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Vecchio 01-11-2010, 10.35.54   #21
Giorgiosan
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Riferimento: ragione e istinto

Citazione:
Originalmente inviato da IoMia
Ciao a tutti, chiedo perdono per l'intromissione. Sono capitata per caso in questa discussione navigando nel web. Io credo che imparare ad ascoltare le nostre sensazioni sia di vitale importanza. Lo dico per esperienza perché col senno di poi vedo che i miei più gravi errori sono derivati tutti da una stessa causa: non ho seguito il mio istinto, le mie sensazioni. Sono sicura che seguirli sia la scelta migliore... mi chiedo soltanto come poterli affinare o come migliorare la nostra capacità di ascoltarli

Ciao IoMia.

Direi "istintivamente" che l'istinto dovrebbe essere sempre ascoltato, nel senso di accondiscendere, di farsi guidare, di farsi dare "indicazioni" operative da quello.


Premetto che l’approfondimento del significato di istinto è stato sollecitato dal 3d e che non ho molto grano macinato in dispensa e quindi approfitto per approfondire questo tema, cercando nei testi e nella rete indicazioni e suggestioni. Pertanto è più un happening per me che l’esplicazione di una convinzione già formatasi.

La psicologia classica contrapponeva l’istinto all’apprendimento intelligente; si può comprendere cosa significhi istinto osservando che, ad esempio, gli uccelli si costruiscono un nido la cui forma è standardizzata; si dice appunto che il nido è costruito per istinto ed il fine ultimo ed inconsapevole sarebbe la conservazione inconsapevole dell’individuo e della specie; l’istinto non cambia durante la vita dell’individuo né nelle generazioni successive di una stessa specie.
L’istinto induce sempre meno a dei comportamenti rigidi quanto più si sale nella scala evolutiva.
Per l’essere umano, quindi, le cose sono assai più complicate

Essendo stata citata la pulsione si è chiamata in causa la psicanalisi e quindi in primis le categorie freudiane.

Mi fermo qui in attesa di organizzare la materia e di produrre una sintesi e poi eventualmente una opinione.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 03-11-2010, 20.40.47   #22
ulysse
Ospite abituale
 
L'avatar di ulysse
 
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
Riferimento: ragione e istinto

Citazione:
Originalmente inviato da animabella
A volte un’improvvisa ansia ci assale, temiamo di qualcosa senza sapere bene di cosa. Lo chiamiamo sesto senso proprio perché spesso quella sensazione aveva ragione. Così oggi mi chiedo in base a cosa noi agiamo, comprendiamo, sentiamo. Ragione e istinto sono i primi attori di questa disputa. È meglio fidarsi del primo o del secondo? è meglio far interagire le due componenti? E se si, in che relazione? Egualitaria o di sopravvento di uno sull’altro? In base a cosa scegliamo di volta in volta di chi fidarci? Quali sono gli elementi qualificanti l’uno e l’altro modo di vivere?

In generale non credo si possa, di punto in bianco, scegliere l’uno a l’altro modo di vivere: dipende dal carattere scaturito dal proprio excursus vitae.
Ed anche non credo si possa sfuggire del tutto ad un certo razionalismo nel perseguire gli eventi: un chè di razionale c’è sempre…forse anche a nostra insaputa.
Tuttavia c’è chi si trova meglio nel gestirsi con prevalente razionalità, insistite riuscendoci sempre meglio, ma c’è anche chi si è perso d’animo ai primi fallimenti ed ha pensato sia preferibile, certo meno faticoso e impegnativo, perseguire le proprie pulsioni emozionali. Solo che anche qui occorre distinguere: se uno lo fa con criterio gli andrà bene e avrà successo, se invece si butta, perseguendo esclusivamente l’istinto o le pulsioni del momento è facile che toppi.

Ma cosa è l’istinto?
Mi provo a descrivere un semplice sistema “didattico” immaginario che, pur discosto dal sistema reale, potrebbe dare ragione di alcuni interrogativi.
Sarei comunque grato a chi volesse rendere lo schema meglio agibile…o esporne uno suo.

Nella mia mente,dunque, ancora abbastanza robotica, vedo un “istinto” come un neurone/robot (magari un insieme di robottini) che, eccitati dal percepito, reagiscono con azioni o processi programmati e inflessibilmente preordinati in sequenza interattiva a complessità crescente o ciclica.
Noi viventi, a partire dalle specie più primitive, siamo, in prevalenza, cerebralmente costituiti dalla somma di tanti robot interagenti, ciascuno dotato di un programma preordinato per specifiche funzioni è processi caratteristici della specie di appartenenza.

Con l’evoluzione psicobiologica verso “specie superiori”, i processi di adattamento a più sofisticate problematiche culturali e ambientali, tendono al sempre più numeroso e complesso ed anche i robot dovrebbero crescere in proporzione, oltre che numericamente, anche per complessità e diversità dei programmi.
Un sistema esclusivamente robotico che sopperisse ad ogni esigenza, non è più sostenibile, oltre certi livelli di complessità, se non con enorme dispendio di energie di programmazione.

Ora, con delusione di chi sosterrebbe che tutto in noi, pensieri, emozioni, azioni, ecc…sia causalmente preordinato e calcolato, l’evoluzione, nel suo procedere verso la complessità, ha trovato un escamotage economizzante.
Esso consisterebbe nello sviluppo del “Controllo Razionale”, cioè nel delegare sempre più l’adattamento ambientale delle nostre esigenze e pulsioni..(o viceversa), a speciali, innumeri, neuroni/robot dotati di “programmi aperti”.
I “programmi aperti o a larga flessibilità” si limitano ad impostare le pulsioni (orientamenti, talenti, ecc…), ma lasciano l’esplicazione delle risoluzioni finali alle risultanze scaturenti da processi di diverse reciproche combinazioni e interazioni piuttosto che a intrinseci programmi precostituiti

In sostanza gli stessi neuroni/robot,(10 miliardi per noi umani), diversamente raggruppati, danno soluzioni diverse in funzione della qualità ed efficacia del loro coordinamento e delle loro interazioni con numero di combinazioni e possibilità quasi infinite per infiniti possibili processi esplicati…magari anche processi di calcolo.
Processi innescati dalla nostra volontà, cioè dal nostro ”Io cosciente” magari in interazione programmata o in corrispondenza casuale con pulsioni ed esigenze affettivo/razionali intra/extra corpo: l'Io cosciente saremmo noi e rapprenta il soggetto di intrapresa e di controllo a retrosazione di ogni e di tutto il processo.

Dal sistema esposto appare che la volontarietà dei nostri pensieri, decisioni ed azioni è stata ed è una conquista continua del processo evolutivo verso la libertà dagli istinti e dalle stesse pulsioni!
Aspirare a ridare forza e a coltivare sensazioni, scaturenti, al limite, dall’intervento robotico dell’istinto, sarebbe come un regresso nelle nostre capacità auto-direttive: un regresso nella nostra libertà dagli istinti e dai sensi… come si direbbe volgarmente.
Certo il mondo animale, per ciascuna diversa soluzione biologica, ha specifiche facoltà psicofisiche per noi inarrivabili…ma alla fine, e globalmente, è la nostra capacità razionale che prevale.

Inversamente, quindi, tanto più scendiamo nella scala biologica tanto più i cosiddetti istinti (informazioni genetiche) sono forti, inevitabili ed essenziali per la sopravvivenza della specie di riferimento.
Viceversa salendo, già le tartarughine di mare, pur ad avanzato stadio evolutivo, escono dalle uova schiuse quasi contemporaneamente e si autodirigono, piccoli robottini, verso l’acqua... incoscienti e persino incapaci di chiedersi, in questo andare, se sia meglio seguire la ragione o l’istinto!

Nessuna libertà quindi…tanto che se invece che all’acqua dirigessero al monte, sarebbero punite con la morte, con l’inibizione a riprodursi per quel loro “programma” bacato.
Le tarturughine, giunte all’acqua, sono, quindi, inevitabilmente dotate di specifico programma che le porta a crescere e riprodursi…se non muoiono prima per altre ragioni…per lo piu' impreviste dal loro rigido programma di vita..
Procedendo nella scala biologica, gli stinti si attutiscono e la cure parentali proporzionalmente si intensificano di conseguenza: se manca l’istinto… l’apprendimento, il raziocinio, l'educazione all'affettività, devono sopperire.

Entro un certo range, per ogni specie, non c’è libertà di scelta nel rapporto istinto/ragione. Il rapporto è quello caratteristico di ogni specie.
Un indice sempre più elevato di adattabilità e alla variabilità degli eventi, è segno di un rapporto ragione/istinto crescente col passaggio a specie sempre più evolute…che però abbisognano di un sempre più lunghe cure parentali per l’abilitazione alla vita.

Gli uccellini,ad es., dopo nemmeno un mese di nido, a metà primavera, retti (o costretti) dall’istinto, affrontano inconsci l’avventura del volo…fidando quasi esclusivamente sul programma.

Per la mia gatta, quadrupede e mammifero, la RAM è meno rigida e determinante, per cui sono occorsi alcuni mesi di cura parentale perchè “imparasse” ad essere gattina ben’educata ed autonoma nelle sue piccole esigenze. Ma la casalinghità di successive generazioni, una qualche mutazione l'ha certo provocata nel suo DNA: quando ha fame non caccia topi, ma guarda in alto verso il ripiano dei croccantini e gratta il mobile con furia se nessuno sopperisce: ora grattare il portello non rientra certo nella eredità genetica…quindi un barlume di intelligenza lo possiede: grattare o non grattare?…This is the question! …si pone la domanda e decide…non per sensazione istintuale, ma con cognizione di causa: una certa libertà l’ha raggiunta!
In lei, invero, si manifestano molti gradi di libertà, nella soluzione di certe sue problematiche, rendendola più evoluta rispetto ai gatti randagi del vicinato…ma come loro non saprebbe più vivere!
Neppure potrebbe scambiare la sua vita agiata razionale e culturalmente ricca (si stravacca sui divani, gratta le tende, guarda la TV, ecc….) con quella dei randagi …non ne sopporterebbe i disagi…tanto più che ha perso anche, in parte, quelle facoltà extrasensoriali di cui essi si vantano nel cacciare le prede o nell’intuire chi darebbe loro una ciotola di croccantini.

Per noi umani poi, la RAM, pur formidabile nelle impostazioni, è talmente evanescente nelle conclusioni che non parliamo più di rigidi, inflessibili, istinti, ma di adattabili pulsioni o stimoli su cui la volontà razionale prevale.

Il discorso parrebbe lungo, ma credo sia oramai “troppo” e concludo:

1)- Preferiremmo essere selvaggi arboricoli, magari capaci di presagire uno tsunami, ma, ancora guidati da istinti o vaghe sensazioni, da spiriti persino, incapaci di organizzare la caccia in strategie organicamente concepite.
Oppure...
2)- Vogliamo sempre più razionalmente e flessibilmente perseguire sistemi organici di conoscenza, in modo da poter sistematicamente e liberamente decidere con cognizione di causa…sia sul piano personale che sociale...ed anche affettivo?

Credo che la risposta sia scontata.
Certo può anche accadere che occasionalmente la scelta istintuale possa essere proficua…magari, in certe occasioni, essere anche romanticamente preferibile, ma se interpretiamo statisticamente gli accadimenti passati, ci accorgiamo che i casi andati a buon fine sono, in assai più larga misura, quelli guidati da una “Intelligenza Informata” piuttosto che quelli derivati in esclusiva da una qualche sensazione emozionale.

Quindi se dovessi consigliare qualcosa a proposito del bene vivere, propenderei per il perseguimento, la cura e lo sviluppo di una Intelligenza ....Informata sempre più piuttosto che curare il prevalere di un qualche sentire emozionale…di sensazioni istintuali…che sono certo da tener in conto, ma, comunque, da valutare prima, per non rimanerne succubi.

In conclusione direi che, per la specie umana, non c’è contrapposizione fra istinto e ragione: è, piuttosto, una collaborazione.
Tuttavia “è l’Io cosciente dotato di Intelligenza… più o meno informata” che è al timone della nostra navicella.
La prevalenza esclusiva di pulsioni istintuali sarebbe indice di patologia…come lo sarebbe anche una esclusiva aderenza al razionale.

Ultima modifica di ulysse : 04-11-2010 alle ore 13.39.22.
ulysse is offline  
Vecchio 12-12-2010, 23.27.08   #23
alessandro91
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Messaggi: 1
Riferimento: ragione e istinto

L'argomento proposto,da animabella, è quantomai interessante.
Leggendo le varie risposte alla questione,noto come molti di voi spingano la discussione su un piano metafisico, per non dire religioso,(dopotutto è la stessa cosa),cercando risposte nel cuore o nell'anima ecc.
Io invece credo che nella società moderna, e quindi con l'avvento della scienza moderna non ci sia più posto per la metafisica,essendo quest'ultima un sapere che si fonda su se stesso.
Se mi si ponesse la domanda di scegliere tra istinto o ragione, senza batter ciglio sceglierei ovviamente la ragione, essendo quest'ultima l'unica caratteristica che ci rende umani e ci mantiene in vita sulla terra.
Noi,siamo la feccia della natura,non possediamo artigli per cacciare prede,non abbiamo zanne per strappare carne da un'animale ancora vivo,non abbiamo pelliccia per ripararci dal freddo,tutto ci è ostile in natura,ma possiamo contrastare ciò con la ragione, possiamo creare lance per cacciare, accendere un fuoco per cuocere e far diventare più tenera la carne, e nel caso riscaldarci.
Con ciò non nego che in noi risieda un'istinto primordiale,ma dico semplicemente che non ci serve, lo vedo come un avanzo di cibo rimasto su un piatto sporco che stenta ad andare via, l'istinto è esattamente quell'avanzo che dobbiamo cercare di elidere di eliminare di cancellare, per far spazio alla ragione, la ragione che finalmente ci allontana definitivamente dal mondo animale portandoci ad uno stato superiore.
Nel mondo di oggi non c'è più posto per l'istinto, che considero lo strato più basso dell'ente umano.
alessandro91 is offline  
Vecchio 06-02-2011, 10.18.02   #24
La_viandante
stella danzante
 
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Messaggi: 1,751
Riferimento: ragione e istinto

Interessante quesito al quale però non so rispondere, vedo sia nella ragione che negli istinti pericoli per noi e gli altri. Se da un lato ai fini della nostra sopravvivenza tutto (quasi tutto) è inscritto nei nostri geni e sia ragione che istinto collaborano all'egoistico bisogno dei nostri geni di perpetuarsi, dall'altro in questi stessi meccanismi vi sono attuazioni poco etiche e deleterie anche per la stessa progenie.
Prima di tutto però vorrei elencare delle ragioni per le quali mi è anche difficile distinguere tra cosa sia razionale o istintivo.
E' razionale o istintivo accaparrarsi e sperperare in uno sfrenato consumismo tutte le risorse del pianeta? Forse sono i meccanismi istintivi di base a farci operare in questa assurda maniera, leggevo ad esempio di come vengano usate le conoscenze neuroscientifiche ai fini della vendita in un negozio Ikea. Il percorso al suo interno è fatto in maniera tale che il visitatore sia talmente bersagliato da stimoli da perdere la naturale resistenza e uscire alla fine solo dopo aver comprato qualcosa. Si fa leva qui su meccanismi istintivi prettamente umani ( è l'attenzione per le cose nuove qui che viene talmente iperstimolata che la soglia della resistenza viene superata) . E nemmeno la ragione può farci molto alla fine. Ma anche la ragione lasciata sola non sempre opera eticamente, lo sterminio di Auschwitz è stato dettato da regole iperrazionali, rientrava in logiche prestabilite e chi eseguiva gli ordini rispondeva a un istinto di obbedienza precedentemente accettato per ragioni di ordine gerarchico, qualcosa di razionale dunque. Un sistema di regole che quello Stato si era dato in perfetta razionalità. Ragione ed istinto hanno lavorato in perfetta collaborazione per produrre la cosa più mostruosa dei tempi moderni. tale mostruosità però è del tutto umana quella era tutta bravissima gente, così come oggi tanta bravissima gente plaude a chi mette fuoco ai campi Rom. Istinto di sopravvivenza, unito a ferrea razionalità nel decidere quanti debbano o possano attingere alle sempre più esigue risorse che abbiamo.
Come dicevo sopra, la risposta non ce l'ho ma ho ancora tante domande su quale possa essere la fonte della morale nell'uomo, e su cosa possa basarsi un'etica visto che tanto l'istinto, quanto la ragione hanno i loro bei limiti.
La_viandante is offline  

 



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