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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
20-02-2004, 17.35.41 | #16 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Re: Le stelle ed il sangue sono viste dagli stessi occhi.
rinuncie e non rinuncie
Citazione:
io credo, che rinuncia chi crede che potrebbe non rinunciare a qualcosa che è male; mentre chi non rinuncia lo fa perchè non lo consiedera male... credo quindi che questa "benedetta coscienza" di cui stiamo parlando sia in relatà non la nostra coscienza individuale ma piuttosto una più generale ed esterna che ci avvolge e ci vincola: una coscienza della società in generale, che risponde alle sue necessità. E infatti, gran parte degli appartenenti alla seconda categoria di persone (quella che risponde ai propri desideri dandogli istantaneamente soddisfazione) sono classificate dalla psichiatria sotto la categoria di "sociopatici": arrecano danni alla società (furti, omicidi ecc..) senza sentirsi in colpa. questo per dire che la linea che divide bene dal male non è interna, ma esterna, e successivamente introiettata per mezzo dell'educazione. concludo con una riflessione: forse sarebbe meglio educare anche al bene e al male interno, quello per la persona stessa, distinguibile solo dalla stessa. bye |
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20-02-2004, 17.39.03 | #17 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Re: Le stelle ed il sangue sono viste dagli stessi occhi.
Citazione:
puoi spiegarmi cosa intendi con "la sporcizia si posa col tempo"? grazie! a presto! |
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20-02-2004, 21.44.57 | #18 |
Ospite
Data registrazione: 19-02-2004
Messaggi: 4
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"la sporcizia si posa col tempo"
Con la frase "la sporcizia si posa col tempo" intendo dire che quando parliamo di atti malvagi, di coscienza “sporca”, ci apprestiamo a fare una classificazione, piuttosto arbitraria, di ciò che per i nostri standard è “nobile e candido” o “sporco e corrotto”. I nostri parametri, come anche si intuisce dal passaggio
"questo per dire che la linea che divide bene dal male non è interna, ma esterna, e successivamente introiettata per mezzo dell'educazione." di R. Rubin non sono affatto appartenenti allo stato di natura in cui nasciamo, ma costruiti ed ereditati, una specie di vincolo della società. La nostra distinzione e classificazione dei soggetti e dei loro modi di agire si basa quindi su una scala imposta a livello comunitario e mediata a livello personale, per di più applicata e riconosciuta abile ad essere applicata non dal momento in cui veniamo al mondo, ma da una analisi ex-post delle nostre esperienze (esperienze che vengono ben pesate quando si esprime un giudizio o addirittura un’opinione, concetto del quale si può piacevolmente godere dal discorso di Bisio in “I bambini sono di sinistra” a proposito dell’“esserci stato”). In ultima analisi, i desideri che sono propri dell’uomo non possono essere classificati naturalmente, ma siamo stati in grado di convincerci di questa visione artificiale per salvaguardare il quieto vivere, ed ora ne siamo succubi. Solo con il passare del tempo riusciamo a riconoscere il grado di trasparenza, di onestà degli uomini perché dobbiamo imparare e farlo, ed ognuno a modo suo. Inoltre… giacché morale e legge sembrano essere concetti affini, può la giustizia essere tanto imparziale quando il concetto di morale sembra altrettanto soggettivo? |