Filosofia di Vita Vs Vita
PREMESSA: non so se è un discorso considerabile "filosofico"
I prinicipi etici sono per molti ragazzi importanti e per la maggior parte restante insignificanti. sono principi di comportamento, di scelta di azione riguardo alla propria politica di vita. mi fan ridere quelli che dicono che della politica non si interessano, vivendo e mangiando del resto grazie e per colpa delle scelte altrui, conducendo loro per primi una vita di politica individuale magari peggiore nella vita comune di qualsiasi altra politica di stato, palazzo, strada o qual si voglia. scegliere il proprio cammino e il proprio futuro e un po' giocare al lotto con la propria vita, come scegliere un bivio che difficilmente è ritransitabile nel caso di sbagli, l'eterno dilemma di chi ha un po' di sale in zucca, l'eterna indifferenza di chi invece si limita a sopravvivere o chi purtroppo non è nella situazione di poter scegliere come chi puo e non vuole; scegliere la propria strada non è facile e nemmeno difficile, è una scelta d'azione e non di riflessione, si attuano i propri principi etici e si segue la propria politica, quanto piu corretta quanto piu difficile da attuare. si vive giorno in giorno con problemi insignificanti al confronto ma giganti presi singolarmente, scelte pratiche di piccolo conto che sono come una buca nel cammino che puo rompere, scoraggiare o incoraggiare a proseguire per tale strada; non ho esperienze per ritenere che con i tempi i prinicipi etici, sempre chi li ha, acquistino un sapore e valore diverso, si affievoliscono o si invigoriscono, ma penso personalmente che la prima sia piu probabile e diffusa, e lo penso ogni giorno quando mi guardo intorno e vedo persone che sorridono mentre parlano, agiscono, pensano, tutto il contrario di 30 anni prima o quasi tutto il contrario. è un po' come stancarsi di andare a 50 per rendere il viaggio piu "tranquillo" con le buce sulla strada e comincino ad andare a 120 sulla strada costruita da coloro che invece sono in elicottero, si ha una dispersione "etica-morale" in tarda età probabilmente, per tarda non so nemmeno quanto in avanti possa essere e credo sia piuttosto variabile, dispersione che viene dettata dalla stanchezza di combattere per qualcosa che alla fine oltre alla piccola soddisfazione personale non giova a nient'altro, allora si pensa e si vede che i propri sogni sono lontani, e forse irraggiungibili, ma la vita è al presente e i sogni sono solo nella mente quindi si continua a sognare con la mente e a star male con lo spirito fino a quando quest'ultimo in combutta con la prima butta la spugna e imbocca l'entrata per l'autrostrada del vuoto materialismo creatore di sogni al presente. si vedono tutti i giorni, o almeno io con i miei occhi vedo tutti i giorni persone rassegnate che lavorano di giorno e di notte dormono, sognano con la mente ma lo spirito non è piu al servizio dell'etica, è al servizio del benessere di vita, della grande casa, macchina, parabola e conto in banca, della grande tranquillità economica e al riparo dallo stesso tipo di critiche sociali. ci si ingloba con il mondo attorno perche non si resiste piu a combattere per qualcosa che non esiste, per qualcosa che risiede nello spirito di tutti, per i sogni esistenziali. si finisce a far quel che "va fatto" perchè non si puo continuare a pensare quel che "si vorrebbe fare" allora passano i giorni, mesi e anni, la mente si atrofizza e smette di pensare, si limita a concedere qualche volta quel che lo spirito rinnega, ma che implicitamente assorbe, fino a quando ci si abitua a tal punto da aver "vergogna" "riluttanza" se vogliamo "spergiuro" di quel che si pensava e manifestava quando si era un po' più "puri"... come detto all'inizio non so se è un discorso filosofico o una semplice riflessione di vita, con questa premessa vi domando cosa ne pensate?
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