso il progresso.E comunque Nietzsche non era misantropo,lui esaltava l'amicizia e la filantropia,(se alla base di queste stavano rapporti cristallini e puri,e non basati sul reciproco compatimento o su altri sentimenti torbidi.) |
05-11-2002, 02.33.34 | #4 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1
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Esiste un sottile filo che separa il buonismo dal non farsi carico delle problematiche altrui. Si chiama equilibrio.
Uno dei comandamenti impone: "ama il prossimo tuo come te stesso". Ciò implica anche il prendersi cura della propria "persona". Quindi direi che più che gli uomini di Chiesa, se cattolici, sia necessario seguire la parola di Dio. Purtroppo la storia ci insegna che l'uomo ha sempre rivoltato a proprio uso e consumo ogni "dottrina", la Chiesa fa altrettanto strumentalizzando ogni parola della Bibbia. Seguire un percorso è una questione di scelte consapevoli, saper decidere quali siano i propri canoni e metterli in pratica con coerenza, saper dare e saper ricevere senza mai dimenticare che le nostre esigenze si scontrano prima o poi con quelle altrui. Ribadisco il concetto dell'equilibrio, senza esso continueremo a navigare in acque perigliose. Scusate l'esordio.. Un sorriso <<acqua>> |
05-11-2002, 15.37.50 | #5 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 01-09-2002
Messaggi: 63
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Ma dov'è?
...Va bene... D'accordo... Ma sapresti indicarmi dove si trova questo equlibrio? Non ti pare che questo senso di equilibrio sia soggettivo? Penso che anche chi uccide lo fa per togliere un suo stato di tensione, quindi, tutto sommato, per ritrovare un SUO equilibrio...
Saluti. carlostogi |
05-11-2002, 18.49.34 | #6 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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“Quando l’uomo meditando su se stesso, scopre in sé una serie di difetti, non deve cercare di violentarsi per non avere più difetti, ma deve prendere atto delle sue limitazioni, e, attraverso il meccanismo del porre attenzione e del capire, giungere al comprendere e al superare.”
“È giusto, però, che nel momento in cui qualcuno di voi agisse secondo un impulso e con questa sua azione avesse a portare danno ai suoi simili, è giusto che cercasse di reprimersi.” (“Maestro, perché?”- scuola del cerchio di Firenze 77) Comunque non mi preoccupo più di tanto che il mondo è pieno di santi. La stragrande maggioranza abbiamo tutti questi difetti. La differenza sta solo nella piena consapevolezza. Tutto il resto: chiacchiere. O l’illusione di essere migliori degli altri Citazione:
Chi inghiotte troppo senza difendersi se non è un santo, prima o poi si ribellerà. Ed esiste ancora una sottile linea rossa che ci separa dalla pazzia. |
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05-11-2002, 21.03.03 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Filosofando....
L’egoismo è sicuramente una delle peculiarità umane, perché la coscienza, (intesa come capacità cognitiva), parte dal centro di ogni individuo e, nella percezione di ciascuno di noi, il suo io, la sua auto-immagine viene per prima. Questo fa dell’individuo un entità fortemente antisociale perché, in virtù della sua stessa struttura, penserà inevitabilmente prima a se che agli altri.
La società/cultura per vincere questa peculiarità, che non è funzionale per le strutture sociali e plurali, ha propagandato l’altruismo creando un’aberrazione ancora più mostruosa perché l’amore non può nascere da un atto volitivo. Nella confusione dei valori quello che ne ha fatto le spese è stato il piacere, (la gioia di vivere), e ne è nata una genia di infelici, (l’uomo delle opulente città occidentali). Infatti, soddisfatti i bisogni primari di cibo ed un tetto, l’opulento occidentale si è guardato attorno alla ricerca del “valore” e quello che ha visto è stato il vuoto. Confusione e vuoto hanno spinto il nostro uomo ad eleggere a valore assoluto il “bene materiale” ed a sposare la peggiore delle libertà, cioè la libertà di mercato. ………. Dalla padella nella brace. Caduto il messaggio religioso di oriente e di occidente a causa della sua improponibilità. Caduto il bene materiale a causa della sua vuotezza intrinseca questo uomo, due volte sapiens, sembra brancolare in una sorta di limbo ideologico dove più nulla ha senso. E’ il forfait dell’intelletto che, nel silenzio dei “soloni”, denuncia la sua incapacità a gestire il problema. Ma se c’è un problema c’è anche una soluzione. Le due cose vanno assieme. E la soluzione potrebbe essere quella di stralciare la conoscenza di noi stessi acquisita dagli input socioculturali per accedere ad una conoscenza più vera e più nostra. Mettete che in quella ricerca scoprite che: - invece di essere un corpo-mente che inizia dalla punta dei vostri capelli e finisce alle unghie dei piedi, scoprite che iniziate nel centro dove inizia la percezione e finite dove finisce la vostra percezione – Se scopriste che invece di essere un ometto piccolo, siete un omone grande che include le cose e persone che lo circondano, certamente crescerebbe anche il vostro egoismo e voi curereste con reale amore tutto ciò che vi circonda come prima curavate voi stessi. Ed ecco che il problema dell’egoismo si risolverebbe da se. L’uomo di cui parla Nietsche, per quel poco che ho letto, è un omone grande e non ha nulla a che vedere con gli ometti piccoli, (e pelati). Io non ho dubbi sul fatto che, la mia risposta/proposta vi risulti un po’ assurda, ma, vorrei lasciarvi, (per questo post…. non fregatevi già le mani)... con una domanda....... - sapete realmente chi o cosa siete? – Permettetemi l’arroganza della certezza assolata: -No non lo sapete!– e quindi potrei avere sbagliato ma potrei anche averci visto giusto........ Ai posteri l’ardua sentenza. |
06-11-2002, 06.46.17 | #8 | |
tra sogno ed estasi...
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Innanzitutto...buongiorno....
Ho voluto attendere prima di rispondere per vedere se qualcuno mi dava una risposta al quesito posto. Ho citato questo brano per un semplice motivo... L'uomo alla ricerca della conoscenza deve penetrare i misteri dell'esistenza, per farlo è necessario porsi dalla parte dell'osservatore silenzioso, mi spiego, osservare e comprendere...qualcuno ha usato la parola equilibrio, bene..questo è uno dei punti a mio avviso. Tutti siamo avvolti in una sorta di nebbia composta dalla nostra morale, religione e cultura....la mia domanda era questa....secondo voi, è possibile che per vedere oltre la semplice apparenza sia necessario "spogliarsi" di quelle catene che ci legano a ciò che ho menzionato sopra? Citazione:
Ecco il punto...... capire chi siamo.... In questo non ci aiuta la fede, e neppure la scienza...fintanto che cammineranno su strade separate..... Allora poniamoci come semplici osservatori....senza un credo, senza una filosofia di vita....togliamoci ogni pregiudizio ed ogni fede....è possibile "vedere" ora? |
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06-11-2002, 12.43.00 | #9 |
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Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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Si,Nietzsche afferma che bisogna essere amorali e non condizionati nel proprio giudizio dalla cultura...agire come un fanciullo,spontaneamente e ingenuamente...porsi di fronte al mondo e alla vita in modo semplice e spontaneo.L'unico "schema" da seguire è quello soggettivo,il nostro io,la nostra essenza...l'io è al centro di tutto,anche della nostra visione del reale...questa è la vera libertà,sapere che la realtà noi non possiamo conoscerla se non tramite il filtro della nostra soggettività.Ciò che dice VanLag è giusto...il proprio io si espande a tutta la realtà...ma non scompare,è sempre presente...anzi,è il centro di ogni cosa!Per questo è importante l'egoismo....Io,deirdre,comunq ue non parlerei di Verità con la v maiuscola...perchè questa,sempre se esiste,non possiamo conoscerla....possiamo conoscere solo la nostra verità....
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06-11-2002, 14.37.26 | #10 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Ciao Cat...
allora, mi piace molto la tua risposta anche se, come saprai, amo fare il bastian contrario quindi, ecco le mie obiezioni: 1) Il ns. vero io è la nostra anima, quindi prima di poter penetrare i misteri dell'universo è necessario conoscere il ns. mistero...ovvero chi siamo? Domanda posta anche da Van Lag 2) Tu mi dico di non scrivere Verità con la v maiuscola poichè essa non esiste. Potrei dirti che la possibilità d'esistenza della Verità assoluta è uguale a quella della sua non esistenza....allora adesso che si fa? 3) Togliamo la morale, il credo, l'ideologia...cosa rimane? Il nostro vero io? ciao ciao |