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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
25-08-2005, 20.43.40 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
Non so se ti può servire ma ho trovato questa ipotesi, sull’origine della trasmigrazione delle anime (in un lungo scritto sull'ellenismo, http://www.homolaicus.com/teoria/fil.../ellenismo.htm ). ………La più antica religione indiana è quella dei Veda: di stampo naturalistico, adora sotto forma di divinità le forze della natura, presenta un sacrificio con cui si nutrono gli dei mentre non compare ancora la dottrina della trasmigrazione delle anime. La dottrina della trasmigrazione delle anime fa la sua apparizione nel Brahmanesimo, dottrina di carattere assai spirituale esposta nelle Upanishad. Suoi concetti fondamentali sono quelli di brahman (spirito universale) e atman (anima soggettiva). Questi due principi, che sono della stessa natura, sono destinati a coincidere nel brahman-atman. A questa unione è d'ostacolo il Karman, la legge di causalità determinata dalle vite precedenti che incatenano le anime ai corpi e al mondo fenomenico (samsara). Questo fino a quando esse non riusciranno a liberarsi dall'illusione sensibile (maya) attraverso l'ascesi, consistente nel superare l'io superficiale per trovare l'io profondo. L'assoluto, brahman, non è afferrabile positivamente, ma solo allontanando da lui tutte le attribuzioni fenomeniche (né...né...). Una volta realizzata l'unione filiale col brahman, costituita dall'estasi mistica, le negazioni potranno divenire affermazioni. Questa concezione offre lo schema di un panteismo di tipo spiritualistico e trascendentistico, di una teologia negativa, nonché di un'ascesi di puro tipo contemplatico quali si ritroveranno nell'ultima filosofia dell'Ellenismo, quella Neoplatonica. C’è anche una supposizione del collegamento tra indusimo e ellenismo sempre nello stesso scritto: - i primi contatti possono essere fatti risalire a Pitagora, i cui viaggi, così si dice, lo avrebbero portato a conoscere la dottrina della trasmigrazione delle anime. Aristotele parla di Zoroastro come di un precursore di Platone. Con Alessandro i contatti della Grecia con l'India e l'Iran si fanno più intensi e di conseguenza più forti sono gli influssi di queste filosofie sul pensiero greco. Se quello che dice l’articolo è vero la fase post-vedica o brahmanica ricopre circa dal 900 - 400 a.c. e quindi in quegli anni che ha preso corpo la teoria della trasmigrazione delle anime. P.S. Lo scritto è sull’ellenismo e la parentesi sull’induismo è incidentale, e secondo me imprecisa, visto che afferma ad esempio che – la più antica religione indiana è quella dei veda – affermazione che secondo le mie fonti è falsa, ma ci sono incappato per caso e, visto che da una possibile risposta alle tue domande, ho pensato di riportartela. |
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26-08-2005, 20.58.27 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Mi è venuto in mente questo passo della Bhagavad Gita dove Krishna parla ad Arjuna esortandolo a non affliggersi per la morte dei parenti/nemici. Egli dice: - Sebbene tu dica sagge parole, ti affliggi senza ragione. Il saggio non si lamenta nè per i vivi nè per i morti, in quanto sa che l'anima è eterna, che non nasce nè muore mai...........
......... Come l'anima incarnata sperimenta, in questo corpo, l'infanzia, la giovinezza e poi la vecchiaia, così' l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte. (che non è un corpo umano ma un corpo sottile o causale). Quello che è interessante è notare come, dalle parole di Krishna, sembrerebbe di poter capire che la concezione dell’Induismo ortodosso fosse quella dell’anima che dopo la morte continui ad esistere ma non più in una forma umana. Infatti Krishna, subito dopo, dice: - "Ma se anche tu credi che l'anima sia parte integrante di questo meccanismo di morti e rinascite, non hai ragione di lamentarti, in quanto la morte non sarebbe altro che un momento come un altro della storia dell'esistenza. Facendo intendere come nell’ortodossia induista fosse presente anche la corrente di pensiero che prevedeva la reincarnazione. Ora azzardare date con l’Induismo è sempre rischioso, però se collochiamo la “gita” in un arco temporale, dal VI secolo a.c. fino al I secolo d.c. (Ancient mi corregga se sbaglio), vediamo come questo pensiero va a sovrapporsi alla nascita ed alla diffusione del Buddismo, autorizzandoci a pensare che fu il Buddismo a sviluppare pienamente la teoria della trasmigrazione delle anime ma che tale teoria gli preesisteva. Nota: C’è un dato interessante oltre le informazioni sulla reincarnazione in questo passaggio e cioè la constatazione che ne ad Arjuna, ne a Krishna, sembrava importare più di tanto cosa ci fosse oltre la vita. Evidentemente in quel tempo storico la religione è ancora filosofia di vita. *** fine *** Un cazzeggio finale, (adatto a chi ha letto la gita) me lo concedete…..? Beh io vado..... - Mentre tornavo ho immaginato se mi fossi trovato io tra i due eserciti sul carro, guidato da Krishna come avrei reagito. - Gli avrei certo detto: - ma scusa Krishna, tu che sei il signore supremo non sai cosa c’è dopo la morte? Se si rinasce o no? – E lui mi avrebbe detto… - Ahh VanLaghèè, ma che te stai a dì? Stai qui tra due eserciti che se stanno per massacrà, devi decidere se partecipi o no alla tenzone e te metti a disquisì su quello che c’è stà de là – (il mio Krishna è di derivazione trasteverina). Ed io gli avrei detto: - ma veramente stò discorso sul giusto e lo sbagliato lo hai iniziato tu – A quel punto lui avrebbe guardato in alto con la sua aria di grande sapienza, avrebbe detto tra se e se: - ma San Gennà, tutti a mè me toccano i discepoli così tamarri – e poi rivolgendosi a me avrebbe detto: - namo avanti va che c’è sta ancora un sacco de capitoli da dì, e poi, altri 15 libri del poeta da finì, altrimenti qui se fa notte e perdiamo la conessione col forumme questa sera. Il resto ve lo risparmio anche perché non lo ricordo più ….. ma chissà se almeno Nemo leggerà? |